Oggi inizia il Giro d’Italia 2018. Una corsa intrigante nel segno di Gino Bartali, tre volte vincitore della corsa rosa, omaggiato dalla carovana con la partenza da Israele. Proprio nello stato ebraico, il toscano, scomparso nel 2000, è stato proclamato cittadino onorario. Un riconoscimento per via delle tante vite umane salvate nel corso della Seconda Guerra Mondiale dalle grinfie del Nazi-fascismo.
IL GIRO DI “GINETTACCIO”
Probabilmente gli sarebbe piaciuto questo Giro. Già, uno scalatore come Gino Bartali avrebbe trovato terreno fertile su un percorso con salite come Etna, Zoncolan e Colle delle Finestre. Probabilmente avrebbe affrontato le asperità sbuffando e spingendo sui pedali con la sua andatura potente. E, una volta giunto al traguardo, si sarebbe lasciato andare a qualche commento a metà strada tra il serio e l’ironico. Il “Ginettaccio” era fatto così. Non aveva particolari filtri, diceva e mostrava tutto ciò che sentiva. Era dotato di uno stile ed un carattere unici nel suo genere. Inoltre, una peculiarità del campione toscano era la grande generosità. Non era un calcolatore in gara e non si tirava indietro quando si trattava di fare del bene ai più bisognosi. Un esempio? Le corse da Firenze verso Assisi, Genova e Roma e viceversa per trasportare documenti con foto e dati di donne e bambini ebrei infilati nel telaio durante il 1943-44. Gare contro il tempo diverse dalle cronometro del Giro d’Italia, ma dannatamente importanti perché ogni minimo ritardo poteva risultare ben più pesante di una Maglia Rosa sfumata. Eppure, con pazienza, mentre il mondo crollava a pezzi, Gino prendeva la sua bicicletta e fingeva di allenarsi, correndo silenziosamente per portare salvezza e speranza a chi vedeva vicina la morte, talvolta ad un palmo dal mitra. Nonostante i controlli dei nazi-fascisti e strade martoriate dagli scontri che infuriavano nel Centro Italia, Bartali ha dato tutto sé stesso per gli altri, adempiendo così anche al proprio credo cristiano. Lo ha fatto in silenzio, perché “il bene si fa, ma non si dice”, come amava ripetere.
CITTADINO DI ISRAELE
La sua azione è stata ripagata. Tutte quelle pericolose tratte tra Toscana ed Umbria hanno salvato la vita ad oltre 800 persone. Un gesto che non poteva rimanere indifferente. Nel 2013, Gino è stato inserito tra i “Giusti tra le Nazioni”, riconoscimento di immenso valore ed attestato per l’impegno profuso a difesa dei più deboli e dei perseguitati. Grazie a lui, molte persone hanno scampato l’inferno dei lager. Da poco, è arrivata anche la cittadinanza onoraria israeliana. Un modo per mostrare che Bartali è effettivamente parte dello stato sorto dopo il secondo conflitto mondiale. In fondo, come recita il Talmud, “chi salva una vita, salva il mondo intero”.
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