La 15a tappa del Giro d’Italia, da Tolmezzo a Sappada, va ad uno scatenato Simon Yates, sempre più leader della classifica generale. Secondo posto per Miguel Angel Lopez, terzo Tom Dumoulin.
IL FILM DELLA 15a TAPPA: YATES SCATENATO
Tutto finito? Nemmeno per sogno. L’ascesa sul Kaiser non deve illudere. Il meglio, o il peggio per chi non ha più energie, deve ancora venire. La Tolmezzo-Sappada è una frazione complessa, resa ardua dalla presenza del Monte Zoncolan nel menù del giorno prima. L’acido lattico e le fatiche di ieri si ripercuotono pesantemente sulle prestazioni odierne di ciascun corridore, indurendo ulteriormente le ascese della 15a tappa: Tre Croci, il Passo di Sant’Antonio e il Costalissoio, prima dell’arrivo in salita a Sappada. E tutto ciò racchiuso in una cinquantina di chilometri. Insomma, è una giornata potenzialmente letale per chi veramente risente delle tappe precedenti. La frazione di montagna non spaventa un gruppo di fuggitivi in cerca di fortuna: Nico Denz, Mickael Cherel e Quentin Jauregui (AG2R La Mondiale), Dayer Quintana (Movistar), Krists Neilands e Kristian Sbaragli (Israel Cycling Academy), Sacha Modolo (EF- Drapac), Antonio Nibali, Giovanni Visconti e Niccolò Bonifazio (Bahrain – Merida), Alexey Lutsenko (Astana), Davide Ballerini e Fausto Masnada (Androni – Sidermec), Alessandro De Marchi (BMC), Tosh Van der Sande (Lotto FixAll), Sam Bewley (Mitchelton – Scott),Gianluca Brambilla (Trek – Segafredo), Giulio Ciccone ed Enrico Barbin (Bardiani – CSF), Zdenek Stybar (QuickStep – Floors), Maurits Lammertink (Katusha – Alpecin), Diego Ulissi (UAE Team Emirates) e Matthieu Ladagnous (Groupama – FDJ). Lungo i continui saliscendi che animano i 176 chilometri previsti dal programma della 15a tappa, il drappello si assottiglia. Il forcing delle formazioni nel gruppo Maglia Rosa non permette nemmeno di scappare via definitivamente. All’imbocco dell’ultimo GPM di giornata, resiste il solo Denz, ripreso poi ai meno 20 dal traguardo. I colpi di scena tra i big si sprecano. Il Passo di Sant’Antonio costa caro a Fabio Aru: il capitano dell’UAE Emirates si stacca mestamente dai migliori e prosegue scortato dai compagni. Perderà oltre 19 minuti, uscendo definitivamente di classifica. Nella discesa verso il Costalissoio, invece, tocca a Chris Froome (team Sky) perdere le ruote degli altri favoriti per la vittoria finale. Arriverà con 1’32” di ritardo. Dopo il successo sullo Zoncolan, illusorio, ecco la resa definitiva. Restano davanti Simon Yates (Mitchelton-Scott), Tom Dumoulin (Sun Web), Thibaut Pinot (FDJ), Richard Carapaz (Movistar), Domenico Pozzovivo (Bahrain Merida) e Miguel Angel Lopez (Astana). La Maglia Rosa decide di attaccare da lontano, all’inizio delle prime rampe della penultima salita di giornata. Prima tenta una timida stoccata; poi, resosi conto della sua superiorità, allunga deciso, involandosi verso il traguardo con un’impresa d’altri tempi. È un’azione sontuosa, avviata coraggiosamente ai meno 17 dalla conclusione. Il britannico della Mitchelton-Scott si esalta grazie anche all’incapacità degli inseguitori di trovare un accordo. Dumoulin e Pinot bisticciano, i colombiani restano passivi, Pozzovivo tenta di trovare una bozza di intesa. Niente da fare. Yates è sempre più solo. I secondi scorrono impietosi. Tra i contrattaccanti cresce il nervosismo. All’ultima rampa, l’olandese della Sun Web perde persino le ruote del gruppo degli inseguitori e prontamente gli avversari tentano di affondarlo. Iniziativa fallimentare perché Tom cade sempre in piedi, forte di una solidità straordinaria. Una scorza che gli permette di chiudere al terzo posto, alle spalle di Lopez, ma non gli impedisce di perdere oltre 40 secondi dal vincitore di giornata, quel Simon Yates sempre più dominatore.
IL BORSINO DEI BIG
Il Giro d’Italia 2018 ha trovato il suo padrone. Simon Yates è imbattibile. Questo è il verdetto della 15a tappa. A Sappada l’inglese della Mitchelton-Scott ribadisce di avere uno stato di forma pazzesco. Si alza sui pedali, controlla la situazione, valuta e poi piazza l’allungo vincente. Non ha paura di attaccare in salita, si destreggia nelle insidie della discesa. Da diverso tempo non si vedeva un numero simile. Forse, il ciclismo ha veramente scoperto una nuova stella. La corsa rosa sembra ormai sempre più nelle sue mani. I distacchi sugli avversari sono assai indicativi. Il più vicino, Tom Dumoulin, dista 2’11”, seguito a ruota da Domenico Pozzovivo e Thibaut Pinot. Certo, ora la cronometro di Trento potrebbe riaprire il discorso: lo certificano il palmares ed la nota abilità dell’olandese in quella disciplina. Martedì, effettivamente, sarà un giorno cruciale per capire se effettivamente la Maglia Rosa resterà ancora saldamente sulle spalle di Yates. Sarà lotta vera anche per il podio, con il duello tra Pozzovivo e Pinot, separati da pochi secondi. Sulla carta, il francese potrebbe superare il capitano della Bahrain Merida, ma i prossimi arrivi in salita riserveranno tante sorprese. Chissà se al terzo ci pensa ancora Chris Froome, rimbalzato indietro dopo l’impresa sullo Zoncolan. Stavolta, i sogni di gloria sono definitivamente svaniti, frenati dai saliscendi della 15a frazione. Un piazzamento nella top 3 sarebbe l’ideale per salvare il bilancio di una corsa rosa sinora buona, ma non eccezionale. Decisamente peggiore è la situazione di Fabio Aru. Il tracollo odierno evidenzia la scarsa condizione e, probabilmente, l’impossibilità a puntare ad almeno un successo di tappa. E le nubi sul suo futuro alla UAE Emirates iniziano a farsi sempre più inquietanti. Beppe Saronni non è stato tenero nelle ultime giornate. Ora, il matrimonio tanto auspicato nella scorsa autunno rischia di subire una svolta inattesa.
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