Colpo di scena: Chris Froome potrebbe non disputare il Tour de France 2018. L’esclusione sarebbe figlia della volontà di ASO, l’ente organizzatore della Grande Boucle di non avere al via un corridore sotto inchiesta. Ma il team Sky appoggia il proprio capitano e prepara il ricorso.
IL TOUR SCARICA FROOME: I RETROSCENA
«A la maison, Chris! Stai a casa, caro Froome. In Francia non sei bene accetto». Questo pare essere il commento tra le righe della clamorosa decisione di ASO, l’ente organizzatore del Tour de France: l’esclusione del vincitore di quattro delle ultime cinque edizioni della Grande Boucle. La motivazione alla base dell’illustre rifiuto ha buoni fondamenti etici e regolamentari: meglio non schierare ai nastri di partenza un ciclista coinvolto in una vicenda doping, la cui posizione ancora non è ben chiara. Per di più, l’articolo 28 del regolamento è un cavillo favorevole ai gestori della gara a tappe francese: l’organizzazione ha «la facoltà di rifiutare la partecipazione o di escludere dalla prova una squadra o uno dei suoi membri la cui presenza danneggerebbe l’immagine o la reputazione di ASO o della prova stessa». In sostanza, la vicenda della non negatività al salbutamolo di “Froomey” è una macchia troppo lampante per poter passare sotto traccia ed il Tour, recentemente, ha subìto troppi terremoti ed assegnazioni postume. L’idea di una Grande Boucle nuovamente concessa a tavolino sarebbe uno smacco enorme in termini di serietà ed affidabilità. Si tratta di una scelta inaspettata, a maggior ragione perché arriva ad una settimana scarsa dal via della corsa d’Oltralpe più importante. L’idea di non invitare il britannico, reduce dal successo sulle strade del Giro d’Italia, era già stata ventilata. Dunque è eccessivo parlare di sorpresa totale. Inoltre, un provvedimento simile fu preso nel 2008, quando, in seguito allo scandalo doping che investì l’Astana l’anno precedente con le positività di Alexandre Vinokourov e Andreas Kloden. E a pagarne le conseguenze fu l’innocente Alberto Contador.
LA REAZIONE DEL TEAM SKY ED IL CASO CONTADOR
Ovviamente, il team Sky non ci sta e si compatta attorno al suo leader. La reazione non si è fatta attendere: pronto ricorso al Tas, con la speranza di rimediare all’ingiustizia. A sostegno della loro tesi c’è la presunta innocenza o, meglio, non colpevolezza di Froome ed il danno per una decisione giunta così tardivamente, causando un danno alla formazione. E poi ci sarebbe un precedente a favore dello squadrone britannico: il caso di Contador nel 2011. Il Pistolero madrileno era stato trovato positivo al clenbuterolo al Tour 2010, ma rimase sub-judice per tutto l’anno seguente, partecipando regolarmente al Giro e alla Grande Boucle, conquistando la corsa rosa e piazzandosi quinto in Francia. E ASO non si preoccupò dell’ipotesi di avere nel gruppone un corridore invischiato in una vicenda doping complessa tanto quanto quella di Froome. Insomma, un precedente non semplice da decifrare.
GLI SCENARI FUTURI
Aspettiamoci di tutto martedì 3 luglio, data del verdetto. L’esclusione di Chris Froome aprirebbe scenari incredibili. Sicuramente ci sarebbero chance per tutti, da Nibali a Quintana, da Landa a Bardet, da Uran a Porte. Il sogno giallo diventerebbero clamorosamente realistico per rivali che, sulla carta, farebbero fatica a superare il britannico. E chissà se il team Sky penserà a trovare il capitano strada facendo. La qualità non manca tra Thomas, Poels e Bernal. Attenzione, dunque, al piano B. Dal punto di vista legislativo, il caso Froome creerà un precedente importantissimo, a prescindere dall’esito della querelle. Difficile sbilanciarsi sull’esito, ma l’equilibrio tra squadre ed organizzatori rischia di crollare o di sbilanciarsi a favore di una delle due parti in causa. Il futuro avrà certamente sfaccettature diverse.