Il doping non abbandona il ciclismo, e ”sfiora” il Giro d’Italia: Koren è stato sospeso dalla Bahrain-Merida per il coinvolgimento nell’operazione-Aderlass, che sta scoperchiando un nuovo caso di doping di massa. Tra gli indiziati, anche Petacchi, sospeso dalla RAI.
L’OPERAZIONE-ADERLASS ”PIOMBA” AL GIRO: SOSPESI KOREN E… PETACCHI
Operazione Aderlass. Sembra il nome di una missione militare, e forse in un certo qual modo lo è, dato che gli inquirenti tedeschi si sono ritrovati a vivere la nuova tappa di una guerra. La guerra contro il doping, che non si ferma mai, perchè il doping si evolve, e chi deve combatterlo si trova costantemente a inseguire, e magari scoprire gli atleti dopati dopo anni. Potrebbe essere questo il caso dell’Operazione Aderlass, che secondo gli inquirenti austriaci avrà un impatto pari o superiore all’Operacion Puerto. I fatti che si ritrova ad analizzare risalgono alle stagioni 2012 e 2013, ma sono stati scoperti solo tra il 2018 e il 2019, e in modo quasi casuale: galeotti i Mondiali di sci nordico di Seefeld, che hanno scoperchiato il calderone. Tutto era nato durante una perquisizione svolta nei già citati Mondiali di Seefeld (Austria), che aveva portato alla scoperta di un traffico di sostanze dopanti e all’arresto di dieci tra atleti e medici. Tra loro c’era anche il dottor Max Schmidt, che per anni ha lavorato nel ciclismo come medico sociale di Milram e Gerolsteiner: ulteriori indagini hanno portato alla scoperta del laboratorio segreto di Schmidt a Erfurt, e l’hanno trasformato in un autentico ”dottor doping”.
Un nuovo Fuentes di fatto, che nel suo frigorifero personalizzato aveva sacche di sangue di 21 atleti di 8 nazioni e cinque sport diversi, pronte a essere riutilizzate per autotrasfusioni volte a incrementare le prestazioni. Tra gli sport coinvolti lo sci nordico, il ciclismo e non solo, tra gli atleti coinvolti tanti volti noti: perchè Schmidt, messo alle strette dagli inquirenti, ha raccontato tutto, facendo nomi e cognomi dei corridori coinvolti nel suo ”programma”. Hanno già confermato le accuse e l’utilizzo di doping e autotrasfusioni Danilo Hondo, che dopo il ritiro era diventato ct della Svizzera, e gli scalatori Georg Preidler (Groupama-FDJ) e Stefan Denifl, quest’ultimo svincolato dopo la chiusura dell’Aqua Blue-Sport. Ma i nomi sarebbero molti di più, perchè Schmidt ha svelato di aver effettuato trasfusioni in Germania, Austria, Italia, Slovenia, Estonia, Finlandia, Svezia, Svizzera, Croazia, Hawaii e Corea del Sud: per la precisione, ai Giochi di PyeongChang 2018. I nomi dei ciclisti ”aiutati” da Schmidt sono stati trasmessi all’UCI, che quest’oggi ha preso provvedimenti: la Bahrain-Merida ha dovuto sospendere Kristijan Koren, impegnato al Giro, e Kristijan Durasek, impegnato nel Tour of California, e presto dovrà prendere provvedimenti anche nei confronti di Borut Bozic, che dopo il ritiro fa il ds ”in seconda” della formazione di Vincenzo Nibali. Ma tra i coinvolti ci sarebbe anche Alessandro Petacchi: Schmidt ha fatto il suo nome (parlando di 20 trasfusioni), e Danilo Hondo ha dichiarato di essersi sottoposto a una trasfusione insieme al velocista italiano.
Petacchi nega di aver mai fatto uso di doping ematico e/o doping generico, e sostiene di non essere mai stato a conoscenza del fatto che Max Schmidt fosse il medico della Milram mentre lui militava nella squadra, ma la RAI ha deciso comunque di prendere provvedimenti. Alessandro Petacchi è stato sospeso dal ruolo di commentatore tecnico per qualche tappa, finchè non si chiarirà la sua posizione: lo sostituirà Stefano Garzelli, e la tv nazionale ovviamente spera che l’ex velocista venga assolto da ogni accusa. L’operazione-Aderlass sembra però destinata ad allargarsi e coinvolgere anche corridori più blasonati, secondo gli inquirenti austriaci. Ne seguiremo gli sviluppi.
CICLISMO, IL DOPING ”SFIORA” IL GIRO 2019
La sospensione di Koren, la sospensione temporanea di Petacchi e l’indagine avviata su Bozic rappresentano il ritorno dello spettro del doping sul Giro d’Italia. Si parla di fatti di anni fa, vero, ma non è la prima volta che il Giro d’Italia 2019 viene sfiorato dall’argomento-doping. Prima era arrivata la positività di Jarlinson Pantano, che avrebbe dovuto correre la corsa rosa con la Trek-Segafredo, all’EPO, poi la sospensione preventiva di Molano (UAE-Emirates) prima del via della 4a tappa per valori ampiamente al di fuori del passaporto biologico e un forte sospetto-doping. Ora, ecco l’operazione-Aderlass: la speranza è che non arrivino altre squalifiche eccellenti, che minerebbero la credibilità di uno sport meraviglioso, e già travolto in passato da enormi scandali.
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