Sliding doors (porte scorrevoli) è un espressione che, grazie a un famoso e fortunato film, rappresenta i momenti della vita di ciascuno nei quali, prendendo un percorso diverso, il destino di ciascuno può cambiare anche radicalmente.
Nel caso di Valentina Vezzali una sliding door importante è stata la decisione dei suoi genitori, prima della sua nascita, di trasferirsi a Jesi da Reggio Emilia. Infatti il Club Scherma Jesi, oggi forse il migliore club del mondo almeno per il fioretto, è già uno delle scuole scherma migliori di Italia ed è lì che la piccola Valentina inizia a muovere i primi passi nella disciplina che la porterà a essere la migliore atleta italiana di tutti i tempi e di tutti gli sport.
Iridata mondiale nelle Cadette già a 15 anni, l’anno dopo è bronzo Under 20 ed argento nel 1992, proprio prima delle olimpiadi di Barcellona per le quali, nonostante i tanti successi, non viene convocata per i giochi olimpici (ha 18 anni) dato che lo squadrone del fioretto femminile porta in Catalogna Trillini, Zalaffi, Bortolozzi, Bianchedi e Vaccaroni.
La giovane Valentina può così crescere con calma e nel 1993 arriva (bronzo) la prima medaglia tra i grandi agli Europei. Dopo aver vinto anche i primi allori mondiali (argento e bronzo individuali, oro ed argento a squadre), nel 1996 arrivano finalmente le sue prime olimpiadi.
Non è la favorita ma è una giovane outsider già comunque tra le migliori e che sbaraglia le avversarie nel fioretto individuale arrendendosi solo all’esperienza della rumena Laura Badea contro la quale, però, si prenderà la rivincita a squadre insieme alla sua compaesana Giovanna Trillini e a Francesca Bortolozzi.
Da qui sale in cima al ranking mondiale e ci rimarrà sino alla maternità del 2004. Nel frattempo nel quadriennio che precede l’Olimpiade di Sydney 2000 Valentina continua a mietere successi ed entra anche nel gruppo sportivo della Polizia, le Fiamme Oro.
Ai Giochi australiani è la favorita e vuole l’oro individuale sfuggitole quattro anni prima. Lo vince lasciando alle avversarie solo 35 stoccate in 5 match e vendicandosi della Badea in semifinale, battuta poi anche dalla Trillini per il bronzo. Inutile dire che a squadre è di nuovo oro e Valentina a 26 anni ha già quattro medaglie olimpiche al collo!
Continuano quindi nel nuovo millennio i successi della jesina adottiva che viene soprannominata il Cobra per la sua abilità nel piazzare la stoccata vincente quando meno l’avversaria se lo aspetta. Nel 2002 si sposa, coronando anche l’amore.
Ad Atene 2004, per effetto della rotazione olimpica degli eventi, non c’è il fioretto a squadre e così le atlete si dedicano alla sola prova individuale. Valentina trita le avversarie nei primi due turni e poi è protagonista di una combattutissima semifinale con la polacca Gruchala punto a punto fino alla stoccata vincente che la manda in finale contro la compaesana Trillini. È comunque finale vera con il primo tempo chiuso senza stoccate. Le due atlete si conoscono benissimo e arrivano in equilibrio fino al terzo quarto quando Valentina si portata avanti di 4 punti e poi tiene Giovanna a distanza. Sul podio si abbracciano comunque fasciate dal tricolore.
Nel 2005 nasce suo figlio Pietro e a 4 mesi di distanza conquista il mondiale a Lipsia. Ai mondiali di Torino perderà invece la finale gareggiando con un legamento del ginocchio rotto ma nel 2007 torna alla vittoria sconfiggendo Giovanna Trillini in semifinale e Margherita Granbassi in finale.
Pechino 2008, la sua quarta olimpiade, le porta un record, tra i tanti, che la proietta nell’olimpo dei grandissimi di tutti gli sport. Con il suo terzo oro individuale nel fioretto femminile è in un ristretto club di 35 atleti che tra olimpiade estive e invernali sono stati capaci di una simile impresa. Per dare un’idea dell’unicità di questa impresa, solo 3 atleti sono arrivati a quattro: Carl Lewis nel lungo, Al Oerter nel disco e Michael Phelps nei 200 misti. Valentina ancora una volta mette in fila tutte le avversarie inclusa in semifinale la Granbassi e in finale supera la ostica coreana Nam Hyun-Hee che impedisce alle azzurre un podio tutto italiano. Nella gara a squadre, una sola stoccata di differenza nega alle azzurre la finale per l’oro e si devono così accontentare del bronzo.
Nel quadriennio successivo inizia a fare da chioccia alle nuove generazioni (Errigo e Di Francisca) ma nel 2011, a 37 anni, per la sesta volta è campionessa del mondo individuale.
A Londra, sua quinta olimpiade, potrebbe fare passerella ma è ancora protagonista. Nell’individuale è la Errigo a fermarla in semifinale negandole la quinta finale consecutiva per l’oro e si consola vincendo il bronzo contro la stessa coreana di quattro anni prima. Vince comunque l’oro a squadre raggiungendo così quota 9 medaglie olimpiche delle quali 6 d’oro, 26° atleta di tutti i tempi e seconda italiana dietro solo a Edoardo Mangiarotti.
Nel 2013 entra in politica venendo eletta alla Camera dei Deputati. Tuttavia Valentina continua a gareggiare ad altissimi livelli e nel 2014, a 40 anni, sale sul podio individuale sia ai mondiali che agli europei e nel 2015 e 2016 a squadre (oro europeo ed argento mondiale). Purtroppo non riesce a qualificarsi all’individuale per le olimpiadi di Rio dove, ancora una volta, è assente il torneo a squadre.
Difficilmente verrà uguagliata o superata la straordinaria carriera di un’atleta che ha segnato un’epoca intera della scherma mondiale e dello sport italiano. Ci mancherai, Cobra.