Zero medaglie per la nostra boxe a Rio 2016: non capitava da Atlanta 1996. Nelle ultime quattro edizioni dei Giochi, l’Italia pugilistica aveva sempre centrato il podio olimpico. Eppure, come abbiamo sottolineato nell’editoriale post-Rio del 23 agosto, siamo partiti per il Brasile con l’ambizione di difendere le tre medaglie conquistate a Londra quattro anni fa (il bronzo di Vincenzo Mangiacapre, gli argenti di Clemente Russo e di Roberto Cammarelle). Ma il flop in terra carioca era in qualche modo prevedibile?

Dario Ricci

Il giornalista Dario Ricci www.radio24.ilsole24ore.com

Lo abbiamo chiesto al giornalista Dario Ricci, corrispondente fino a pochi giorni fa da Rio per Radio 24 – Il Sole 24 Ore: “Non aver conquistato nemmeno una medaglia è sicuramente una cosa negativa. Però chi ha seguito da vicino la spedizione azzurra non è rimasto sorpreso più di tanto da questo risultato: sia perchè c’è stato effettivamente un ricambio generazionale tra le fila della nostra squadra di pugili, sia perchè la concorrenza sta diventando comunque sempre più forte e attrezzata”.

Una spedizione che di fatto è stata segnata anche da sorteggi molto sfavorevoli: Vincenzo Mangiacapre aveva le possibilità più concrete di andare avanti, ma è stato molto sfortunato, visto il ritiro al quale è stato costretto per la frattura subita allo zigomo, dopo aver passato il primo turno. Purtroppo Clemente Russo ha pescato Evgenij Tiščenko al secondo turno, il pugile russo che poi ha vinto l’oro nella categoria dei pesi massimi. Guido Vianello invece è ancora un po’ acerbo per i supermassimi, secondo me: dopo il match perso, ha detto chiaramente di essere stato tradito dall’emozione. Pure a Vianello peraltro è capitato un avversario scomodo, il pugile cubano Pero, che poi ha vinto nella sua categoria”.

L'incontro tra Vianello e il cubano Pero

Una foto del match perso dal nostro Vianello con il cubano Pero (tratta dall’account Facebook di Dario Ricci)

Un bilancio deludente che potrebbe comportare anche qualche ribaltone nel mondo della boxe italiana: “Alla luce di questi risultati, Raffaele Bergamasco (Head Coah della Nazionale italiana di boxe, ndr) ha detto di volersi dimettere… Vedremo quali saranno le decisioni in questi giorni… Però, nella marcia di avvicinamento a Rio, i segnali erano stati questi. Dallo stesso Russo, di fatto, era difficile aspettarsi di più”.

Gli unici sorrisi di questa spedizione ce li ha regalati l’esordiente Irma Testa, finchè non ha dovuto arrendersi anche lei, di fronte a un’avversaria nettamente superiore: “Vincere il primo match olimpico a 19 anni e offrire anche una buona prestazione al secondo turno, sfidando la campionessa del mondo (la Mossely ha poi vinto l’oro olimpico nei pesi leggeri, ndr), non era affatto facile. La Testa è stata molto brava”.

E sulla decisione di aprire la competizione olimpica ai pro (il movimento professionistico italiano è stato rappresentato da Carmine Tommasone a Rio 2016, ndr): “È stata una pagliacciata, soprattutto perchè questa decisione è stata presa due mesi prima dell’inizio del torneo. È comunque la prova che la boxe sta tentando di ridefinirsi, anche se finora lo sta facendo maldestramente. Va però considerato l’errore che i nostri atleti spesso commettono decidendo di non passare dai dilettanti ai professionisti. Noi sappiamo che Cammarelle ha fatto tutta la sua carriera da dilettante e che lo stesso Russo ha avuto per molto tempo un percorso simile. L’altro errore non è stato commesso dai pugili, ma da chi ha deciso dall’alto e riguarda la commistione di dilettanti e pro sul ring olimpico: i veri professionisti si sono tenuti bene alla larga da questo torneo, che è regolato da modalità diverse da quelle contraddistinguono la boxe che sono abitutati a praticare. In ogni caso non si può pretendere di reinventare una disciplina nel giro di 20 giorni”.

E in vista di Tokyo 2020 che cosa dobbiamo aspettarci? “La boxe italiana è ancora nel pieno del suo ricambio generazionale. Uno come Vianello maturerà sicuramente nei prossimi quattro anni, ma non sarà il solo a farlo: con lui crescerà anche qualcun’altro”.

Questo era il primo dei contributi gentilmente offerti dal giornalista Dario Ricci, corrispondente da Rio 2016 per Radio 24 – Il Sole 24 Ore. Non perdetevi le prossime analisi sui successi ottenuti dalle nostre squadre (Setterosa, Settebello, Italvolley maschile e Beach Volley con la coppia Lupo-Nicolai) e dai nostri otto azzurri vincitori dell’oro olimpico! Le potrete leggere in esclusiva su azzurridigloria.com

Simone Lo Giudice
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