Il protagonista di questa puntata di “Parenti di Gloria” è Davide Errani. In esclusiva ai nostri microfoni, il fratello di Sara Errani ci ha raccontato che cosa significa essere il manager di una delle leggende del tennis italiano.

I fratelli Errani a colloquio: Davide (classe ’82) fa il manager di Sara (’87) da più di cinque anni

“Mi sento un ragazzo molto fortunato, perché faccio un lavoro che amo e che mi appassiona”: così parlò Davide Errani, il manager di sua sorella Sara, una delle stelle del tennis femminile italiano. “Lei per me è un grande esempio – continua Davide – cerco di non farle mancare mai niente. Abbiamo uno splendido rapporto, siamo molto affiatati”. I fratelli Errani hanno cinque anni di differenza e sono accomunati da una passione comune, il tennis. “Credo che lei abbia iniziato a giocarci perché voleva fare quello che facevo io, suo fratello maggiore – spiega Davide – Sara ha provato tanti sport, ma quando ha iniziato col tennis è stato amore a prima vista e non l’ha più lasciato”.

Chi è Davide Errani?

Davide Errani, classe ’82, ha avuto un passato nel mondo del calcio: “Ho iniziato a giocare da piccolo sia a calcio che a tennis. Quando mi ha chiamato il Bologna all’età di dodici anni, ho deciso di dedicarmi solo al primo. Ho fatto le giovanili rossoblù, poi sono andato a  Faenza dove ho esordito in Serie C – spiega Davide – Ho giocato per quattro anni in quella categoria e in tutte le Nazionali giovanili fino all’under-20. Quando avevo 21 anni però ho subito un brutto infortunio: quando ero alla Pro Vercelli, mi sono rotto il crociato e i due menischi, collaterale e piatto tibiale, tutti assieme e sono dovuto restare fermo più di un anno. Dopo essermi ripreso dall’infortunio, ho giocato per varie società in Serie D e in Eccellenza fino a 2 anni fa. Poi ho deciso di smettere e ho ricominciato a giocare a tennis”.

Davide è stato un calciatore: la sua carriera è stata gravemente condizionata da un brutto infortunio subito ai tempi della Pro Vercelli

Davide racconta Sara: l’esperienza in America e quella volta a Cuneo…

Quando aveva appena 12 anni Sara lasciò i suoi affetti per volare in Florida: qui si allenò per quasi un anno nella prestigiosa Accademia di Nick Bollettieri, noto allenatore statunitense di origini italiane. “È stato un periodo importante per lei e soprattutto molto faticoso all’inizio – spiega Davide – ma nel complesso si è rivelata un’esperienza di vita in grado di farla crescere e maturare tantissimo. Credo sia molto importante uscire spesso dalla propria “comfort zone” e provare ogni tanto qualcosa che non si è mai fatto. E questo vale a 12 anni come a 30: si cresce, si matura e si diventa persone migliori”. Tra i molti aneddoti legati all’adolescenza tennistica di Sara, Davide ne ricorda uno in particolare: “Sara aveva 18 anni: la sera aveva giocato e vinto una partita valida per il torneo di Cuneo. Io presi la macchina, la portai a Lugo (in provincia di Ravenna, ndr) vicino casa nostra. La mattina dopo lei diede l’orale dell’esame di maturità; finito tutto tornammo subito a Cuneo, dove alle 15 giocò il suo quarto di finale e vinse”.

2012 e 2013, gli anni d’oro di Sara Errani

Sara raggiunse la maturità tennistica a 25 anni: nel 2012 infatti la ragazza di Bologna fu finalista al Roland Garros e semifinalista agli US Open: “È stato un anno incredibile – spiega Davide – nel 2012 Sara ha vinto quattro tornei, ha vinto Roma in doppio, ha disputato la finale a Parigi, la semifinale a New York e al Master di fine anno sia in singolare che in doppio”. Al Roland Garros di quell’anno solo Maria Sharapova ebbe la meglio sulla nostra Sarita, che durante il torneo si caricava a colpi di musica: “Mi ricordo che a Parigi tutte le mattine in macchina, mentre andavamo al circolo, ascoltavamo assieme sempre la stessa canzone, cioè “Lego House” di Ed Sheeran. Sono bei ricordi”. Ma il ricordo più grande risale 2013, forse, quando Sara raggiunse il quinto posto nella classifica mondiale: “Non avevamo festeggiato in nessun modo particolare però – continua Davide – nel tennis non hai sempre tempo di goderti a pieno i successi perché ogni settimana c’è un torneo e ti rimetti in gioco. Credo che in Italia ci sia poca memoria sportiva e si tenda a dimenticare in fretta. Invece sarebbe bello ricordare con più sportività i risultati di chi ha portato e porta in alto la nostra bandiera, non solo nel tennis ma nello sport in generale”.

Il rapporto con gli allenatori, il feeling con l’azzurro

Davide sa meglio di chiunque altro quali sono state le figure fondamentali per la crescita sportiva di sua sorella: Pablo Lozano (coach) e David Andres (preparatore atletico) sono state due persone fondamentali per la crescita di Sara – spiega Davide – sono parte della nostra famiglia e lo saranno sempre, anche adesso che non lavoriamo più assieme. Pablo è stato con Sara per dodici anni, praticamente una vita intera, e per me è stato bellissimo vedere come sono cresciuti assieme: hanno investito l’uno sull’altra, non mollando mai e dando sempre l’anima anche quando nessuno credeva che potessero arrivare grandi traguardi”. A proposito di traguardi collettivi, Sara ha rappresentato e rappresenta un punto fermo della nostra squadra di Fed Cup: “Per lei è sempre un grande onore e motivo di orgoglio giocare per la Nazionale e rappresentare l’Italia in giro per il mondo – continua Davide – Non credo senta il peso di questa cosa, ma credo che viva la responsabilità in maniera positiva, cercando di essere un esempio dentro e fuori dal campo per le ragazze più giovani che stanno crescendo”.

Davide e Sara esultano in Fed Cup: sua sorella è una delle stelle della Nazionale di Tathiana Garbin

Quando Davide è diventato il manager di Sara

Davide ha iniziato a seguire sua sorella più di cinque anni fa: “Mi sono laureato in economia e marketing – continua l’ex-calciatore – ho iniziato ad occuparmi di Sara verso la fine del 2011. All’epoca lei aveva bisogno di qualcuno che la seguisse. Sono stato bravo e fortunato perché a inizio 2012 sono riuscito a mettere Sara sotto contratto con Nike, che è sempre stato il suo sogno, e da lì in poi ho continuato a seguirla. Abbiamo fatto e stiamo facendo grandi cose e sono molto contento del percorso che stiamo condividendo”. Davide Errani gestisce anche gli interessi di altre tenniste, italiane e non solo; tuttavia la cosa non sembra preoccupare Sara: “Non penso che ci sia niente di male, l’importante è lavorare con responsabilità. Ho collaborato con altre tenniste come Vinci, Knapp e Serena Williams (con quest’ultima solo recentemente, quando è stata ospite di Fabio Fazio). Al momento sto lavorando anche con tennisti più giovani che stanno crescendo”. Nel complesso Davide Errani può dire di aver realizzato il suo desiderio più grande: “Lavorare nel mondo dello sport è sempre stato il mio sogno e sono contento di esserci riuscito: è un mondo splendido, si viaggia tanto, si scoprono nuovi posti. Bisogna essere sempre sul pezzo perché non ci sono orari e soprattutto nel tennis è sempre tutto molto “last minute”. Mi ritengo una persona fortunata e privilegiata perché posso fare un lavoro così bello”.

Passioni comuni, i difetti di Sara e le aspettative di Davide

Quali passioni condividono i fratelli Errani, tennis a parte? “Sicuramente quella per il basket: appena abbiamo tempo libero andiamo a vedere partite sia in Italia che all’estero. Io sono un grandissimo appassionato anche di baseball e football americano. A entrambi piace molto la Nike, siamo due sfegatati e passiamo le giornate a cercare tutte le nuove uscite di scarpe e abbigliamento vario. Quando siamo ai tornei la prima cosa che facciamo è trovare il Nike Store più vicino”. E se Davide dovesse indicare un difetto di Sara? “In realtà è soprattutto un pregio per il lavoro che fa lei. Mia sorella è sempre molto cocciuta nelle scelte che prende. Non c’è una strada giusta per arrivare ad alti livelli nel tennis, ognuno deve essere bravo a trovare la sua. Sara è stata bravissima e coraggiosa nel prendere le decisioni giuste – andando contro le idee di molti – anche quando era solo una piccola ragazza”. Da quest’ultima Davide non si aspetta niente di nuovo per gli anni a venire: “Non credo che “aspettarsi” sia il termine giusto. Io sono super orgoglioso di lei, e non perché ha vinto tanto o perché è stata la numero cinque del mondo, ma per la persona che dimostra ogni giorno di essere, sia dentro che fuori dal campo. E questo vale più di mille vittorie”. Interpellato sul futuro di sua sorella, Davide non ha dubbi: “Sara giocherà fino a quando lo vorrà, e quando non lo farà più avrà tutta una vita intera da godersi e un mondo da scoprire. Spero che si prenderà il suo tempo per fare tutto quello che vorrà, perché se lo merita. Lei ha sempre creduto in quello che faceva. E se siamo ciò che siamo lo dobbiamo ai nostri genitori che ci hanno lasciati liberi di decidere della nostra vita”. Di quest’ultima Sara ne ha fatta un’opera d’arte, diventata ancora più preziosa da quando suo fratello Davide ha deciso di correre al suo fianco, nella vita di tutti i giorni.

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Simone Lo Giudice
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