Il vincitore di due Giri d’Italia ha commentato le prime tappe della gara e l’avvio di stagione. Queste le sue parole in esclusiva per Azzurri di Gloria.
Occhiali da sole e fisico asciutto. Il tempo sembra non essere passato per Gilberto Simoni. Il trentino classe 1971 non ha smesso di pedalare dopo il suo ritiro avvenuto nel 2010, dedicandosi alla Mountain Bike, sua passione iniziale. A distanza di tanti anni, “Gibo” non ha perso quel fuoco interiore che lo spinge a nutrirsi genuinamente di ciclismo, sia esso una pedalata a cui prendere parte o una gara a cui assistere da navigato campione, con un palmares impressionante, fatto di due Giri d’Italia e di svariate imprese nella corsa rosa. Chi se non l’uomo che ha domato i due versanti dello Zoncolan può raccontare i segreti di una competizione così particolare come il Giro?
Gilberto, qual è il Suo giudizio su queste prime tappe del Giro? Primoz Roglic sembra il padrone indiscusso, ma la corsa sembra poter riservare grandi sorprese nella prossima settimana.
“È un Giro difficile. Ci sono ancora molte tappe da vedere. Si è visto chi può vincerlo, ma non si sa chi lo vincerà realmente”.
Un anno fa, Yates sembrava inattaccabile e poi crollò nell’ultima settimana. Crede che lo stesso possa accadere a Roglic?
“L’unica garanzia sotto l’aspetto della tenuta psicofisica è Nibali. Sia Yates che Roglic hanno ancora molto da dimostrare. È per questo che l’unico punto saldo è Vincenzo”.
C’è qualche corridore che L’ha impressionata maggiormente al punto da poter essere considerato una sorpresa?
“Non mi sembra che ci sia stato un corridore più sorprendente di tanti altri. L’unico che si fa vedere sempre all’attacco è Marco Frapporti. C’è bisogno di gente come lui, che attacchi da lontano”.
Effettivamente, Lei è sempre stato un attaccante, pronto a scattare per fare la differenza. Rivede questo suo modo di correre in qualche corridore in attività?
“Non lo so, è un po’ difficile. Prima vedevo un po’ Fabio Aru simile a me per il modo di correre. Poi è stato frenato dagli infortuni, ma la carriera è ancora lunga. Mi aspettavo qualcosa di più. A parte lui non ne vedo altri, faccio fatica a trovare qualcuno che mi assomigli”.
Si è parlato di un Giro eccessivamente semplice all’inizio e durissimo dopo. Lei cosa ne pensa?
“È inutile criticare il Giro. Inoltre, si sa, bisogna anche seguire le strategie dettate dai vari finanziatori”.