#FuoriCinema: ogni due venerdì su «Azzurri di Gloria», scopri il cinema che racconta lo sport.
Benvenuti al quattordicesimo appuntamento con #FuoriCinema su «Azzurri di Gloria». Oggi parliamo di Warrior per la regia di Gavin O’Connor. Film del 2011, Warrior usa l’MMA come pretesto per raccontare la vita spezzata della famiglia Conlon. Separata per molteplici motivi, i due figli e il padre sono costretti a ritrovarsi sul ring. Ognuno con obiettivi diversi, i tre intrecciano le proprie vite e sembra che lo scontro sia per loro l’unico punto di incontro. In questo senso un ruolo importante è ricoperto dalla scena finale dei due fratelli, ormai distrutti, che escono dalla gabbia come compagni e non avversari. Come il più classico dei film sportivi e soprattutto di lotta, la pellicola si apre con dei protagonisti in cerca di riscatto però, a differenza di altri film, qua il riscatto non è solo personale, non vogliono solo dimostrare qualcosa a sé stessi e al mondo. Di fondo infatti v’è la necessità a muovere i personaggi: chi per poter continuare a dare un tetto sulla testa alla propria famiglia biologica, chi per poter garantire un futuro ad una famiglia acquisita con una promessa. Lungo il loro cammino i tre incontrano ostacoli che li fanno deviare o soltanto sbandare: così un professore di fisica è costretto a scendere dalla cattedra e a salire nuovamente sul quadrato; un figlio è costretto a tornare dal padre che lo aveva abbandonato nel momento del bisogno; e infine un padre, che prova in tutti i modi di tornare nelle vite dei figli, finisce per rovinare nuovamente la propria.
Molte scene di combattimento, molti tagli in faccia che richiamano lo Stallone del primo e del terzo Rocky, molte emozioni che tengono incollati per i 140 minuti di pellicola, ma per i più appassionati probabilmente Warrior non sarà coinvolgente dal punto di vista sportivo. La lotta è un pretesto, come preannunciato, per parlare di una storia, per raccontare due fratelli costretti a farsi del male per capire di volersi bene. È un film che probabilmente può mettere d’accordo gli appassionati, che vogliono vedere dello sport al cinema, e gli amici o il partner a cui lo sport non interessa affatto.
PS: i fan della lotta apprezzeranno Kurt Angle, campione di lotta libera ad Atlanta nel 1995, interpretare Kuba, avversario russo di turno.