Una medaglia che ci fa commuovere e un altra che sblocca il bilancio del tiro a volo: è questo il bilancio della quinta giornata di gare a Parigi 2024, che vede il canottaggio prendersi la scena su tutte le altre discipline. Nuoto compreso. 

Credits: Mimmo Perna/Canottaggio.org

LA LEZIONE DEL CANOTTAGGIO: L’ARGENTO E LA DEDICA A FILIPPO MONDELLI

Li vedi arrivare, esultare e portare con sé una bandiera italiana. Poi, di colpo, ancor prima delle domande della mixed zone, li vedi sciogliersi ad uno ad uno. Sono i ragazzi del canottaggio che, dopo aver conquistato una strepitosa medaglia d’argento, ci hanno dato una sonora lezione di vita. Partiamo dalla gara, in un quattro di coppia che non andava a podio (argento) da Pechino 2008. Gli azzurri erano una delle migliori imbarcazioni, tra le favorite ma non LA favorita. Quel ruolo spettava all’Olanda campionessa olimpica e recordman del mondo, che non si è smentita. Partenza veloce, strappo definitivo dopo i 600m, gestione. Queste sono state le fasi della gara oranje, dominata dal primo metro. L’Italia si è concessa un attimo per crederci, poi si è arresa alla lotta per il secondo posto. La Polonia ci ha superato, ma è stata nuovamente sopravanzata nel rush finale. Argento per 19/100, col tempo di 5.42.40. E poi, la giostra delle emozioni. Tutto ha inizio quando, agli azzurri, viene chiesta una dedica per la medaglia. La risposta è unanime: è per Filippo Mondelli, tragicamente scomparso appena prima delle Olimpiadi di Tokyo. Canottiere e membro di questo quattro di coppia nel precedente periodo olimpico, Mondelli si vide diagnosticare un osteosarcoma che se lo portò via in pochi mesi. Da allora, i suoi compagni di Nazionale hanno avuto una sola missione: conquistare una medaglia olimpica da dedicare a Filippo e alla sua famiglia. Missione compiuta, con una promessa che è diventata realtà. In caso di medaglia, la squadra avrebbe portato sul podio proprio la bandiera italiana di Filippo Mondelli, autentico quinto membro della squadra. Inevitabile la commozione in mixed zone, dove l’intero quartetto si è lasciato andare alle lacrime nel ricordo dell’amico e compagno. In quella che è stata un’autentica medaglia della fratellanza. Ed occhio a mercoledì, quando l’Italia potrebbe prendere un’altra medaglia col duo di coppia PL: Oppo e Soares stanno benissimo.

SILVANA STANCO, L’ARGENTO DI CHI PERSEVERA

A Rio 2016 non si qualificò per la presenza di Jessica Rossi, a Tokyo 2020 chiuse quinta, a Parigi ecco l’argento. Questa è l’escalation di Silvana Stanco, che ha conquistato uno splendido secondo posto nella fossa olimpica, riscattando tre eliminazioni disastrose (Pellielo, De Magistris, Rossi). La tiratrice nata a Lugano e di origini campane, che si è avvicinata alla disciplina per una passione familiare, ha disputato una gara intelligente. Solo tre errori (122/125) nelle qualificazioni, per poi accelerare nella fase decisiva della gara ed evitare ripetutamente il taglio. Si è arrivati così all’epilogo finale che ha consegnato uno storico oro alla guatemalteca Adriana Ruano Oliva (45), davanti all’azzurra (40) e all’australiana Smith. Restando al tiro, doppia eliminazione nel tiro a segno: la carabina 50m da tre posizioni è risultata fatale a Bonazzi (14°) e Sollazzo (19°).

NUOTO, JUDO, SCHERMA. I FLOP DELLA GIORNATA

Due medaglie che portano il totale a quota 13 (3-6-4), ma anche tante delusioni. Prosegue la dicotomia dell’Italia, che continua a non ingranare nel judo: out nel primo turno (a sorpresa) Christian Parlati, che poteva essere un outsider nella categoria -90kg ed è stato battuto (con ippon) dallo statunitense John Jayne. Epilogo simile per Kim Polling (-70kg), out negli ottavi. Restano solo due chances di maglia: Alice Bellandi e la squadra, entrambe da oro. Malissimo anche la scherma, con la sciabola maschile che saluta il torneo nei quarti contro l’Ungheria, e il nuoto. Simona Quadarella ha chiuso quarta nei 1500sl, vedendosi sfilare dalla tedesca Gose. A Simona sono mancare spensieratezza, convinzione e… gambe: preoccupante perdere tre secondi negli ultimi 50m, nella gara dominata da Ledecky. Non è andata meglio neanche a Thomas Ceccon, che ha steccato i 200 dorso: una distanza che allena da tempo, ma non lo vede ancora padroneggiare tutti i segreti di un impegno più lungo e complesso. Da qui il calo finale, dovuto anche a un eccesso di sicurezza, che l’ha portato al nono posto e all’eliminazione per 7/100. Ha chiuso ultimo, invece, Razzetti nei 200 farfalla: qui si è consumata la leggendaria serata di Leon Marchand, oro in questa gara e nei 200 rana. Nulla in confronto al jet Pan Zhanle: 46″40, rifilando un secondo a tutti, per stabilire il nuovo record del mondo nella finale dei 100sl. Deludente e a tratti disarmante anche il Setterosa: inaccettabile il 10-3 subito dagli USA.

DAL TENNIS AL BEACH, GLI ALTRI RISULTATI

Deludente e a tratti disarmante anche il Setterosa: inaccettabile il 10-3 subito dagli USA.  Così come è stata deludente l’eliminazione di Errani e Vavassori (doppio misto) contro gli olandesi Koolhof e Schuurs (7-6 3-6 9-11). Avanza invece Musetti, che nei quarti sfiderà Sasha Zverev. Male il tiro con l’arco, col solo Nespoli qualificato agli ottavi dopo aver eliminato Islam e Sadikov. Out nei 16mi sia Chiara Rebagliati che Alessandro Paoli (contro il fenomeno Lee Won-Seok), mentre domani toccherà a Musolesi contro lo sloveno Ravnikar. Nulla da fare per la canoa (18a Bertoncelli, con una penalità di 50″ per salto porta) e per la ginnastica artistica: Abbadini 11° e Macchiati 19° nel concorso generale, vinto dal giapponese Oka. Capitolo-vela: Bertuzzi-Germani inizieranno la Medal Race dal sesto posto. Sono  terza (Maggetti) e settimo (Renna) i portacolori nella classe iQFOiL. Giovanni Toti ha perso nel badminton contro il cinese Shi, numero uno al mondo, ed è out. Poche gioie dal beach volley, con Ranghieri infortunato e il ko del tandem completato da Carambula contro Mol/Sorum (Nor). Si è disputato, infine, il triathlon della discordia tra le acque della Senna. Italia 14a (Pozzatti) e 30a (Crociani) al maschile, piazzamenti anche al femminile: 16a Betto, 22a Seregni, 29a Steinhauser.
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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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