Da Luca Lovelli, il nostro inviato alle Olimpiadi

Le dichiarazioni di Elia Viviani, bronzo azzurro nel ciclismo su pista, al termine della gara a Tokyo 2020.

Fonte Foto: pagina Facebook Federciclismo

Nonostante cambi format e cambi tutto sei sempre sul podio

“Vuol dire tanto per la reazione che ho avuto, visto che ero partito molto male. Ho avuto un blocco nelle gambe e nella testa, infatti si vedeva che non ero messo bene nella prima gara. Lì le gambe non mi hanno permesso di eseguire l’attacco giusto e la testa non mi ha permesso di sprintare perché mi sono accorto che mancavano tre giri quando ormai era troppo tardi ed ero ultimo. Nella tempo race ho reagito ma non per poter tornare a medaglia e l’eliminazione è stato lo scatto. Come ho detto prima se avessi vinto l’eliminazione sarei potuto tornare in gara e nella corsa a punti stavo bene, le gambe c’erano, ho corso all’attacco e sono tornato in gara subito tanto che mi dispiace aver perso l’argento all’ultimo giro. Bisogna guardarla comunque dal punto di vista del bronzo vinto, l’oro ormai era andato perché Walls, con il giro che ha guadagnato da solo, ha fatto vedere a tutti chi comandava. Sono situazioni, l’argento è perso ma è comunque una medaglia vinta. Ho pagato essere qui da quindici giorni e non aver potuto rompere il ghiaccio in gara, ma sono comunque contento. Dopo due anni difficili ora sto meglio, sono nel gruppo che mi piace, con Marco sopra di me e riparto da qua”.

Tutti i ragazzi hanno parlato di come, da capitano, li hai caricati. A loro volta quanto ti ha caricato vedere il risultato in vantaggio sapendo che quell’oro arrivava da te?

“Ho sentito un certo peso negli ultimi giorni avendo quel ruolo, però ieri è stata una giornata indimenticabile e se vi ricordate lo dissi anni fa a Rio che il mio desiderio era quello di vedere il Team Pursuit vincere a Tokyo, e così è stato. Loro mi hanno caricato tanto nonostante ieri sera ho dovuto cambiare camera per dormire un po’, ma in sostanza obbiettivo raggiunto per tutti. Abbiamo ancora una gara dove possiamo divertirci, dove con Simone possiamo chiudere due begli anni insieme. Credo che Marco sia orgoglioso di noi, come anche tutti gli italiani”.

Da dove viene questa commozione? Alla fine sei un oro olimpico ma anche questo bronzo ti ha fatto commuovere

“Questa commozione viene da due anni di sofferenza, con obbiettivi mancati e situazioni che non vanno, è stato un peso che non mi ha lasciato divertire. Spero di ripartire da qui perché quando mi concentro su una cosa dimostro che la posso raggiungere e spero di essere tornato definitivamente ad alti livelli”.

L’avresti mai detto o pensato a gennaio quando ti trovavi in un letto d’ospedale?

“No, però non l’ho mai presa come una scusa, quindi guardo indietro con dispiacere per non aver vinto tanto, ma con la consapevolezza che il giorno successivo al Giro mi sono focalizzato sulle Olimpiadi. Mi è dispiaciuto non essere in grado di poter entrare nel quartetto i giorni scorsi perché in verità, quando abbiamo visto che i ragazzi si potevano giocare l’oro, abbiamo valutato che fosse meglio non cambiare per rischiare di prendere l’argento, ma era giusto provarci. In generale mi sono comunque preparato, quindi le gambe da qualche parte dovevano uscire, e lo hanno fatto durante l’eliminazione e nella corsa a punti, probabilmente le migliori gambe di sempre, proprio come quelle di Rio 2016”.

È scattato qualcosa nella tua testa quando hai saputo, al Giro d’Italia, di essere portabandiera? Come uno switch dopo tutti questi anni da buttare per te a livello mentale

“Assolutamente sì, lo dissi anche in quella occasione. Valorizza la persona e quando il presidente Malagò e tutti gli altri hanno deciso che potevo essere portabandiera l’ho presa come un premio a Elia come persona, c’era qualcuno che credeva in me e da quel giorno in poi ancora di più, mi hanno dato la carica per prepararmi alle Olimpiadi. Una volta qui capisci quanto grandi sono le Olimpiadi, cominci a vedere gli ori di Tamberi e Jacobs, le medaglie di Paltrinieri, e ti viene da pensare che ne vale la pena. Quell’eliminazione mi ha fatto tirare fuori il coraggio e poi una corsa a punti che mi ha regalato questa bellissima medaglia di bronzo”.

Che cosa ti hanno detto Marco e Roberto Amadio per aiutarti a sbloccarti? Perché fisicamente stavi benissimo ma mentalmente, come hai già accennato,hai pagato la questione

“Mi dicevano che da fuori mi vedevano bene e che qualcosa non quadrava perché mi vedevano pedalare bene in generale. Marco ha sottolineato il fatto che non ho ragionato sulla voltata finale e sono stato l’unico che ha rimontato quindi le gambe ci sono. Nella tempo race quel buco chiuso bene togliendo di ruota al gruppo è stato un altro segnale positivo, ma come avete visto con due punti in più sarei stato secondo e invece sono finito undicesimo. Probabilmente loro ci hanno creduto più di me, Marco vedeva che stavo bene di fisico ma avevo un peso sulla testa. Mi hanno aiutato molto a reagire, va detto che è un gruppo forte, compreso Amadio che ritrovo dopo un po’ di tempo”.

Marco ti ha lanciato per superare quel giro

“Sì, come avete visto i CT non erano sulla pista per motivi di sicurezza e non avevo il riferimento di Marco. Eravamo d’accordo sul fatto che Amadio da sopra mi dicesse tutto, e quando mi ha detto <<attacca adesso>> sono andato e lui ha visto le facce di chi probabilmente era calato con le energie, e lì è andato molto bene l’attacco con Kluge e il bielorusso, lì sono arrivati tanti punti che mi hanno fatto tornare in gara. Bella anche la sfida con Benjamin Thomas e il neozelandese che mi è sfuggito”.

Se non ci fosse stata quella frenata del belga, che ha riportato dentro le cose nel finale, era argento

“Sì anche all’ultima volata ci ho pensato, poi è arrivato Shir da dietro a doppia velocità e non c’erano più energie. Avevo addirittura paura di perdere il bronzo, ma non potevo farci più niente quindi ho preso quel quarto posto e una medaglia di bronzo”.

Avevi capito subito di aver fatto medaglia una volta tagliato il traguardo?

“Avevo calcolato che avrei perso l’argento se non avessi vinto l’ultima volata, ma vedendo che quello vicino era Thomas, ho guardato il monitor. Poi ho visto che avevo vinto l’argento e io corro sempre per vincere, mi dispiace aver perso l’argento, ma è un bronzo guadagnato, soprattutto vedendo come avevo iniziato”.

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