Michele Scarponi ci ha lasciato in un incidente stradale a Filottrano. Ecco un ritratto dello sfortunato campione marchigiano, vincitore del Giro d’Italia 2011.

Michele Scarponi aveva 37 anni

ADDIO MICHELE

Il ciclismo è sotto shock. Michele Scarponi non c’è più. È volato via in maniera beffarda, in un incidente stradale in via dell’Industria a Filottrano. Lì lo attendeva la “Signora senza ruote”, come cantava Gino Paoli. Ha deciso di prendere con sé un campione ed una persona splendida. Marchigiano di Jesi, è stato uno dei pochi atleti a farsi apprezzare sia per quello che faceva sulla strada, sia per la generosità e la simpatia contagiosa al di fuori delle corse. Quando indossava la divisa, faceva terribilmente sul serio. Era uno scalatore potente, dotato di una grande resistenza. Piaceva tanto perché trasmetteva al pubblico la passione per il proprio lavoro. Andare in bici e faticare erano un passatempo prima ancora di un impegno. Una volta dismessi i panni dell’atleta, era sempre sorridente e cordiale. Aveva un’innata capacità di sdrammatizzare in maniera divertente. Simpatico ed autoironico, ma mai banale. Quello mai. Lascia una moglie e due bellissimi gemelli, a cui aveva rivolto il primo pensiero dopo aver conquistato la prima tappa del Tour of the Alps, solamente cinque giorni fa.

IL RICORDO DEI COLLEGHI

La notizia ha gettato nello sconforto tanti campioni e colleghi di Michele. Alejandro Valverde ed Alberto Contador sottolineano la capacità del marchigiano di contagiare con la sua allegria. La Lotto NL Jumbo abbraccia idealmente la famiglia dell’atleta e la Astana, squadra del ciclista classe 1979. Francesco Chicchi rabbrividisce di fronte a questo annuncio scioccante. Fabio Aru, compagno ed amico, prova una “tristezza infinita”. Increduli anche il CT Davide Cassani e il Presidente della Federazione Italia Renato Di Rocco. Vincenzo Nibali, amico ed ex compagno di Michele, si è dichiarato senza parole, incapace di commentare la notizia. Troppo forte il dolore. Curioso il loro rapporto: nel 2011 Michele aveva beffato il siciliano nella lotta per il secondo posto alle spalle di Contador al Giro d’Italia. Dopo la squalifica per doping dello spagnolo, Scarponi aveva ereditato la vittoria rosa. Una soddisfazione incredibile, la più bella nella sua carriera. Nel 2016, era stato Michele a dare un contributo significativo alla rimonta nelle ultime tappe dello Squalo di Messina. Un gesto unico, che si univa ad una grande amicizia tra i due atleti.

L’UOMO DAL SORRISO CONTAGIOSO

E, del resto, come si poteva non essere contagiati dal sorriso di Scarponi? Come si poteva rimanere indifferenti alla sua affabilità, al suo buon umore, al suo avere sempre una parola pronta per tutti? Uomo squadra per eccellenza, Michele era uno dei lati più divertenti di questo sport. Era un modello per i giovani per come era stato capace di risollevarsi dalle sabbie mobili di una squalifica per doping, dettata dai contatti con quell’Eufemiano Fuentes nel 2006. Non ha mai cercato scuse o alibi. Ha preferito pedalare a testa bassa, con il sorriso e la determinazione a riprendersi un mondo che sentiva suo perché gli apparteneva, perché era parte di lui. È tornato con il sorriso. Era pronto a prendere il posto dell’infortunato Fabio Aru al prossimo Giro d’Italia. Si allenava con Frankie, il pappagallo del vicino che lo accompagnava nelle sue sgambate. Stavolta, caro Frankie, sono finite le uscite con Michele. La corsa si è conclusa contro un furgone. Il suo sorriso, però, resterà un ricordo indelebile nell’animo di chi ha avuto la fortuna di ascoltarlo anche solo una volta.

Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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