Succede di tutto nei 244km da Penne a Gualdo Tadino, in una tappa dai continui saliscendi: attacchi, scatti, contro-scatti e la tremenda crisi di Esteban Chaves, che esce di classifica. Il film della 10a tappa del Giro d’Italia.

Giro d'Italia

GIRO D’ITALIA, 10A TAPPA: ARRIVA LA FUGA, VITTORIA PER MOHORIC

244km per quella che è la tappa più lunga del Giro d’Italia, alla quale ne sono stati aggiunti 5 supplementari rispetto ai 239 previsti in origine: si parte da Penne e si arriva a Gualdo Tadino dopo una serie infinita di saliscendi che porta i corridori ad effettuare (quasi senza accorgersene) 3mila metri di dislivello. Il punto più duro è sicuramente la salita di Fonte della Creta, 16km con pendenza media al 6% e pendenza massima al 12% che fanno malissimo a qualche corridore (Viviani e Chaves) e di fatto annientano la possibilità di avere la volata, anche se Sam Bennett resiste nel gruppo maglia rosa. La frazione viene scandita da una fuga iniziale composta da 17 uomini. che si vedono lasciare un vantaggio massimo intorno ai 3′: davanti ci sono Matteo Montaguti (Ag2r), Davide Ballerini (Androni-Sidermec), Luis Leon Sanchez (Astana), Matej Mohoric (Bahrain-Merida), Giulio Ciccone (Bardiani-CSF), Ben Hermans e Krists Neilands (Israel Cycling Academy), Ben King (Dimension Data), Thomas Scully (EF-Education First), Tony Martin e Mads Wurtz (Katusha), Koen Bouwman (Lotto NL-Jumbo), Ruben Fernandez (Movistar), Jarlinson Pantano e Mads Pedersen (Trek), Valerio Conti (UAE), Jacopo Mosca (Wilier Triestina), ma il tentativo non dura molto. Il gruppo sgasa quando si stacca Chaves e contemporaneamente attacca il pericoloso Pello Bilbao (Astana), così da annullare il tentativo dei fuggitivi e prendere il controllo della corsa. Il calvario di Chaves è drammatico e lo fa uscire di classifica (vedi sotto), dando il via a una tappa nella tappa: tutti controllano i distacchi del colombiano, e il via libera agli attacchi arriva solo intorno ai 50km dall’arrivo. Ci prova per primo Frapporti (Androni-Sidermec), che viene però messo fuori gioco dagli attacchi di Mohoric e Villella: i due si ricompattano e formano un terzetto con Nico Denz (Ag2r), che si sfalda nel finale. Dietro intanto il gruppo fatica a organizzare un inseguimento convinto e dice addio allo sprint, che invece viene fatto da Matej Mohoric e Denz per il successo finale: la vittoria va allo sloveno della Bahrain-Merida, che aveva già vinto una tappa nella Vuelta 2017 e conferma la sua crescita dopo essersi un po’ perso in seguito alla vittoria nel Mondiale juniores del 2013. Secondo Denz, mentre il gruppo finisce col riprendere sia Villella, che i contrattaccanti De Marchi ed Henao, che Adam Hansen (che aveva tentato l’allungo ai -2): la volata per il terzo posto, in un gruppo staccato di 34”, vede Sam Bennett precedere Battaglin e Ballerini, e la maglia rosa resta ovviamente sulla spalle di Simon Yates. Il britannico ha vissuto una frazione tranquilla, che è stata movimentata per Dumoulin e Carapaz (altrettante forature, sono rientrati entrambi) e ha visto Chaves salutare la classifica generale.

GIRO D’ITALIA 2018: CHAVES, LA 10A TAPPA È DA INCUBO

Il grande sconfitto di giornata è proprio il colombiano, che dopo aver strappato il secondo posto nella generale a Tom Dumoulin sfruttando la grande giornata sul Gran Sasso cede nella prima tappa post-riposo. Chaves si ritrova ad avere problemi di respirazione sulla salita di Fonte della Creta e viene attaccato dal Team Sky, che vuole togliersi di mezzo un rivale pericoloso per la classifica generale: il ciclismo è anche questo, e l’azione della Sky e delle altre big manda in tilt Sorriso Chaves, che va in apnea e perde quasi 3′ nel tratto finale della salita, scivolando addirittura nel gruppetto dei velocisti con Elia Viviani e gli altri sprinter. La Mitchelton-Scott gli assegna tre uomini per tentare di riportarlo sotto e la missione sembra compiuta anche grazie all’aiuto della Quickstep e dello stesso Viviani, ma le nuove accelerate di Gesink e della Groupama-Fdj nel gruppo maglia rosa distruggono le speranze di Chaves e Viviani: il vantaggio torna a due minuti, la Quickstep molla e Chaves fa lo stesso dopo aver avuto uno scatto d’orgoglio che l’aveva portato in testa al gruppo per tirare e tentare di salvare il salvabile. Il colombiano esce dalla classifica dopo aver perso 25’25” (con lui, staccato anche Meintjes), e ora si trova di fronte a delle scelte difficili: proseguire facendo il gregario di Simon Yates, dedicarsi unicamente a dar fastidio agli altri big e inseguire la vittoria nella maglia azzurra, oppure cedere ai problemi respiratori e ritirarsi? Sarà una notte di riflessione per Chaves, passato dalle stelle alle stalle nel giro di 48 ore. Chi esulta in parte, invece, è ancora Yates: il britannico mantiene la maglia rosa e, complice lo sprint vincente al traguardo volante con abbuoni, allunga a 41” su Dumoulin e 46” su Pinot.

Domani la corsa riprenderà con una tappa che potrebbe stabilire nuovi distacchi tra i big: si parte da Assisi e si arriva a Osimo dopo 156km nei quali si affrontano 2.800m di dislivello, sfidando saliscendi continui e affrontando i temuti muri marchigiani. Tra questi, oltre allo strappo del traguardo, segnaliamo il muro di Filottrano e le sue pendenze intorno al 16-18%: qui si allenava Michele Scarponi, che verrà omaggiato così dal Giro d’Italia.

Giro d'Italia

Il percorso dell’11a tappa del Giro d’Italia

 

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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