Il punto dopo la seconda settimana del Giro d’Italia, e in vista di una terza settimana infernale e come sempre decisivo: ottimo Carapaz che è il nuovo leader, bene Nibali, mentre Roglic è al punto di svolta. Lo sloveno attaccherà o continuerà a gestire sperando nella crono?

GIRO D’ITALIA 2019, IL PUNTO: CARAPAZ DA URLO, BENE NIBALI. E ROGLIC…

La prima settimana, con due cronometro per passisti-scalatori e tante tappe per velocisti, non aveva dato grandi indicazioni, e tutti aspettavano le indicazioni delle prime salite per capire chi potrà vincere davvero il Giro d’Italia. Il trittico Ceresole Reale/Courmayeur/Como ci ha fatto assistere a delle belle tappe, ma la classifica del Giro d’Italia 2019 è tutt’altro che definita. La prima settimana ci aveva fatto assistere a un Roglic dominante, con Nibali unico in grado di tenere davvero il suo passo e restare in scia, e ci aveva regalato la maglia rosa di Valerio Conti dopo la prima fuga-bidone del Giro, ”ispirata” proprio dalla scarsa reazione della Jumbo-Visma, che vuole tenere la maglia rosa il prima possibile (non ha la squadra per controllare) e puntare al ribaltone a Verona. La seconda settimana invece è stata bipartita: le ultime volate, poi le montagne che hanno sancito il ritiro di Viviani ed Ewan, il fuori tempo massimo del ”solito” Mareczko e il cambio di leader con la fuga-bidone di Polanc e soci. Che settimana è stata? Sicuramente ricca di colpi di scena, perchè chi si aspettava un Roglic all’attacco è stato subito smentito: lo sloveno ha corso in maniera intelligente, marcando a uomo quel Vincenzo Nibali che era il suo maggior rivale.

Nibali ha reagito marcando a sua volta Roglic e dando vita a un dualismo che si estende alle ammiraglie, alle conferenze ”in tandem” allo stesso orario per togliere visibilità all’avversario e a qualche dichiarazione sopra le righe. Una vera rivalità, nata perchè Roglic ha seguito Vincenzo come il miglior Gattuso sia a Ceresole Reale che a Pinerolo: i due si sono marcati a vista, probabilmente anche troppo, visto che l’atteggiamento del duo ha consentito ad alcuni corridori di rientrare. Il primo a guadagnare è stato Mikel Landa, e poi è toccato ai meno pericolosi Zakarin/Mollema e a un fantastico Richard Carapaz: l’ecuadoriano, galvanizzato dal nutrito fans club di matrice quechua che lo segue in ogni tappa facendo un discreto casino, sta correndo davvero un grande Giro. Con un attacco intelligente sul San Carlo ha vinto la tappa di Courmayeur, approfittando della nuova marcatura a uomo tra Roglic e Nibali per prendere la maglia rosa con 7” sullo sloveno. Ieri, poi, ha disputato una tappa d’autore a Como. La sua Movistar ha controllato magistralmente la corsa sfruttando un organico di qualità e adatto per gestire al meglio il Giro, e Carapaz ha duellato con Nibali in salita e discesa, non perdendo un centimetro: Vincenzo, che sta disputando un Giro in linea con le attese ed è in ottima condizione, ha ammesso di averlo sottovalutato e che sarà un cliente scomodo negli arrivi in salita della terza settimana, a partire già da domani e da una tappa ridisegnata senza Gavia. E Roglic? Primoz era nella posizione perfetta per la sua strategia di gara, ovvero tenere al meglio in salita, arrivare dietro di 50 secondi/un minuto e poi ribaltare tutto nella cronometro: una strategia già sperimentata alla Tirreno-Adriatico. Ieri, però, qualcosa è andato storto.

GIRO D’ITALIA 2019: ROGLIC A 47” DA CARAPAZ, ORA CHE FARÀ PRIMOZ?

La domenica di Primoz Roglic va archiviata tra le giornate da incubo. Nel ”piccolo Lombardia”, lo sloveno non ha corso in maniera intelligente come aveva fatto in precedenza: si è trovato spesso in fondo al gruppetto, e ovviamente isolato per la scarsa forza della Jumbo-Visma. Dalla sua posizione a fondo gruppo nasce il coinvolgimento nella caduta di Dombrowski, che ha contribuito a causare il problema meccanico che l’aveva fatto staccare una prima volta: Primoz è poi rientrato con la bici di Tolhoek, perchè l’ammiraglia era lontana (ragioni ”fisiologiche”, pare) e non ha potuto dargli la sua bici, ma in discesa era tutt’altro che a suo agio con un mezzo settato in maniera diversa. Lo scarso feeling ha fatto sì che Roglic cadesse e rischiasse di farsi molto male: lo sloveno si è poi rialzato e, acciaccato e con parecchi graffi, ha chiuso a 40” facendo un mezzo miracolo. Ora si trova a 47” da un Carapaz in grande forma e più forte in salita, e a un bivio: continuare a correre di rimessa e marcare gli avversari può essere estremamente deleterio, perchè è con questo atteggiamento che ha consentito a Landa, Carapaz ecc di rientrare. Ma soprattutto perchè sarà uno contro tutti su salite ad alte pendenze: Carapaz e Landa faranno gioco di squadra, ma anche Nibali, Majka, Yates e Lopez (che cercano la rimonta da podio) vorranno attaccare proprio per far saltare Roglic, che nella crono di Verona può rimontare su tutti e vincere il Giro. Che farà Primoz? Per lo spettacolo del Giro speriamo che inizi a sua volta ad attaccare come fece lo scorso anno al Tour, dove però aveva una squadra migliore e più attrezzata per le salite, ma tanto dipenderà dalle gambe: Roglic ha sempre dato la sensazione di controllare gli avversari e correre senza forzare, ma potrebbe anche essere un bluff per mascherare una condizione in calo in prossimità della terza settimana.

Lo sloveno, di fatto, viaggia a gran ritmo da fine febbraio, e dunque potrebbe anche calare e dover dire addio al sogno-vittoria. Il problema è che non si riesce a capire come stia davvero, perchè è imperturbabile e ”allergico” alle lunghe interviste/chiacchierate. Vedremo come si svilupperà la sua terza settimana, e anche cosa faranno Carapaz, Nibali, Lopez, Landa, Yates e i possibili outsider (Majka, Mollema ecc): sicuramente Movistar farà la corsa e proverà a guadagnare ancora domani, attaccando sul Mortirolo, ma nulla è scontato. Sarà una terza settimana di lotta con gli arrivi in salita di Ponte di Legno, Anterselva e Croce d’Aune, la tappa di San Martino di Castrozza e la crono di Verona, mentre i velocisti vivranno giorni da incubo: dovranno lottare per proseguire, salvo poi fare l’ultima volata giovedì, una volata che deciderà la maglia ciclamino e vedrà sfidarsi Demare, Ackermann e gli sprinters superstiti. Insomma, ci attendono giorni infuocati: la strategia di Roglic funzionerà, oppure vincerà l‘entusiasmo di Carapaz? Nibali arriverà solo sul podio o vincerà un nuovo Giro? Lo scopriremo da qui a domenica.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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