Il danese vince lo sprint, battendo l’azzurro e lo svizzero Stefan Kung. La maledizione iridata per l’Italia continua ancora.

Dopo la pioggia arriva l’arcobaleno. Nello Yorkshire, i colori del gioco di luce animano la maglia del campione del mondo finita sulle spalle di Mads Pedersen. Il danese vince il Mondiale delle sorprese. Lo fa nel modo più incredibile, attaccando da lontano e resistendo al rientro di uomini più accreditati. Le gocce di pioggia si mischiano invece alle lacrime amare dell’Italia. Matteo Trentin chiude al secondo posto dopo la volata contro il danese e lo svizzero Stafan Kung. Un argento importante di per sé, ma tristissimo per come è maturato.

LA GARA

La pioggia battente costringe gli organizzatori ad attuare modifiche importanti al tracciato. Partenza posticipata dalle 8.40 alle 9. Tagliata la parte più vicina alla partenza di Leeds, mentre aumentano i giri nel tracciato finale che passano da 7 a 9. Le battute iniziali vedono un gruppo di undici corridori andare in avanscoperta. Nairo Quintana (Colombia), Richard Carapaz (Ecuador), Magnus Cort Nielsen (Danimarca), Jonas Koch (Germania), Maciej Bodnar (Polonia), Silvan Dillier (Svizzera), Petr Vakoc (Rep. Ceca), Alex Howes (Stati Uniti), Hugo Houle (Canada), Jan Polanc e Primoz Roglic (Slovenia) arrivano a guadagnare oltre 4 minuti, ma il gruppo con i favoriti di giornata non lasciano troppo spazio. A partire dai meno 140 inizia la rimonta del gruppo che rosicchia continuamente terreno. Quando mancano 123 chilometri arriva la prima svolta della gara: una caduta divide il plotone principale e resta indietro Philippe Gilbert, atteso dal giovanissimo Remco Evenepoel. Tuttavia, il Belgio, anziché rallentare, tira dritto e rende inutile il tentativo di rientrare da parte del vincitore della Parigi-Roubaux 2019. Gilbert si ritira tra le lacrime, seguito, una ventina di chilometri dopo, dal campione uscente Alejandro Valverde. Il maltempo miete continue vittime. La gara diventa una corsa ad eliminazione. Francia, Olanda ed Italia scandiscono l’andatura ed il gruppo perde elementi continuamente. Ai meno 65 si muovono Lawson Craddock (Stati Uniti) e Stefan Kung (Svizzera). Nel frattempo si ritira anche Alexey Lutsenko (Kazakistan). Cambio in testa: saluta Craddock ed arriva Mats Pedersen. Ai meno 45 si muove prima l’Olanda con Mike Teunissen e poi l’Italia con Gianni Moscon. I due attaccanti rientrano sul tandem al comando. Dietro. qualche chilometro dopo, attacca Mathieu Van der Poel, seguito da Matteo Trentin e da Daniel Martinez. Il colombiano non regge il ritmo, mentre l’olandese e l’italiano raggiungono i primi. Il loro vantaggio sfiora il minuto rispetto agli inseguitori. Ai meno 13 altro colpo di scena: il favoritissimo Van der Poel va in crisi di fame, si stacca e finisce lontanissimo. Sull’ultimo strappo attacca Kung che lascia indietro Moscon. Si arriva allo sprint a tre: Trentin scatta, ma gli ultimi cento metri parlano danese. Pedersen è campione del mondo.

Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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