L’olandese inventa un’azione pazzesca che le permette di trionfare in solitaria. Secondo posto per la connazionale Anna Van der Breggen, davanti all’australiana Amanda Spratt.
Una lucida follia. Pensare di vincere un Mondiale attaccando ai meno 106 dal traguardo è molto più di una semplice audacia. E’ un’impresa ai limiti dell’impossibile, specialmente nel tatticismo caratteristico del ciclismo attuale. Annemiek Van Vleuten trionfa nell’unica competizione che mancava nel suo ricchissimo palmares: la gara in linea del Campionato del mondo. La gioia per la rottura della maledizione iridata si somma all’incredulità per un vero e proprio capolavoro. Una magia nata con un attacco sulla salita di Lofthouse e divenuta realtà pedalata dopo pedalata, chilometro dopo chilometro, fino al sorriso sul traguardo.
DOPPIETTA OLANDA
L’Olanda si conferma corazzata straordinaria. Oltre al trionfo della Van Vleuten, si festeggia anche il secondo posto di Anna Van der Breggen. L’olandese, iridata un anno fa, corre con intelligenza: prima lascia sfiancare le avversarie nell’inseguimento alla compagna di squadra, ricoprendo il ruolo di stopper, e poi contrattacca nel finale per assicurarsi la piazza d’onore a 2’15”. Terzo posto per l’australiana Amanda Spratt a 2’28”. Quarta la statunitense Chloe Dygert che manca il bis a cronometro nonostante un inseguimento generoso alla Van Vleuten. La mossa le costa il podio nel finale, ma la ragazza ha talento e classe.
AMAREZZA ITALIA
Giornata negativa per l’Italia. Le azzurre non riescono ad inserirsi nelle azioni decisive e lasciano sola in avanti Elisa Longo Borghini. L’atleta di Ornavasso entra nel gruppo di contrattaccanti e resta sempre ad un minuto di ritardo dalla Van Vleuten. Nell’ultimo giro, però, le energie scarseggiano e non riesce a giocarsi la medaglia. Insomma, una gara opaca per la formazione italiana, che un anno fa aveva colto un meraviglioso bronzo con Tatiana Guderzo.