Si è conclusa la quinta giornata di gare a Bergen, sede del campionato mondiale di ciclismo. Protagoniste le azzurre nella categoria juniores. Meno soddisfazioni tra gli under 23.
JUNIORES: PIRRONE DA URLO, PATERNOSTER A PODIO
L’Italia del ciclismo femminile futuro è in ottime mani. Bastano due nomi per far impallidire tutti gli avversari: Elena Pirrone e Letizia Paternoster. La prima ha mostrato una regolarità impressionante nelle gare da maggio in poi. Ai campionati italiani ha conquistato due terzi posti nelle gare a cronometro ed in linea. Agli Europei si è messa in mostra sempre nella sfida contro il tempo, vincendo la medaglia d’oro. Titolo continentale che va ad aggiungersi al bronzo nei Mondiali su pista a Montichiari ed alla straordinaria doppietta ottenuta sulle strade di Bergen, sede della rassegna iridata. Primo posto nella gara contro le lancette e in quella in linea: una doppietta mai riuscita a nessun’altra atleta in precedenza. A Letizia Paternoster, invece, la manifestazione internazionale ha lasciato in eredità un bellissimo terzo posto alle spalle della danese Jorgensen, figlio anche di una gara in linea condotta per aiutare la compagna Elena, fuggita in avanscoperta ad un giro dalla conclusione. Poco male comunque, perché questo ottimo risultato si somma con un’annata superlativa, coronata dalle vittoriose spedizioni al campionato italiano su strada in entrambe le categorie, dai 5 ori agli Europei su pista e dalla tripletta al Mondiale indoor. Numeri che certificano una situazione rosea per il nostro ciclismo italiano. E la foto del podio di Bergen, con le due ragazze classe 1999 intente a cantare l’inno di Mameli, abbracciandosi da amiche vere e future compagne al team Astana, non può che rendere i tifosi azzurri speranzosi per il futuro delle due ruote.
UNDER 23: ALBANESE PIAZZATO
Non è andata altrettanto bene alla Nazionale italiana maschile under 23. In una corsa resa assai dura dal ritmo impresso dalla formazione francese e dal maltempo, ha tentato di fare il colpaccio il tedesco Lennard Kamna, con un attacco ai meno 10 dal traguardo. Se non ha conquistato la maglia iridata, è solamente per merito della splendida rincorsa attuata dal transalpino Benoit Cosnefroy, bravo a riprendere il fuggitivo ed a batterlo allo sprint. Alle loro spalle è giunto il gruppo con gli altri pretendenti alla vittoria finale. Il terzo posto è andato al danese Svendgaard, mentre il migliore degli azzurri, Vincenzo Albanese, ha chiuso il quinta piazza. Il corridore italiano ha confessato di aspettare di più da sé stesso, ma, date le condizioni particolari, era molto complicato ottenere un risultato di maggior blasone. Resta comunque l’ottima prova offerta dai ragazzi del CT Marino Amadori.