Niente Mondiali di Innsbruck per Fabio Aru: il ciclista sardo, reduce da un’annata opaca, ha rinunciato alla convocazione, annunciando il tutto sui propri canali social. 

Fabio Aru (fonte Eurosport.com)

CICLISMO, MONDIALI INNSBRUCK 2018: FABIO ARU RINUNCIA ALLA CONVOCAZIONE

Niente Mondiali per Fabio Aru, e rinuncia ufficiale alla convocazione in azzurro. È questa la notizia del tardo pomeriggio odierno, che ha sorpreso tutti. Sin dall’inserimento (a sorpresa, visto il pessimo 2018) negli 11 pre-convocati per il Mondiale di Innsbruck, tutti quanti si aspettavano il suo inserimento nei magnifici otto che andranno all’attacco della maglia iridata domenica 30 settembre, e invece è stato lo stesso corridore sardo a tirarsi indietro e rinunciare alla maglia azzurra. Forse hanno pesato le critiche dei media e dei tifosi, forse ha pesato maggiormente la consapevolezza di essere ben lontano dalla miglior condizione dopo una Vuelta davvero anonima, e così Fabio Aru ha ufficializzato l’addio ai Mondiali con un post sulla propria pagina Facebook: ”Nelle ultime settimane e nelle recenti gare ho cercato di fare del mio meglio per dare segnali significativi, in vista del Mondiale. Purtroppo, la mia condizione non è quella che vorrei e, con ogni probabilità, non mi consentirebbe di onorare al meglio la convocazione in Azzurro. A malincuore, dopo essermi consultato con il commissario tecnico Davide Cassani, ho preso la decisione di rinunciare alla convocazione della Nazionale Italiana per i Campionati del Mondo di Innsbruck. È una scelta sofferta, ma basata sul mio amore e rispetto verso la Maglia Azzurra. Credo sia giusto lasciare spazio a chi, in questo momento, può contare su una condizione migliore. Auguro il meglio ai miei colleghi che cercheranno di tenere in alto i colori dell’Italia sul tracciato di Innsbruck”.

FABIO ARU E IL SUO 2018 DA INCUBO

Il 2018 di Fabio Aru è stato a dir poco opaco e povero di risultati. Fabio ha fallito l’obiettivo-Giro d’Italia, staccandosi varie volte nelle tappe di alta montagna e chiudendo il proprio calvario col ritiro nella 19a tappa, con arrivo a Bardonecchia. Ad inficiare la sua preparazione e condizione fisica, secondo le indiscrezioni, avrebbero contribuito delle intolleranze alimentari scoperte pochi giorni prima della corsa rosa, che di fatto hanno rivoluzionato la sua vita: il suo organismo non riesce a digerire il glutine e la caseina, e così Aru ha dovuto eliminare totalmente i latticini dalla sua dieta e ridurre al minimo i carboidrati, dato che sotto sforzo il suo fisico non digerisce quegli alimenti. A questo si sono aggiunte le polemiche con Saronni per la preparazione ”autogestita” in vista del Giro, dato che Fabio si è allenato praticamente da solo con Paolo Tiralongo (fresco di ritiro e dunque acerbo come preparatore), e una Vuelta ancor più anonima del Giro d’Italia.

Dopo aver saltato Tour e campionati italiani per riprendersi al meglio, Aru si è presentato alla Vuelta per rifinire la condizione in vista del Mondiale, e veniva visto da tutti come un possibile outsider. E invece, la sua corsa è stata un autentico fallimento: si è staccato su ogni salita, e ha vissuto un crescendo di prestazioni negative che l’ha portato all’assurda caduta di Les Praeres (botto contro il muretto a 70km/h, poteva farsi malissimo) e a perdere 12′ nella tappa seguente a Balcon de Bizkaia. Per lui il 23° posto nella generale e un ritardo di 1h03’07”, una condizione davvero precaria e l’ennesima delusione in un grande Giro. E così, a sette giorni esatti dalla prova in linea dei Mondiali, Fabio Aru ha alzato bandiera bianca e rinunciato alla convocazione nei Mondiali.

L’Italia punterà tutto su Vincenzo Nibali, con Gianni Moscon come possibile piano-B e Alessandro De Marchi chiamato ad andare in fuga e sfruttare la sua ottima condizione: a loro si aggiungeranno al 99% Damiano Caruso, Franco Pellizzotti, Domenico Pozzovivo e Brambilla. L’ottava maglia invece vede in ballottaggio Cataldo, Formolo e Visconti: il corridore dell’Astana, ottimo alla Vuelta, sembra favorito e sarebbe un gregario prezioso.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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