La quinta tappa della corsa dei due mari è stata conquistata da uno scatenato Jakob Fuglsang (Astana), davanti ad Adam Yates (Mitchelton Scott) e Primoz Roglic (Jumbo-Visma).
Due su due. L’Astana ci ha preso gusto e, dopo la vittoria di Alexej Lutsenko nella quarta tappa, concede il bis con un sontuoso Jakob Fuglsang. Il danese stacca gli uomini di classifica ai meno 17 e i compagni di fuga sulla penultima salita. Nella Piazza Giacomo Leopardi di Recanati transita per primo rifilando 40 secondi al leader della generale Adam Yates (Mitchelton Scott). Una piazza d’onore preziosa per l’inglese che lascia a 17 secondi il principale rivale Primoz Roglic (Jumbo-Visma). La maglia azzurra allunga ulteriormente: lo sloveno della Jumbo-Visma è distante 26”, mentre Fuglsang scavalca Tom Dumoulin (Team Sunweb) e si porta a 35”.
STOCCATA
Strappi durissimi in rapida successione. Senza sosta. La Tirreno-Adriatico vive una delle giornate cruciali per la classifica generale. La quinta tappa non prevede il classico arrivo in salita delle ultime edizioni, ma dispone di un percorso ugualmente selettivo, con il Muro di San Pietro prima e quello della Porta di Osimo poi a fare da giudici. Come in altre occasioni, una fuga anima la prima parte di gara, contraddistinta da un tragitto prevalentemente pianeggiante. Ad andare in avanscoperta sono Nico Denz (Ag2r La Mondiale), Daniel Oss (Bora Hansgrohe), Nathan Van Hooydonck (CCC Team), Ivan Rovny (Gazprom-Rusvelo), Tom Van Aesbrock (Education First), Tosh Van Der Sande (Lotto Soudal), Jorge Arcas (Movistar), Davide Gabburro, Edoardo Zardini e Giovanni Visconti (Neri-SelleItalia), Mads Pedersen (Trek Segafredo), Julien Simon (Cofidis), Steve Morabito (Groupama FDJ). Una volta entrati nel circuito di Recanati, lungo 22,8 km e contenente i temuti muri, il gruppo dei fuggitivi si assottiglia, diventando un quartetto. Rimangono in testa Pedersen, Zardini, Gabburo e Denz. Il loro margine tocca i 4 minuti, ma si assottiglia continuamente. Dietro di loro, i big iniziano a muoversi. Ad occuparsi dell’inseguimento è l’Astana: Dario Cataldo e Alexej Lutsenko fanno selezione e costringono Julian Alaphilippe (Quick Step) e Vincenzo Nibali (Bahrain Merida) a muoversi in prima persona per non rimanere intrappolati nella seconda parte del gruppo. Al termine del Muro della Porta di Osimo, attaccano Jakob Fuglsang (Astana), Thibaut Pinot (Groupama FDJ) e Alaphilippe. Il corridore dell’Astana si porta al comando con Gabburo e Pedersen, compagni di avventura destinati a staccarsi sulla salita di San Pietro. Dietro alla testa della corsa, tentano l’inseguimento prima in solitaria il capitano della Quick Step e poi Nibali, seguito da Visconti, Jan Polanc (UAE Emirates) e Sam Oomen (Team Sunweb). Iniziative coraggiose, stoppate dal forcing del gruppo maglia azzurra. Non appena avviene il ricongiungimento con i contrattaccanti, attacca Adam Yates. Il leader della classifica generale viene immediatamente seguito dal rivale più pericoloso, Primoz Roglic, mentre Tom Dumoulin è costretto a difendere la terza piazza. Nonostante il loro ritmo sostenuto, nessuno riesce a riacciuffare Fuglsang, fuggito via sulla salita di San Pietro e diventato lentamente imprendibile per tutti. Così, gli ultimi chilometri diventano il teatro della resa dei conti tra la maglia azzurra ed il capitano della Jumbo-Visma: uno scatto pungente del gemello di Simon piega lo sloveno e lo lancia verso la possibile vittoria finale.
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