Vincenzo Nibali ha concluso la Vuelta al secondo posto. Un grande risultato che si somma alla terza piazza al Giro d’Italia. Per lo Squalo di Messina è il decimo podio in un Grande Giro. Un altro numero notevole di una carriera straordinaria.
GLADIATORE INDOMITO
Ci ha provato Vincenzo. Le ha tentate tutte per salire sul gradino più alto della Vuelta di Spagna. Ha cercato di staccare l’invincibile Chris Froome su ogni terreno, sia esso salita, discesa, pianura. Non c’è riuscito perché dall’altra parte c’è un campione capace di riscrivere la storia (è la prima doppietta tra due Grandi Giri ravvicinati dai tempi di Marco Pantani, la prima da quando, nel 1995, la Vuelta ha animato i pomeriggi di fine estate anziché essere un antipasto di Giro e Tour). Lo Squalo di Messina non ce l’ha fatta anche perché si è scontrato contro una squadra semplicemente insuperabile come il team Sky. La completezza della formazione britannica, unita alla forma straordinaria del fresco vincitore della Grande Boucle 2017, hanno reso quasi inattaccabile il corridore anglo-keniota. Eppure, Nibali ha avuto il merito di averci provato, di aver accarezzato anche solamente l’idea di potercela fare, spesso solo contro almeno quattro pretoriani a fare la guardia all’imperatore. Non lo ha fatto con azioni da lontano da tutto o niente alla Contador. Ha scelto le sue armi, ha preferito infiammare la strada con accelerazioni, progressioni spesso più portate con il cuore che con le gambe, con quella generosità genuina che lo contraddistingue anche fuori dall’ambito ciclistico, anche solamente nel concedere un autografo, un sorriso, una foto ai tifosi di ogni età. Ed infatti gli amanti di questo sport si sono ugualmente esaltati. Hanno compreso lo sforzo di Vincenzo, apprezzando chi non ha guardato solamente il wattaggio segnalato dal computerino sulla bici o i battiti cardiaci rilevati dal cardiofrequenzimetro. Il ciclismo è anche questo, indubbiamente. Eppure, lo sport delle due ruote è anche coraggio, tentare di andare oltre i propri limiti, oltre le cifre segnalate da una macchina che invita saggiamente e scientificamente a non oltrepassare certe soglie. Froome ha vinto e con merito, grazie anche al suo metodo matematico, ma Nibali è stato uno sfidante degno proprio per aver dato tutto sé stesso per ribaltare una corsa che lo ha sempre visto costretto ad inseguire. E la grinta, la determinazione messa in mostra per tutta la Vuelta gli sono stati utili per salvare almeno il secondo posto, dopo la caduta nella discesa prima del terribile Angliru, sempre nel tentativo di staccare la Sky. Nonostante le botte rimediate, il cuore di Nibali ed il sostegno del fido Pellizzotti lo hanno sorretto, regalandogli comunque una piazza d’onore più che mai meritata. L’aspetto meccanico ha avuto la meglio, si prende il primato, ma, grazie alla resistenza ad oltranza del siciliano, il lato più passionale ed istintivo del ciclismo resta ancora vivo.
DECIMO PODIO: I NUMERI DI UN CORRIDORE UNIVERSALE
Comunque, il secondo posto alla Vuelta 2017 si somma alla terza piazza al Giro d’Italia. E con questi risultati, lo Squalo può festeggiare i dieci podi nei Grandi Giri. Numeri che lo proiettano tra le leggende di questo sport e certificano una competitività notevole, anche a dispetto del tempo che passa. Dal 2010, Vincenzo è diventato uno dei protagonisti immancabili. In quell’anno, Nibali chiuse terzo nella corsa rosa e vinse la gara spagnola. Fu l’inizio dell’incredibile ascesa del messinese, poi secondo al Giro 2011, alle spalle del compianto Michele Scarponi, terzo al Tour 2012, alle spalle del tandem Sky, Wiggins-Froome; vincitore del Giro 2013 e secondo al sorprendente Chris Horner la Vuelta di quell’anno. Dopo la vittoria al Tour 2014 ed un 2015 complicato, ecco il trionfo in rosa nel 2016 ed i due podi di quest’anno. A tutto ciò, va sommata anche la vittoria al Giro di Lombardia 2015 ed il secondo posto alla Liegi 2012. Numeri che certificano la capacità del messinese di adattarsi al tipo di competizione ed alle caratteristiche del percorso. Non importa che siano corse di un giorno o a tappe: lui riesce ad esserci sempre. Vincenzo non sarà un dominatore, un cannibale capace di vincere in maniera seriale, ma è un sicuro protagonista.
LE PROSPETTIVE PER IL PROSSIMO ANNO
Il 2017 si avvia verso la sua conclusione. L’ultimo obiettivo dello Squalo resta il Lombardia che si disputerà ad ottobre. Non sono ancora stati resi noti gli obiettivi per la prossima stagione. Meglio tentare l’assalto al terzo Giro, scontrandosi forse nuovamente con Froome, o sfidare i rivali al Tour? Sicuramente, la preparazione ruoterà attorno al Mondiale, che presenterà un percorso eccezionalmente duro e severo, adatto per un corridore con le sue caratteristiche. Peraltro, c’è una rivincita da prendersi su quella corsa: Vincenzo non ha mai digerito l’epilogo di Firenze 2013, concluso al quarto posto, nonostante un grande inseguimento dopo una caduta. Lo Squalo vuole apporre il suo sigillo per completare un ideale Grande Slam: Giro, Tour, Vuelta, classica monumento e Mondiale. Un progetto assai allettante.