Undicesima tappa della Vuelta 2017 interessante, che presenta due salite nel finale che potrebbero significare molto per la classifica generale.
IL FILM DELLA 11a TAPPA
Sono 187 chilometri che dividono la partenza di Lorca al traguardo fissato all’Osservatorio Astronomico di Calar Alto, conditi da due salite di 1° categoria (Alto de Velefique e l’arrivo) molto lunghe e che costringono gli uomini di classifica ad attendere gli ultimi 30 chilometri di giornata.
Dopo vari tentativi, parte la fuga con 14 corridori all’incirca al cinquantesimo chilometro: Bob Jungels (Quick-Step Floors), Alessandro De Marchi (BMC), Antonio Pedrero (Movistar), Lennard Hofstede (Sunweb), Romain Bardet (AG2R-La Mondiale), Simon Clarke (Cannondale-Drapac), Antwan Tolhoek (LottoNL-Jumbo), Matej Mohoric (UAE Team Emirates), Sander Armée (Lotto Soudal), Giovanni Visconti (Bahrain-Merida), Igor Anton (Dimension Data), David Arroyo (Caja Rural-Seguros RGA), Conor Dunne (Aqua Blue Sport) e Aldemar Reyes (Manzana Postobon). Questi riescono ad accumulare un vantaggio di 5′ in pianura, ma la salita frenerà questa fuga.
Si mettono in testa Orica-Scott e Team Sky a rotazione e il gap si riduce drasticamente, fino a toccare il minuto a metà del primo GPM. La fuga incomincia a sfaldarsi e ne approfittano Simon Yates (gemello di Adam) e Atapuma che escono abilmente dal gruppo e raggiungono la testa della corsa (Aguirre, Armée, Visconti e Bardet). Prima asperità che vede tutti i big immobili e in attesa dell’ultima salita.
In discesa i battistrada tornano ad aumentare il vantaggio il quale, complice anche la pioggia e l’asfalto umido, si assesta sui due minuti e rimarrà costante per i primi chilometri della salita, visto il ritmo costante che impone il Team Sky nel gruppo maglia roja. Aguirre e Armée si staccano subito, mentre Visconti e Yates S. faticano a tenere il ritmo di Bardet e Atapuma (soli al comando) in salita. Nel frattempo sale in cattedra la Bahrain-Merida di Nibali in testa al peloton, ma l’andatura non cresce come sperato.
A 10 km, il colpo di scena: scatto dello “Squalo” Nibali che si porta dietro Contador e guadagna metri, nonostante Moscon (Team Sky) riesca a tenerli a bada, con a ruota il proprio capitano Froome. Questo innesca una selezione naturale nel gruppo che fa staccare Chaves, De La Cruz e Aru tra gli altri, oltre ad un aumento dell’andatura che costituisce un serio problema per i fuggitivi, i quali vengono ripresi a 7 chilometri dall’arrivo.
Nibali dimostra di avere gamba e segna uno scatto decisivo ai 2 kilometri alla vetta: stacca tutti dopo l’eccellente lavoro di Pellizzotti, e mantiene un piccolo vantaggio per un chilometro circa. E’ il turno di Lopez (Astana) che sorprende Nibali e si prende la testa della corsa, arrivando in solitaria all’Osservatorio Astronomico di Calar Alto. Sul rettilineo, Froome arriva davanti allo Squalo e guadagna 2″ grazi eagli abbuoni. Staccato di oltre un minuto Aru, che dice addio alla possibilità di lottare per la maglia rossa.
GLI ALTRI ITALIANI
Menzione speciale va ai gregari Pellizzotti e Moscon: il corridore della Bahrain Merida ha l’arduo compito di assistere Nibali durante la seconda salita, ed è il fautore della prima importante scrematura che fa staccare Chaves e Aru; il 23enne del Team Sky invece ricuce per due volte lo strappo della coppia Nibali-Contador, consentendo a Froome di rimanere in quarta posizione. Ci prova anche Visconti con la fuga, senza successo.
Delude, invece, Fabio Aru. Il corridore sardo viene staccato sulla seconda salita e non riesce a rispondere agli attacchi dei primi in classifica. Non è arrivato in forma a questa competizione, e oggi si è visto. Peccato.
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