David Gaudu (Groupama FDJ) si impone sul traguardo dell’Alto de Covatilla. Primoz Roglic (Jumbo Visma) difende non senza brividi la maglia rossa.
Volto impallidito, pedalata pesante e un’insicurezza via via più evidente. Primoz Roglic (Jumbo Visma) ha rivissuto l’incubo della penultima tappa del Tour de France. La sindrome da rimonta si è ripresentata con inattesa puntualità anche nell’appuntamento precedente la passerella conclusiva della Vuelta di Spagna 2020. Stavolta lo sloveno è riuscito a salvarsi sull’Alto de Covatilla giungendo sul traguardo giusto in tempo per rintuzzare l’assalto lanciato dallo sfidante Richard Carapaz. Il re resta saldo sul suo trono, bissando il successo di un anno fa. Nel frattempo, sulla salita spagnola, si afferma un giovane principe che sogna di indossare in futuro il mantello rosso e la corona di Roglic: si tratta di David Gaudu (Groupama FDJ). Il luogotenente di Thibaut Pinot ha stimmate da campione. Finora gli è mancata l’occasione per mostrare fino in fondo il suo talento. Anche per questo motivo, l’eco del suo festeggiamento potrebbe farsi sentire nei piani futuri della squadra francese.
IL FILM DELLA TAPPA
Il giorno della verità inizia a Sequeros e si conclude sull’Alto de Covatilla dopo 178 chilometri di fatica. In mezzo un’abbuffata di salite. Si comincia con il Puerto del Portillo de las Batuecas e si prosegue con tre GPM di terza categoria, l’Alto de San Miguel de Valero (12 chilometri al 3,4%, punte del 10%), l’Alto de Cristobal (6,2 chilometri al 4,7% e pendenza massima al 7%) e l’Alto de la Peñacaballera (4,6 chilometri al 5%, con picchi attorno al 9%). Quindi l’Alto de Garganta a fare da antipasto all’ascesa conclusiva. I big si tengono per il gran finale e così c’è spazio per un numero consistente di attaccanti: David De La Cruz, Sergio Henao, Rui Costa, Ivo Oliveira (UAE-Emirates), David Gaudu, Bruno Armirail (Groupama-FDJ), Guillaume Martin, Victor Lafay (Cofidis), Gino Mader, Stefan De Bod (NTT Pro Cycling), Nicholas Schultz, Dion Smith (Mitchelton-Scott), Ion Izagirre, Omar Fraile (Astana), Nelson Oliveira, Imanol Erviti, Jorge Arcas (Movistar), Juan Pedro Lopez (Trek-Segafredo), Dorian Godon (AG2R La Mondiale), Michael Storer, Mark Donovan, Jasha Sutterlin (Sunweb), Lennard Hofstede (Jumbo-Visma), Jonathan Lastra, Aritz Bagues (Caja Rural-Seguros), Tim Wellens, Stan Dewulf, Tosh Van Der Sande (Lotto Soudal), Remi Cavagna (Deceuninck-Quick Step), Michael Schwarzmann, Pascal Ackermann (Bora-Hansgrohe), Julius Van Der Berg (EF Pro Cycling) e Alex Molenaar (Burgos-BH). I fuggitivi guadagnano al massimo 4′, mentre sulla corsa ogni tanto compare la pioggia. La Movistar tira per riprendere gli attaccanti, ma, non appena la formazione spagnola smette di dettare il ritmo, il margine della testa della corsa si consolida. A completare il fallimento tattico della squadra di Unzue ci pensa anche il tentativo di Marc Soler che evade dal gruppo, rinviene sui primi, ma si stacca sull’ultima salita. Qui, invece, parte nei chilometri finali in contropiede Gaudu che salta Mader, Izagirre e Donovan e si prende la vittoria. Secondo Mader, davanti a Izagirre. Tra i big il primo a muoversi è Hugh Carthy (EF Education First) che prova a sorprendere Carapaz nella lotta per il secondo posto in classifica. Tuttavia l’ecuadoriano della Ineos che si scatena negli ultimi due chilometri facendo il vuoto. Roglic annaspa, perde metri e riferimenti, ma trova nel solito Sepp Kuss e nella Movistar due alleati preziosi per salvare la sua corona con solamente 24″ di vantaggio.