Si arricchisce di un nuovo capitolo la corsa verso le Olimpiadi Invernali 2026. Calgary ha votato NO al referendum, indetto dallo stato canadese. La candidatura italiana (di Milano-Cortina) rimane la favorita per l’assegnazione.

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CALGARY DICE NO ALLA CANDIDATURA OLIMPICA

La crisi fra comitato e governo era cosa nota ma ora è ufficiale: le Olimpiadi Invernali 2026 non si svolgeranno in Canada, paese nel quale erano già state organizzate per ben due volte negli ultimi 30 anni (Calgary ’88 e Vancouver ’10). Il referendum ha avuto esito negativo: i voti contrari sono stati circa del 57%, con affluenza alle urne poco più bassa del 40%, tra gli aventi diritto al voto.

Tutto questo non risulta assolutamente come una novità: nel corso delle settimane di avvicinamento a questo referendum, le frizioni all’interno degli schieramenti d’oltreoceano risultavano evidenti. La componente economica è sempre stata tra le maggiori questioni di discussione tra gli attori in gioco. Persino il governo nazionale canadese aveva sollevato i propri dubbi riguardo gli sforzi economici da sostenere per questa candidatura olimpica. Inoltre, la giunta di Calgary aveva già espresso il proprio dissenso, con una prevalenza di voti contrari all’interno del consiglio comunale.

SFIDA TRA MILANO-CORTINA E STOCCOLMA

A circa un anno esatto dall’amara eliminazione nei playoff per il Mondiale di Calcio, svoltosi in Russia quest’estate, si può di nuovo parlare di una sfida tra Italia e Svezia. Questa volta, il premio in palio è l’organizzazione delle Olimpiadi Invernali 2026. Dopo l’uscita di scena delle candidature di Innsbruck (Austria) e Sion (Svizzera), anche Calgary (Canada) ha dovuto abbandonare i propri sogni di gloria.

In questo momento, la candidatura italiana di Milano-Cortina è la principale indiziata a vincere questa corsa. Oltre al sostegno del Presidente del CONI, Giovanni Malagò, che si presenterà il 28 novembre, insieme a Giuseppe Sala, sindaco di Milano, e Luca Zaia, governatore del Veneto, di fronte all’assemblea dei comitati olimpici nazionali per discutere della candidatura italiana, l’Italia si fa forza della situazione di crisi del governo svedese.

Infatti, la candidatura di Stoccolma è in forte bilico. Oltre al parere negativo della giunta comunale della città nordica, all’attuale stato dei fatti, un governo vero e proprio in Svezia non c’è. Il contrattacco del comitato olimpico svedese è già partito, ricordando allo Stato come i soldi utilizzati per questa candidatura sarebbero ricavati esclusivamente dai privati, ma la situazione è tutt’altro che rosea.

QUESTA CORSA A DUE NON FA BENE A NESSUNO

Una possibile soluzione potrebbe essere quella di assegnare, alle due candidate rimaste, un’Olimpiade a testa, 2026 e 2030, come già fatto per le Olimpiadi Estive di Parigi 2024 e Los Angeles 2028. Tuttavia, al momento, quest’ipotesi è da scartare, in quanto si aspetta di valutare eventuali nuove candidature per le Olimpiadi Invernali del 2030.

In tutta questa intricata situazione, viene fuori sicuramente un aspetto da non sottovalutare: la maggior parte delle candidature sono state ritirate (o comunque negate) a causa dell’ingente sforzo economico che lo Stato avrebbe dovuto sostenere dopo l’assegnazione.

Il discorso è decisamente complesso ed andrebbe trattato in separata sede ma un punto da evidenziare c’è: la quasi impossibilità di sostenere delle Olimpiadi Invernali. Il CIO, probabilmente, dovrebbe garantire una sicurezza maggiore agli stati candidati, specialmente sulla questione economica.

In conclusione, l’Italia è la grande favorita per l’assegnazione di queste Olimpiadi Invernali e ci auguriamo che la fiamma olimpica possa tornare ad accendersi sul nostro territorio, vent’anni dopo l’ultima volta.

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Gabriele Stragapede, 25 anni. Laureato nella facoltà CIM (Comunicazione, Innovazione e Multimedialità) dell'Università di Pavia. Aspirante giornalista sportivo ed attualmente editore per Azzurri di Gloria. Appassionato di calcio e di wrestling, scrive di tutto, un po'.

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