Anche Hristo Zlatanov saluta il volley. Ripercorriamo la carriera di un grande campione della pallavolo, capace di lasciare un segno indelebile in questo sport.

<<A fine stagione, lascio il volley>>. Lo ha annunciato Hristo Zlatanov, schiacciatore italiano in forza alla LPR Piacenza. Lo ha annunciato pubblicamente in mattinata, con un sorriso accennato e gli occhi lucidi. La maglia numero 11 della squadra emiliana è destinata ad entrare nel libro dei ricordi dopo 14 anni in biancorosso con tante emozioni. È la fine di un’era, per Piacenza e per il volley, improvvisamente privi di due campioni, come Zlatanov e Papi.

UOMO RECORD

Classe 1976, figlio di Dimitar Zlatanov, grande pallavolista bulgaro presente ai Giochi Olimpici di Mosca 1980, ha combattuto e vinto a suon di punti il pregiudizio che accompagna chi ha un genitore illustre. Hristo non si è fermato lì. Ha continuato a racimolare punti, a fare la differenza con un modo di interpretare il proprio ruolo in modo unico.  Zlatanov è stato probabilmente uno degli schiacciatori più forti di sempre. Non bastano le cifre a descriverlo. Non sono sufficienti i 9688 palloni messi a terra per raccontarlo. Nemmeno le 75 MVP in campionato, il terzo più presente. Sono numeri record, ma comprendere cosa è stato Hristo per il volley attraverso le mere cifre sarebbe un esercizio svilente ed ingiusto per la sua figura.

UN TALENTO INNATO

Zlatanov è stato un artista del volley dal punto di vista offensivo. Ha offerto un repertorio unico, capace di attacchi potenti, come di pallonetti efficaci. Senza dimenticare il suo talento nei tocchi più sporchi e la bravura nel giocare il mani fuori con il muro schierato. Diversi suoi punti sono state autentiche cesellature, dimostrazioni di un’ottima lettura dell’azione e di un immediato adattamento. Hristo ha saputo adattarsi ai cambiamenti del volley nell’ultimo ventennio grazie ad una tecnica notevole. Un esempio di quanto paghi la dedizione al lavoro.

L’AMORE PER PIACENZA

Il nome di Zlatanov sarà sempre legato a Piacenza. Sono passati 14 anni da quando, in seguito alla scomparsa di Milano Volley, il titolo sportivo e parte della squadra meneghina si trasferirono nella provincia emiliana. Tra i ragazzi della formazione milanese passati sulla sponda piacentina del Po c’era anche lui. Sotto la guida del maestro Julio Velasco, Hristo è cresciuto parecchio. Ha sfiorato uno scudetto nel 2004, battuto in finale dalla Sisley Treviso. A livello internazionale, ha dovuto sopportare l’amarezza per una Coppa CEV persa per una svista arbitrale clamorosa. E poi c’è quella Champions 2008, arrivata veramente a portata e poi svanita contro lo Zenit Kazan. <<La mia più grande delusione, insieme al tempo che passa>> chiosa lo schiacciatore. Eppure la sua storia a Piacenza è piena anche di capitoli gioiosi. C’è una Top Teams Cup sollevata nel 2006, a precedere una Supercoppa Italiana nel 2009, una Coppa Italia nel 2014, una Challenge Cup nel 2013. Ma, in generale, Zlatanov è stato il faro per una società e per un’intera città. Si è sempre presto sulle spalle la squadra nei momenti più complicati. I palloni più scottanti sono capitati sulle sue mani. È stato sempre lui a piazzare a terra il punto della salvezza nel 2011. Forse Hristo avrebbe vinto di più militando in formazioni dal budget e dal palmares più consistenti. Ma lui ha scelto altro. Ha scelto la qualità della vita, il piacere di condividere amicizie e sodalizi solidi anche al di fuori del mondo del volley. Ha anteposto l’apprezzamento per una città ed una regione alla possibilità di vincere molto di più cambiando frequentemente maglia. Zlatanov ha scelto di indossare solamente due casacche, quella di biancorossa di Piacenza e quella azzurra della nazionale, con la quale ha partecipato alle Olimpiadi del 2008.

LO SCUDETTO DEL 2009

L’annuncio del suo ritiro arriva a poche ore dalla sfida in CEV con Trento, l’acerrima rivale di tante battaglie nel corso dell’ultimo decennio. Una squadra capace di regalare amarezze a Hristo come nel 2008 e nel 2012. Tranne in un magico 17 maggio 2009. Finale scudetto giunta a gara 5 in un Pala Trento gremito. I padroni di casa e campioni in carica subito avanti 2-0. Hristo guida la rimonta. Pareggio, 2 set a testa. Tie break, è lotta su ogni pallone. Zlatanov al servizio sul 12-12. Bravo mette la freccia su contrattacco: Piacenza avanti. Servizio Zlatanov: ace. Trento è alle corde. 14-12, match point emiliano. Hristo è visibilmente contratto ed emozionato. Chiude gli occhi e spara una bordata delle sue. La ricezione avversaria barcolla, supera la rete. Il palleggiatore trentino commette fallo. Piacenza è campione d’Italia. Zlatanov ha fatto l’impresa, trascinando una piccola società provinciale verso lo scudetto. Il capolavoro più bello di una carriera conclusa solamente ora, tra record, sorrisi ed un velo di malinconia.

Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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