Le due formazioni italiane tenteranno di interrompere il dominio dei russi. Medei sogna la rivincita dopo le cinque finali perse, Lorenzetti vuole riscattare l’ultima deludente stagione.

Credits: pagina fb ufficiale Lube Civitanova

Meno cinque e poi sarà aperta la caccia. Tutti all’inseguimento dello Zenit Kazan, la squadra cannibale delle ultime tre stagioni. I russi non hanno intenzione di abdicare, di dare segnali di resa. L’appetito vien mangiando, si dice, e la pancia degli uomini di Vladimir Alekno ha ancora spazio per altri trofei ed altre imprese. L’ultima pietanza consumata è la Champions League, vinta contro la Lube Civitanova. Curiosamente, nella massima competizione europea, lo Zenit ha costruito i suoi successi ai danni delle italiane, diventando un vero e proprio incubo per le squadre azzurre. Nel 2016 è toccato a Trento cedere in finale, dopo essere stata avanti 2-0. Un anno dopo, Kazan ha spento i sogni di gloria di Perugia. Nel 2018, i russi hanno festeggiato ai danni della Lube Civitanova. E per le italiane lo spauracchio rischia di continuare anche al Mondiale per club.

RIVINCITA

Trento e Civitanova si approcciano al torneo iridato proprio con l’intenzione di vendicare le recenti sconfitte. Il livello del campionato italiano è cresciuto esponenzialmente, al punto da vedere le italiane continuamente protagoniste. L’appuntamento al Mondiale per club diventa particolarmente importante alla luce dei momenti che stanno vivendo le due formazioni. Trento è reduce da un 2017/18 difficile e sofferto, con una squadra incapace di cambiare ritmo e di reggere il confronto con Perugia e la Lube. Il momento di appannamento dei suoi uomini simbolo, su tutti Luca Vettori, sembra essere terminato con la nuova stagione. La banda Lorenzetti è una squadra più solida e tignosa, capace di difendere l’impossibile e di contrattaccare con lucido cinismo. La Lube, invece, è reduce da un biennio straordinario in termini di risultati. Dopo la Coppa Italia e lo scudetto del 2017, sono arrivati tanti secondi posti che, da una parte, certificano la crescita e la costanza della formazione marchigiana, ma, dall’altra parte, aumentano la fastidiosa sensazione di incompiutezza. Manca la vittoria finale, il trofeo da sollevare. L’avvio di stagione non sta procedendo come ci si sarebbe aspettati. Civitanova è un cantiere aperto ed i lavori rischiano di protrarsi ancora a lungo. A meno che non arrivi un grande successo. Nell’incertezza attuale, servirebbe fortemente.

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Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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