L’esordio dell’Italvolley non è stato quello auspicato. Proviamo a capire cosa non è andato per il verso giusto e cosa dobbiamo attenderci dalle prossime uscite.

Luca Vettori (foto Facebook)

PRIMA DA DIMENTICARE

Buona la prima? Non esattamente. Il film dell’Italvolley di Gianlorenzo Blengini non inizia nel migliore dei modi. La sconfitta contro la Germania brucia per come si è sviluppata. Dopo un primo set non all’altezza, gli azzurri erano riusciti a raddrizzare il tiro vincendo le altre due frazioni. Poi, nella quarta partita, l’improvvisa resa. Un KO non solo inspiegabile, ma persino sorprendente. Persino gli stessi tedeschi hanno faticato a tratti a concretizzare punti facili, stupiti dall’incredibile arrendevolezza degli avversari. Ovviamente, il 2-3 non è un risultato che deve spaventare. Inoltre, l’Europeo è solo all’inizio e la condizione fisica crescerà sicuramente. Tuttavia, le problematiche evidenziate nell’ultima World League non sono venute meno e questo lascia inquieti i tifosi azzurri.

QUESTIONE DI TESTA

Come nell’ultima rassegna intercontinentale, l’Italvolley ha accusato continui e bruschi cali di concentrazione. Tutti i ragazzi di Blengini hanno mostrato sprazzi del loro potenziale, macchiando la prestazione con diversi errori “gratuiti”, mutuando un termine tennistico. Non sorprende tanto lo sbaglio in sé, quanto il basso coefficiente di difficoltà che caratterizza molti di essi. Vedere grandi campioni come Lanza o Piano sciupare facili free balls è sintomatico dello scarso cinismo azzurro. In generale, sembra che il problema principale evidenziato dal rendimento discontinuo e dall’errore facile sia di natura principalmente mentale. Manca l’abitudine a rimanere sempre sul pezzo per l’intera durata del match. Manca la lucidità nel compiere la scelta giusta nel momento giusto.

FONDAMENTALI DA RIVEDERE

I problemi di tenuta psicologica si ripercuotono anche nel gioco espresso dagli azzurri. In ricezione, la seconda linea Antonov-Lanza ha faticato a prendere le misure al servizio tedesco. Poche le ricezioni perfette, tante quelle imprecise. Molto falloso anche il servizio: solamente in alcune circostanze l’Italvolley è riuscito a cambiare ritmo appoggiandosi al primo fondamentale. Decisamente negativa la prova offerta a muro, specialmente nel finale, con i martelli tedeschi praticamente imprendibili e gli azzurri troppo fermi e poco lucidi nella lettura dell’azione. Non è stato particolarmente proficuo il contrattacco: finché la verve realizzativa di Vettori ha retto, l’Italia ha creato grattacapi. Poi si è spenta la luce.

NESSUN ALIBI

Già si inizia a sentire il tormentone di inizio torneo: senza Osmany Juantorena ed Ivan Zaytsev, la Nazionale è in crisi. Indubbiamente l’italo-cubano ed il figlio d’arte umbro sono i due top player della formazione azzurra. A loro ci si aggrappa nei momenti di difficoltà, a loro spetta il compito di trascinare la squadra verso il successo, inventandosi i punti più delicati. Tuttavia, è altresì vero che il roster di Blengini è qualitativamente elevato. Al suo interno ci sono tanti atleti capaci di conquistare almeno un trofeo in carriera. Il regista Simone Giannelli è considerato il numero 1 nel suo ruolo tra i coetanei. Filippo Lanza ha imparato l’arte di vincere in tanti anni di Trento. Luca Vettori e Matteo Piano hanno un palmares straordinario per la loro giovane età. Oleg Antonov dispone di grandissima esperienza. Insomma, le alternative non mancano. Aggrapparsi alle assenze non è il modo migliore per ripartire. Per i protagonisti è giunto il momento di iniziare a fare la differenza. Il talento non gli difetterà.

Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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