Non serve andare su Marte per trovare segni di vita aliena, basta ascoltare cinque minuti Beatrice Vio per capire che lei, una marziana, lo è davvero. Doppia medaglia olimpica a Rio nel fioretto, oro individuale e bronzo a squadre, determinata, testarda, passionale, simpaticissima, carismatica e di una gentilezza e disponibilità infinite. Avrà dei difetti pure lei? Bebe dice di sì, ma non le crediamo troppo. Dopo l’avventura a cinque cerchi in Brasile i suoi impegni si sono moltiplicati ogni giorno di più, tra ufficiali e “semplice vita” ci si chiede come faccia a fare tutto. Impossibile poi non menzionare il selfie con il presidente Barack Obama, si potrebbe pensare che una ragazza così giovane possa montarsi la testa, invece no, all’incontro con il pubblico durante il Beauty Glamour Show di Milano Bebe è stata disponibile e alla mano, facendo ridere tutti con i suoi racconti. Il titolo del suo talk “la vita è bella” oltre a richiamare il titolo di un grande film da oscar di Roberto Benigni rappresenta alla perfezione Bebe. Il suo intervento è stato un fiume in piena e il rammarico è che sia durato solo 20 minuti. Dall’esperienza a Rio, al famoso selfie, alla scuola e i progetti futuri – un lavoro, andare a vivere da sola oltre ad essere il direttore di Sky Sport e il presidente di una nuova associazione a metà tra Malagò e Pancalli – Beatrice ha trasmesso con le sue parole una carica e un’energia uniche, oltre a riuscire a far riflettere su molte cose.
Quante volte infatti ci lamentiamo per problemi semplici e banali, ci preoccupiamo del giudizio delle persone, perdiamo occasioni perché abbiamo paura di fallire. “Invece di lamentarti sempre fai qualcosa” dice Bebe e ha ragione. Il racconto delle medaglie vinte a Rio poi è uno spettacolo: “Dico sempre che la mia preferita è il bronzo a squadre, perché l’oro è arrivato dopo una giornata lunghissima, ero sfinita e quell’urlo alla fine è stato uno sfogo di tutto quello che ho passato negli ultimi anni. Però quando gareggi a squadre ogni stoccata, ogni punto non è per te, ma per le tue compagne. Si è tutte sullo stesso piano e tutte vogliamo dare il meglio non per noi, ma per le altre. Sapete come funziona? Vi spiego, siamo in tre, due di categoria A e una B, ognuna gareggia con le altre avversarie e si devono fare un certo numero di punti ad ogni mini incontro. Le categorie si dividono a seconda della disabilità. Se per esempio non hai un arto sei categoria A, se non puoi muovere le gambe, ma il busto sempre A, io invece che non ho gambe e braccia sono B. Lo sapete tutti che non ho le gambe, vero?” Scoppio di risate in sala e la prima a ridere è proprio Bebe, è fatta così, fuori dalla pedana è l’ironia la sua arma vincente. “Fate che la vostra debolezza, la vostra disabilità diventi la vostra forza. Io non sarei qui se non fosse per la mia malattia. Non dico che è bello essere malati, assolutamente, ma che qualcosa di positivo anche nella situazione peggiore si può sempre trovare. Esiste un vaccino per la mia forma di meningite, fatelo fare ai vostri bambini. Io sono felice di chi e come sono, ma se possiamo evitare che altri si ammalino è meglio. Non lasciate però che qualcosa vi impedisca di fare quello che amate. Io ho scelto la scherma perché già la facevo, ma ci sono tante altre cose.” Bebe ha scelto lo sport come sua personale cura e intende trasmettere il messaggio positivo e la gioia che può dare anche grazie all’associazione Art4sport che si occupa di fornire protesi a bambini amputati. “Lo sport aiuta davvero molto a ogni livello, da quello fisico a quello mentale. Se qualcuno mi dice io voglio giocare a calcio, allora ti diamo la protesi per farlo! Non ci devono essere limiti”.
La sua squadra fuori dalla pedana è la famiglia, scherzano e si prendono in giro anche mentre Bebe sta facendo il suo discorso, la forza e l’amore che li unisce si vedono anche in una sala buia. Arriva il tempo delle domande del pubblico, una ragazza brasiliana chiede a Bebe del Brasile che ha vissuto fuori dai giochi e di come si è trovata: “Devo essere sincera. All’interno del villaggio olimpico era tutto perfetto. Non abbiamo avuto alcun problema. Purtroppo fuori per chi è disabile non c’è accessibilità, non ci sono strutture che ti aiutino. C’erano però le persone, sempre disponibili e pronte a darti una mano anche senza il bisogno di chiederlo. La cosa incredibile è che era così sempre e con tutti. Se qualcuno era in difficoltà un’altra persona era pronta a sostenerlo e non solo chi veniva aiutato diceva grazie, ma anche chi aiutava. Una cosa bellissima”. Non potevamo poi lasciarci scappare l’occasione di fare una domanda anche noi di Azzurri di Gloria: “Più difficile conquistare una medaglia alle olimpiadi o fare il selfie con Obama?” “Di sicuro il selfie con Obama! Senza dubbio! E non fidatevi dei camerieri della Casa Bianca, sono tutti agenti in incognito!”. L’incontro finisce con altre risate e una lunga fila per fare una foto con Bebe e mentre lei concede un minuto a tutti penso a una vecchia striscia di Quino con Mafalda e Miguelito. “Ci sono i belli dentro e i belli fuori” dice Mafalda. “Poi ci siamo noi, i belli double face” risponde Miguelito. E Beatrice Vio è proprio bella.