Rieccoci con le nostre inchieste: l’argomento del giorno è la richiesta avanzata da Lindsey Vonn, che vorrebbe gareggiare contro gli uomini a Lake Louise. Una proposta che ha scatenato tantissime polemiche.

Lindsey Vonn

LINDSEY VONN CHIEDE DI GAREGGIARE CONTRO GLI UOMINI A LAKE LOUISE: SOGNO DA REALIZZARE O MARKETING?

”I sogni son desideri… di felicità”: prendiamo in prestito una nota frase della Disney per introdurre l’argomento di questa puntata di Azzurro d’Inchiesta e parlare di un argomento caldo, caldissimo, rovente, che sta incendiando questi giorni d’avvicinamento alla CdM di sci alpino (che inizierà il 29 ottobre). Lindsey Vonn l’aveva già proposto 10 anni fa, venendo snobbata e presa attentamente per i fondelli, e ora è tornata con forza alla carica: ”Fatemi gareggiare contro gli uomini. So già che non vincerei, ma vorrei avere l’opportunità di provare: ho vinto abbastanza Coppe del Mondo e mi sono guadagnata quest’occasione. In allenamento già batto atleti uomini, ma provare a sfidarli in gara sarebbe tutta un’altra cosa: solo provarci mi farebbe felice, spero che ci sia modo di creare quest’eccezione e permettermi di farlo. Una gara di questo tipo creerebbe attenzione attorno allo sci in vista di PyeongChang 2018, e l’ideale sarebbe organizzare il tutto a novembre a Lake Louise, dove i tracciati sono uguali per uomini e donne”. Già, quella Lake Louise che l’ha vista vincere 18 volte in carriera, un discreto 23% dei suoi successi totali: Lindsey Vonn, gloriosa 33enne statunitense con una carriera assicurata nel mondo dello spettacolo al momento del suo ritiro (che avverrà al termine della stagione 2018-19), ha infatti ottenuto la bellezza di 77 vittorie in CdM, con 130 podi e tantissime soddisfazioni, mischiate però a dei bruttissimi infortuni che l’hanno privata di almeno 10-15 ulteriori successi.

Una fuoriclasse al femminile, che ora vorrebbe gareggiare contro gli uomini per togliersi uno sfizio e realizzare un sogno, anche se molti esponenti dello sci ”al maschile” sono convinti (e il dubbio, in uno sport sempre più influenzato dagli sponsor e dal vil denaro, viene) che la richiesta dalla Vonn nasca da una logica di mero marketing e dal tentativo di ”monetizzare” su questa sfida tra sessi. Non la pensa così evidentemente la federazione statunitense, che ha appoggiato la richiesta formale di Lindsey Vonn, una richiesta respinta ”per ora” dalla FIS, che ha rimandato la decisione a maggio 2018: insomma, l’idea è quella di spegnere i riflettori, e magari organizzare questa sfida come ”regalo d’addio” alla statunitense, anche se le voci contrarie e le polemiche non mancano. Contro la Vonn si è scagliato con forza Christof Innerhofer, che ha liquidato la proposta come ”un’operazione di triste marketing” e dichiarato che ”la sua proposta è senza senso, per noi sarebbe una distrazione e il suo numero di pettorale sarebbe una variabile importante e penalizzante per un altro atleta all’interno della gara”, invitando Lindsey Vonn a ”gareggiare a Kitzbühel, se proprio vuole farlo, non a Lake Louise dove le donne sciano da anni”. Perplessità che arrivano anche da Markus Waldner, responsabile del settore maschile FIS, autore delle considerazioni più dure: ”Si può fare, ma se Lindsey cadrà nella prima compressione non voglio essere ritenuto responsabile. Come reagirebbero gli altri atleti? Ed è corretto metterla in gara solo per consentirle di guadagnarsi i riflettori?”.

MASCHI CONTRO FEMMINE, TUTTI I PRECEDENTI NEGLI ALTRI SPORT

Insomma, la richiesta di Lindsey Vonn ha scatenato tantissime voci contro, surrogate anche da dei dati oggettivi riguardo alla disparità di velocità sulla pista di Lake Louise: nell’ultima discesa vinta, la statunitense ha chiuso in 1’50”, mentre gli uomini solitamente oscillano tra l’1’47” e l’1’48”. Una differenza evidente, che però non sembra spaventare la forte sciatrice americana, determinata come non mai ad ottenere la sua sfida ”maschi contro femmine”. E i precedenti, in tal senso, non mancano: il primo in assoluto accadde nel tennis, con Billie Jean King (fortissima tennista) che andò a sfidare il ”pensionato” (55 anni) Bobby Riggs nella ”Battaglia dei sessi” del 1973, dopo che lui aveva già sconfitto una collega e definito le donne ”brave solo a letto e in cucina”. Riggs, assente dalle gare da anni, perse malamente in tre set (6-4, 6-3, 6-3), e la vittoria di Billie Jean (che verrà ricordata con un film in uscita a breve) spinse molte donne a chiedere l’uguaglianza sociale e fare importanti rivendicazioni.

Il tennis, tra l’altro, ci regala altre sfide tra sessi, con il match tra Jimmy Connors e Martina Navratilova che finì con la schiacciante vittoria del primo (7-5, 6-2), oppure la sfida lanciata dalle sorella Williams, che dichiararono di poter battere ogni tennista maschile al di sotto della 200a posizione ATP. Raccolse la sfida il tedesco Karsten Braasch, n° 203, che sfidò Serena e Venus in due singolari separati e le battè in scioltezza (6-2 e 6-1), facendo anche un pizzico di cinema e bevendosi un paio di birre tra una sfida e l’altra (ah, gli sponsor…): forse fu proprio questo risultato a spingere il caustico McEnroe (che si scusò poco dopo) a dire in anni recenti che ”Serena Williams tra gli uomini sarebbe oltre il n° 700”, ma il tennis non è il solo sport ad aver visto confronti tra sessi. Nel motorsport, infatti, sono parecchi gli esempi positivi: recentemente la spagnola Ana Carrasco ha vinto una gara della Supersport 300, nella Dakar la spagnola Laia Sanz ottiene buoni risultati (9a nel 2016), e poi ci sono le due donne-leggenda delle monoposto. Lella Lombardi è stata la prima e unica donna a ottenere punti in F1, chiudendo 6a nel tragico GP del Montjuic del 1975 (interrotto al 29° giro dopo che un auto piombò sugli spettatori) con una March, Danica Patrick invece è una sicurezza delle IndyCar: per lei una vittoria, sette podi e tre pole position contro i colleghi maschi, e il rispetto dell’intero circus. Certo, anche qui ci sono le note dolenti, con il brutto debutto in MX2 di Kiara Fontanesi (dominatrice del motocross femminile, 5 mondiali), che subiva un distacco di 12-13” al giro ed ha chiuso staccata di un giro, ma il motorsport regala più opportunità di altre discipline, che però si stanno adeguando a questa volontà di equiparare i sessi: le gare miste c’erano già nell’equitazione, ma ora tante discipline, sulla spinta del CIO, stanno inserendo staffette miste (spesso con modalità anacronistiche). E chissà che questo trend non venga ripreso anche nello sci, andando ad accogliere la richiesta di Lindsey Vonn.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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