Prima del giorno di riposo, i Mondiali di sci alpino ospitano il Team Event: l’Italia non schiera le sue carte migliori in questa particolare gara, ma parte comunque da testa di serie numero 2 e può sfruttare un tabellone agevole.
MONDIALI SCI ALPINO: IN CHE COSA CONSISTE IL TEAM EVENT
Il Team Event, questo (quasi) sconosciuto: molti appassionati hanno sentito parlare raramente di questa gara, che aveva fatto il suo esordio ufficiale ai Mondiali di Bormio 2005, è stata riformata nel 2011 e farà il suo esordio olimpico a Pyeongchang 2018. L’attuale formula di questa prova, presenza fissa ai Mondiali di sci alpino, prevede uno slalom parallelo a squadre, che schierano quattro atleti (due al maschile, due al femminile: vengono disputate 4 manches) e si sfidano in un tabellone tennistico che tiene conto della classifica della Nations’ Cup. In caso di parità sul 2-2, si guardano i migliori tempi degli atleti per determinare la squadra vincitrice: l’Austria è l’assoluta regina di questa gara, avendo vinto ben tre volte nelle cinque apparizioni iridate (un oro a testa per Francia e Germania), mentre l’Italia non è mai andata a medaglia, e in quest’occasione schiera una squadra rimaneggiata per non affaticare coloro che dovranno affrontare lo slalom speciale nei prossimi giorni. Difenderanno i colori dell’Italia, che parte da testa di serie numero 2 e potrà affrontare l’Austria (testa di serie numero 1, schiera Hirscher) solo in finale (ma occhio alla Svizzera, potremmo incrociarla in semi), Giuliano Razzoli e Riccardo Tonetti al maschile, mentre al femminile avremo le migliori, con Chiara Costazza e Irene Curtoni.
MONDIALI SCI ALPINO: IL TEAM EVENT SI CONFERMA UN TABÙ, ITALIA OUT AI QUARTI
L’Italia non aveva mai ottenuto una medaglia in questa disciplina, e il trend viene confermato anche ai Mondiali di St. Moritz: gli azzurri, guidati da un Giuliano Razzoli non al top della forma, vincono in scioltezza contro la modesta Argentina, ma vengono fermati ai quarti da una Slovacchia in ottima forma, dopo una prova sottotono. L’unico a salvarsi, in una prestazione di squadra non all’altezza, è proprio Razzoli, che vince la sua manche contro Zampa quando ormai non c’è più nulla da fare: Zozulova, Falat e Vlhova avevano infatti vinto le manches precedenti, e così il risultato è di 3-1 per la Slovacchia, che avanza in semifinale e poi centra la finale battendo la Svizzera grazie alla miglior somma dei tempi. Una finale che, a sorpresa, vede in gara anche la Francia, in una gara che ha riservato non poche sorprese: escono subito infatti gli Stati Uniti (senza Mikaela Shiffrin) contro il Canada, e lo stesso vale per la Germania, mentre l’Austria viene ”giustiziata” dalla Svezia nei quarti, grazie anche ad un Hirscher irriconoscibile, che perde ogni manche disputata. Una Svezia che, anche in virtù dell’ottima prova di squadra del parallelo di Stoccolma e dello stile ”particolare” di Hargin e Myhrer (che ”sfondano” letteralmente le porte, senza aggirarle) che garantisce maggior velocità, sembrava la favorita, e invece va ko contro la Francia grazie all’ottimo tempo di Pinturault: la finale è dunque una sorprendente Francia-Slovacchia, e l’oro va ai francesi, che vincono di nuovo per la somma dei tempi, nonostante le ragazze slovacche (Zozulova e Vlhova) siano rimaste imbattute per tutto il Team Event. Bronzo invece alla Svezia, che centra la 6a medaglia nel Team Event e batte la Svizzera con un perentorio 3-1.
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