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Dalla pagina Facebook ufficiale di Rossella Fiamingo

Le Olimpiadi di Rio 2016 sono ufficialmente iniziate, con una prima giornata di gare che può essere definita in ampio chiaroscuro, quand’anche deludente: se da un lato infatti l’Italia si è emozionata per le magie del duo Ranghieri-Carambula, per la rimonta epica della pallanuoto e per la prima medaglia azzurra, quell’argento conquistato da Rossella Fiamingo nella spada che poteva tranquillamente essere un oro ed il bronzo in rimonta di Gabriele Detti nei 400 stile libero, dall’altro invece il Bel Paese deve convivere con svariate delusioni. Dalle lacrime di Nibali per la caduta che l’ha privato della possibile medaglia nel ciclismo, alla bruciante delusione nel tiro con l’arco, al fallimento della Zublasing e di Roberta Vinci nel tennis, sono state tante le note dolenti in questo primo giorno olimpico: sono stati solo quattro, infatti, i finalisti azzurri, ed ognuna delle discipline merita un approfondimento a parte.

Andiamo dunque ad analizzare nel dettaglio tutti i risultati degli azzurri nella prima giornata olimpica!

TIRO A SEGNO- Un autentico disastro: non si può definire in un altro modo la prestazione di Petra Zublasing nelle qualificazioni della carabina da 10m, con l’azzurra che veniva accreditata di una possibile medaglia, ed invece chiude solo al 33° posto e lontanissima dalle 8 finaliste. Ci sono infatti 4 punti tra la Zublasing e l’ultima qualificata, un’enormità in uno sport basato sui centesimi e sulla perfezione: per la cronaca, quello della carabina è il primo oro di Rio 2016, e viene assegnato all’americana Thrasher, che precede le cinesi Li e Yi. A livello maschile, invece, Giovanni Giordano, dopo la finale raggiunta grazie al 5° posto nelle qualificazioni, parte benissimo in finale, col quarto posto parziale ad un solo decimo dalla vetta, ma cala in seguito: per lui solo la 6a piazza finale nella finale che ha regalato il primo oro olimpico al Vietnam (con Xuan Vinh Hoang).

BEACH VOLLEY- Un autentico dominio, una prova entusiasmante e capace di regalare emozioni dall’inizio alla fine: si può definire così l’esordio olimpico del duo azzurro composto da Alex Ranghieri ed Alex Carambula, ex giocatore di calcio (fino a 16 anni, era in squadra con un certo Luis Suarez), che stendono in due set la coppia austriaca Horst-Doppler. 21-14 e 21-13, per due parziali che lasciano poco spazio all’immaginazione e regalano giocate spettacolari: dalla skyball di Carambula (battuta che mette in difficoltà l’avversario, vedi video sottostante), ai suoi salvataggi ad una mano, al punto in palleggio con tanto di spettacolare finta che chiude il match, c’è davvero poca storia. L’Olimpiade degli azzurri del beach volley non poteva partire meglio.

CICLISMO- Una grande beffa dopo una grande gara: si può riassumere così il risultato della gara del ciclismo su strada maschile, che ha visto in gara una grande Italia e fatto commuovere i tifosi azzurri per quella caduta che, a 12km dall’arrivo, ha privato Vincenzo NIbali di una medaglia sicura. Ma andiamo con ordine: il percorso, più simile a quello di una classica o di una tappa di montagna che al classico tracciato da Mondiale ed Olimpiadi, ha regalato emozioni, e la corsa iniziale è stata scandita da una fuga a cinque uomini. Una fuga che si è presto ridotta a due unità, coi soli Kochetkov e Kwiatkowski a fare l’andatura ed il contrattacco dal gruppo di un gruppetto che vedeva al suo interno anche Damiano Caruso: una mossa studiata per non far lavorare gli altri atleti azzurri, e propedeutica a quell’attacco che tutti si aspettavano, ed è arrivato ai -31 dopo un periodo di stallo seguito all’abbandono della testa del gruppo da parte della Spagna. Sono stati i nostri Aru e Nibali a rompere l’equilibrio, con un’azione mostruosa in discesa ed il sardo a tirare: davanti intanto Caruso si fermava per aiutare i compagni, e farli rientrare in un gruppo che era composto da Thomas, Van Avermaet, Fuglsang, Henao e Majka. Italia al comando con tre elementi dunque, e le azioni di Caruso prima ed Aru poi facevano salire il vantaggio ad oltre 45 secondi sul gruppo di Valverde: un distacco che ha spinto Froome ed Alaphilippe ad uscire ed attaccare, col solo francese che però è riuscito a rientrare. Davanti intanto Nibali faceva il vuoto con Henao e Majka, tirando a rotta di collo in discesa, e venendo tradito proprio dalla discesa: le immagini dell’azzurro e di Henao a terra spegnevano i sogni di medaglia dell’Italia verso le 20, col polacco che si trovava tutto solo davanti e con un vantaggio rassicurante. Rassicurante, ma non decisivo: negli ultimi km infatti ecco il rientro di Van Avermaet e Fuglsang, col belga che precederà tutti sul traguardo e Majka che si rialzerà perchè certo del bronzo: sesto Aru, che era rimasto nel gruppo degli inseguitori, ma non aveva benzina, mentre Nibali è ritirato dopo la caduta ed ha riportato una frattura della clavicola che lo costringerà ad operarsi domani e saltare la cronometro.

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Vincenzo Nibali dopo la caduta che l’ha privato della medaglia nella prova odierna: il siciliano si è rotto una clavicola. Oltre al danno, la beffa (foto Eurosport)

JUDO- Dura ben poco la prima giornata del judo italiano: sia Elios Manzi (60kg) che Valentina Moscatt (48kg) escono infatti al primo turno, rispettivamente contro il sudcoreano Kim Woo Jin e la vietnamita Van Ngoc Tu. Decisivo per Manzi lo yuko subito, che decreta l’1-0 finale, mentre la Moscatt è sfortunata e, nonostante lo 0-0 finale, viene eliminata per il maggior numero di penalità.

SCHERMA- Un argento da festeggiare e che rappresenta la prima medaglia azzurra, ma che ha comunque un retrogusto amaro: dopo la grande cavalcata di Rossella Fiamingo, le sue rimonte da situazioni assai complicate e le sue vittorie al cardiopalma, tutti quanti volevamo l’oro nella spada che coronasse una giornata perfetta per Ross, ed invece ecco arrivare la sconfitta in finale contro l’ungherese Szasz. E, siccome il dio della scherma è crudele, la sconfitta arriva proprio in rimonta: la Fiamingo arriva infatti fino al +4 dopo una gran partenza, ma poi entra in tensione e subisce la rimonta della rivale, che passa dallo svantaggio per 12-11 al 15-13 finale, frutto di un doppio colpo. Una beffa, per chi aveva effettuato una rimonta mostruosa contro la cinese Sun Yiwen (bronzo) in semifinale, rimontando da 9-5 fino all’11-11 raggiunto a nove secondi dalla fine, e piazzando la stoccata decisiva nel minuto di extratime per il 12-11 finale. Una curiosità: la nostra Rossella, per andare in finale, ha eliminato tre asiatiche, battendo oltre alla Yiwen la sudcoreana Choi nei quarti (15-8) e la nazionale di Hong Kong Man Kong negli ottavi (15-11), dopo aver rotto il ghiaccio contro la canadese MacKinnon (15-8).

EQUITAZIONE- Una prova interlocutoria in uno sport complicato da capire per i non esperti: spieghiamo così la prestazione odierna dei primi due atleti azzurri nel dressage, valido sia per il concorso individuale che per la prova a squadre (il tutto rigorosamente misto). Luca Roman è il migliore degli azzurri, col 22° posto in coppia con Castlewood Jake e 50,8 punti negativi, mentre Arianna Schivo chiude 26a in tandem con Quefira de l’Ormeau con 55 punti di penalità: l’Italia è così 11a a livello di squadra con un totale di 105,8 punti negativi, ma si giocherà domani le carte migliori con Pietro Roman ed il veterano Stefano Brecciaroli.

CANOTTAGGIO- Tris di semifinali: inizia bene l’avventura del canottaggio maschile, che qualifica sia il 2 senza di Abagnale e Di Costanzo, che il quattro senza pesi leggeri composto da Oppo, Goretti, Ruta e La Padula, che il doppio senior di Battisti e Fossi. Ottima in particolare la prova del quattro, guidato dal capovoga Ruta alla vittoria in una batteria assai difficile con la Cina e la Svizzera, mentre il doppio arriva terzo nella sua gara, ed il due senza chiude secondo alle spalle della Nuova Zelanda. E proprio la gara del due senza regala un momento da ”Mai dire Olimpiadi”, quando la barca serba si ribalta e rischia di affondare, con gli atleti che devono portarla all’arrivo a nuoto per evitare la squalifica.

BOXE- Parte con una grande prestazione il primo pugile professionista ai Giochi, quel Carmine Tommasone che si è qualificato nei pesi leggeri (60kg) dopo l’apertura ai pro: il suo esordio è magistrale, con una prova nella quale si vede la netta differenza col messicano Delgado. 3 vittorie su altrettanti round, nella prima della boxe olimpica senza caschetto e coi giudici, che valgono al pugile campano la qualificazione ai 16mi di finale. Cappai invece delude ampiamente, perdendo nei 16mi contro l’americano Hernandez: il pugile sardo, unico alfiere azzurro nei minimosca, sbaglia completamente l’atteggiamento e non entra mai davvero nel match, perdendo meritatamente e chiudendo qui la sua avventura a Rio.

PALLANUOTO- Una rimonta da cineteca, con una grinta che ci ha ricordato molto quella della Nazionale calcistica di Antonio Conte: il Settebello soffre terribilmente contro la Spagna, resta sotto per gran parte della gara, ma poi si risolleva con una reazione fantastica e tre reti consecutive che portano al 9-8 finale che premia una squadra che, causa infortuni ed espulsioni, era rimasta pressochè senza cambi. Il vantaggio azzurro arriva solo a due minuti dal termine e dopo una parata clamorosa del portiere Del Lungo (subentrato a Tempesti) sul rigore spagnolo che poteva valere il nuovo sorpasso iberico: e proprio Del Lungo è il grande protagonista di giornata, con una parata a pochissimi secondi dal termine che sigilla la vittoria dell’Italia.

NUOTO- Un’ecatombe, questo riservano le batterie della prima giornata del nuoto dei Giochi di Rio: tante eliminazioni e due soli qualificati, infatti, con Gabriele Detti che passa in finale nei 400 stile libero col 3° tempo (3.43.95) dopo aver gareggiato in una batteria dal livello altissimo, e la 4×100 stile libero femminile che si qualifica all’atto conclusivo col tempo di 3.35.90, nuovo record italiano, grazie ad una frazione mostruosa (53.17 lanciato) di Federica Pellegrini. 4° tempo complessivo per le azzurre, con Ferraioli, Pezzato e Di Pietro a completare il quartetto italiano, chiamato a giocarsi la medaglia intorno alle 4 di notte italiane: ma veniamo alle note dolenti, che sono parecchie e partono dal duo dei 400 misti, composto da Federico Turrini e Luca Marin, 6° e 7° in batteria ad oltre 9 secondi dal vincitore e distanti anni luce da una condizione adeguata. I due mancano la finale, mentre escono anche dalle semifinali Ilaria Bianchi nei 100 farfalla (21° tempo con 58.40, sesta in batteria), la giovanissima (classe ’99) Sara Franceschi e Luisa Trombetti nei 400 misti femminili (26° e 30° tempo, ma peggio di loro fa una disastrosa Ye Shiwen, ultima in batteria a 12 secondi dalla prima) ed Andrea Toniato, eliminato col 22° tempo nei 100 rana: una specialità che entra negli annali di Rio 2016 grazie al britannico Adam Peaty, che stampa il nuovo record mondiale in 57.55 già in batteria.

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Scanzonato e rilassato: così si mostrava Gabriele Detti prima del via

Verso le 3.30 arriva il momento delle finali, e subito Gabriele Detti regala un’emozione all’Italia: il nuotatore azzurro porta infatti a casa un bellissimo bronzo in rimonta, toccando col tempo di 3.43.49 e realizzando la seconda miglior prestazione italiana di sempre nei 400 stile libero (a 9 centesimi dal tempo di Sydney 2000 di Rosolino). E lo fa nel suo stile, con una partenza ai limiti del disastroso ed una grande rimonta negli ultimi 50m che lo porta dal sesto posto al bronzo finale (una rivincita, per chi aveva saltato i Mondiali 2015), strappato all’americano Dwyer: imprendibili l’australiano Horton ed il cinese Sun Yang, che fanno gara a sè negli ultimi 100m e chiudono coi tempi di 3.41.55 e 3.41.68, inarrivabili per gli altri. Ed alle 4.30 ecco la staffetta 4×100 femminile, che però non regala emozioni: la Ferraioli lancia in malo modo le azzurre (55.21), con una frazione da oltre 55 secondi, e lascia il testimone con l’Italia all’ultimo posto e fuori gara. Di Pietro (53.69) e Pezzato (53.99) fanno risalire leggermente le azzurre, e la Pellegrini completa il tutto portandoci al 6° posto finale con un tempo, 3.36.78, più lento della batteria. Niente doppia medaglia per le azzurre, nella gara che chiude il programma serale del nuoto (prima la Hosszu aveva riscritto la storia nei 400 misti, vinti al maschile da Hagino, e Peaty aveva sfiorato il bis da record nella rana) e vede il trionfo dell’Australia: le sorelle Campbell trascinano le aussie al record mondiale in 3.30.65 ed alla vittoria sugli USA e sul Canada.

 

TENNIS- È Sarita Errani ad aprire l’Olimpiade del tennis azzurro, e non senza difficoltà: il match contro l’olandese Bertens, infatti, parte con la sconfitta per 6-4 nel primo set, ma poi scatta la rimonta dell’azzurra, che vince il match con un 6-4 nel secondo set ed il 6-3 in rimonta dell’ultimo parziale. Ora la Errani troverà la Strycova nei 16mi, mentre nel resto della serata l’Italia trova una gioia ed una delusione: passa infatti il turno Andreas Seppi, che sconfigge l’ucraino Marchenko al tiebreak del terzo set (8-6, i set precedenti erano finiti con un 6-3 Seppi e 3-6 Marchenko) dopo un finale al cardiopalma e troverà ora il vincente del match tra Nadal e Delbonis, mentre esce Karin Knapp, sconfitta in rimonta dalla Safarova, che chiude con un perentorio doppio 6-1 dopo il primo set di marca italiana (vinto 6-4). E saluta a sorpresa anche Roberta Vinci, che viene eliminata al primo turno dalla slovacca Schmiedlova dopo un match altalenante, nel quale ha perso il primo set 7-5 ed il secondo 6-4 dopo aver subito il controbreak della rivale: la Vinci esce da #6 del seeding, ed ora avrà solo il doppio, nel quale lei e la Errani potrebbero essere da medaglia.

TIRO CON L’ARCO- La sagra dell’imprecisione: possiamo riassumere così la prova dell’Italia nei quarti di finale contro la Cina: una disfatta totale, che si chiude con l’eliminazione dalla prova a squadre che ci portava medaglia dal 2008 e con un disarmante 6-0. Primo set che si chiude sul 55-51, e negli altri la situazione non migliora, con un 56-48 ed un 56-53 che sanciscono l’addio della squadra azzurra alla competizione: si salva solo Pasqualucci, mentre Nespoli ha disputato una pessima prova e Galiazzo è da iscrivere nei ”sanza ‘nfamia e sanza lode”.

GINNASTICA ARTISTICA- L’unico azzurro in gara era Ludovico Edalli, che ha fallito la qualificazione alla finale dell’all-around maschile: l’atleta italiano, infatti, ha disputato una prova decisamente sottotono, piazzandosi solo al 28° posto su 31 atleti e chiudendo anzitempo la sua esperienza olimpica.

PALLAVOLO- Esordio con figuraccia, peggio non poteva andare all’Italvolley femminile che, dopo le polemiche per l’esclusione della Diouf, parte con una sonora ”ripassata” ricevuta dalla Serbia, che s’impone con un rotondo ed inappellabile 3-0. La competitività azzurra si limita ad un primo set partito malissimo e rimesso in carreggiata grazie alle giocate della Egonu (l’Italia va sul 22-20), prima di crollare nel finale per colpa di alcuni errori di gestione del gioco e di oggettiva inesperienza e perdere 27-25. Negli altri due parziali il dominio serbo è ancor più palpabile, col 25-20 del 2° set che spegne definitivamente le azzurre di Bonitta ed il tracollo iniziale nel terzo parziale, quando l’Italvolley va sotto anche di sette punti, prima di rialzarsi e tentare di contenere i danni nella più classica delle ”maleserate”: un tentativo riuscito solo in parte, con la Serbia che vince 25-23 e condanna le azzurre al ko dopo la parziale rimonta.

Questo dunque è tutto ciò che successo nella giornata odierna: appuntamento a domani per un nuovo giorno tinto d’azzurro, nella speranza che gli atleti in gara (Jessica Rossi, il duo Cagnotto-Dallapè ed il fioretto maschile su tutti) sappiano regalarci delle grandi emozioni e magari chissà, quella 200a medaglia d’oro che era attesa già per oggi…

Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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