Il ciclismo su pista, disciplina che ha visto Elia Viviani trionfare a Rio 2016, è da sempre una delle più prolifiche per l’Italia a cinque cerchi: gli azzurri hanno ottenuto la bellezza di 37 medaglie, scopri qui tutte le storie dei grandi di questa specialità.
L’ITALIA DEL CICLISMO SU PISTA ALLE OLIMPIADI
Il ciclismo su pista rappresenta una delle discipline storiche delle Olimpiadi, sin dalla loro nascita: già ad Atene 1896, infatti, erano presenti delle gare su pista, col km da fermo e la velocità maschile a rappresentare le uniche discipline già esistenti allora e tuttora nel programma olimpico. Per il resto, le gare del ciclismo su pista delle origini erano qualcosa di abnorme ed impensabile ai giorni nostri: 12h su pista, 100km, 50km. Tutt’altro che abbordabili insomma, e le distanze si attenueranno con gli anni, quando verranno introdotte discipline veloci come il quarto di miglio (che vedrà gareggiare Frank Bizzoni a St. Louis 1904) e l’inseguimento a squadra, che farà il suo esordio nel 1908 e diventerà una delle gare principe di questa specialità. Per vedere il ciclismo su pista al femminile dovremo attendere fino ai Giochi di Seul 1988, mentre pian piano verranno inserite le discipline che ora sono famose e praticate dai migliori atleti: da Tokyo 1964 avremo l’inseguimento individuale, mentre dovremo aspettare il 1984 per avere la prima corsa a punti, e gli anni 2000 per vedere specialità come l’americana (da Sydney 2000 a Pechino 2008) ed il keirin. L’ultimo inserimento riguarda l’omnium (composto da scratch, inseguimento individuale, corsa a eliminazione, km da fermo, giro lanciato e corsa a punti), disciplina che ha visto gareggiare Elia Viviani a Londra 2012 e Rio 2016, ottenendo il fantastico oro brasiliano. L’Italia, a dispetto degli ultimi risultati infelici e di un movimento che non ha più lo splendore degli anni d’oro, è stata per anni una potenza nel ciclismo su pista olimpico, con la bellezza di 37 medaglie: nella fattispecie, 22 ori, 9 argenti e sei bronzi, per un ruolino di marcia che ci ha visto andare a segno ininterrottamente nell’inseguimento a squadre (7 ori, 3 argenti, 1 bronzo) da Anversa 1920 a Città del Messico 1968.
I PROTAGONISTI AZZURRI DEL CICLISMO SU PISTA OLIMPICO
Sono tanti, tantissimi i protagonisti del ciclismo su pista olimpico, con l’Italia che, come dicevamo poc’anzi, risulta essere una delle potenze assolute della disciplina: alle già citate 11 medaglie consecutive nell’inseguimento a squadre, tornato ai Giochi a Rio 2016 col 6° posto del quartetto guidato da Ganna, si vanno ad aggiungere i 5 podi del tandem maschile (3 ori e due bronzi da Londra 1948 a Tokyo 1964), le quattro medaglie nel km da fermo (2 ori e 2 argenti), e le 9 medaglie nella velocità individuale, disciplina che ci ha visto centrare delle meravigliose doppiette sul podio a Roma 1960 (Gaiardoni oro -Gasparella bronzo) e Tokyo (Pettenella oro-Bianchetto argento). Ma non è finita qui, perchè a queste discipline si aggiungono gli allori nella corsa a punti al maschile ed al femminile (tre ori), nell’inseguimento individuale (due ori ed un argento) e, appunto, nell’omnium che ha consacrato Viviani.
L’atleta militante nel team Sky, dopo il deludente 6° posto di Londra 2012, dove buttò tutto nella corsa a punti, ha disputato una gara magistrale, non sbagliando nulla e dimostrandosi più forte di tutto, anche di una caduta (causata da un disastroso Cavendish) che poteva comprometterne la vittoria finale: dominio nelle prove chiave e costanza su tutte e sei le discipline, sono state queste le chiavi per il successo di Viviani, che è entrato di diritto tra i protagonisti del ciclismo su pista italiano alle Olimpiadi insieme ad Andrea Collinelli, Silvio Martinello e Antonella Bellutti.
Tre atleti che hanno fatto grande l’Italia nella seconda età dell’oro della pista, vissuta negli anni ‘90: Collinelli è entrato nella storia con l’oro nell’inseguimento individuale ad Atlanta 1996, l’Olimpiade che vide anche il primo successo della Bellutti nella stessa disciplina. L’atleta di Bolzano, che si è cimentata anche nel bob a Salt Lake City 2002, ha poi bissato l’oro a Sydney 2000, passando però alla corsa a punti: una disciplina complessa, che aveva esaltato le doti di Silvio Martinello sempre ad Atlanta. L’attuale commentatore aveva vinto l’oro, centrando poi la seconda medaglia personale a Sydney 2000 nell’americana, in coppia con l’attuale ct della pista Marco Villa.
Scegliamo loro come protagonisti del ciclismo su pista olimpico, ma i nomi, a partire da quelli di Gaiardoni e Faggin (doppio oro per entrambi) o di Giovanni Lombardi (oro nella corsa a punti a Barcellona ‘92), potrebbero essere tantissimi.
IL MEDAGLIERE DEL CICLISMO SU PISTA ITALIANO ALLE OLIMPIADI
37 medaglie complessive, con un bilancio di 22 ori, 9 argenti e sei bronzi: numeri di tutto rispetto, che hanno reso per anni l’Italia una delle potenze del ciclismo su pista olimpico, prima dell’esplosione dei paesi anglofoni, Gran Bretagna ed Australia su tutti. L’oro di Viviani può portare ad una nuova età dell’oro per la pista olimpica? Lo scopriremo da Tokyo 2020 in poi, ma certamente il movimento è in crescita.