Chiedimi se sono felice è il titolo di un’intervista fatta ad Imma e pubblicata in formato e-book gratuito nel quale racconta la sua felicità di donna, di mamma e di atleta nella sua seconda vita.
Imma si avvicina al nuoto a 7 anni, come molti coetanei, per correggere un principio di scoliosi. La piscina le piace e l’impegno diventa assiduo portandola alla pre agonistica e poi all’agonistica.
La simbiosi con l’acqua le piace e per lei le ore in piscina non sono pesanti e non sono incompatibili con la vita di adolescente prima e di giovane donna poi. Fuori dall’acqua è una ragazza come tante della sua età, con amici, ragazzo, divertimenti che lei riesce a gestire insieme all’impegno del nuoto.
Il 25 maggio 1999 era un giorno come tanti, la piscina, gli allenamenti e poi il ragazzo che la viene a prendere in motorino e la caduta. L’incidente è grave, lesione del plesso brachiale destro, ma solo dopo le analisi arriva la conferma della gravità della lesione. L’uso del braccio destro è irrimediabilmente compromesso nella parte bassa. Oltre a questo anche il ragazzo che la lascia subito dopo.
Una delle prime persone avvisate dell’incidente è il suo allenatore Vincenzo Allocco che le sta vicino e l’aiuta a tornare in acqua un mese dopo l’incidente per la terapia. Il primo periodo è duro e Imma quasi usa solo le gambe poi, pian piano, inizia a usare il braccio sinistro e la parte ancora sensibile del destro. Imma si butta a capofitto negli allenamenti, almeno 3 ore al giorno e a volte anche il doppio, si avvicina subito al mondo dello sport paralimpico e nel dicembre 2002, a soli 3 anni e mezzo dall’incidente, disputa i mondiali di Mar del Plata in argentina portando a casa due argenti (nei 100 farfalla e nei 200 misti).
E’ l’anticamera del sogno olimpico che arriva con le olimpiadi di Atene 2004. Partecipa a 5 discipline, arriva in finale in 3 e centra due medaglie strepitose: oro nei 100 farfalla nel giorno di San Gennaro (19 settembre) e argento nei 200 misti dopo un fantastico recupero dalla settima posizione. Diventa un’atleta simbolo dello sport italiano, viene nominata Commendatore dal Presidente della Repubblica Ciampi ed atleta dell’anno per il CONI.
Il dopo olimpiade le porta anche il coronamento del suo sogno d’amore sposando Antonio, grande amico prima ed amore della vita poi. Imma prosegue la sua carriera con i mondiali di Durban 2006 (4 finali conquistate) e Pechino 2008 dove arriva in finale nelle “sue” gare senza vincere medaglie nonostante migliori di 6 e di 7 secondi le prestazioni di quattro anni prima.
Dopo una vita passata in piscina decide di smettere e finita l’esperienza Pechino arriva la prima maternità (oggi è madre di 2 bambini), un’altra sfida importante superata anche grazie alla “cazzimma” che la contraddistingue anche se le manca “abbracciare i bambini con un bell’abbraccio forte a due braccia”.
Si dedica a loro ed al suo lavoro di insegnante di grafica in una scuola professionale ma l’agone le manca e la perdita del padre la fa tornare in acqua in omaggio ai sacrifici da lui fatti e così guadagna a Londra 2012 il terzo pass olimpico della carriera e in ben quattro discipline. Non entra in finale in nessuna ma ancora una volta realizza ottimi tempi e si conferma come esempio di grande forza di volontà.
La vita l’ha messa a dura prova ma lei ha affrontato tutte le avversità con grande determinazione e coraggio ma, per parafrasarla, “alzati, vivi la tua vita e supera le difficoltà”. Con il sorriso, sempre.