Le Olimpiadi 1960. Un medagliere da record per l’Italia. Le storie olimpiche più belle dei Giochi Olimpici di Roma 1960 e i grandi successi tinti d’azzurro. Gli atleti italiani che hanno superato i favoriti americani, da Livio Berruti a Nino Benvenuti.
L’ITALIA AI GIOCHI OLIMPICI 1960
Dopo le mancate Olimpiadi del 1908, che da Roma erano state riassegnate a Londra in seguito all’eruzione del Vesuvio del 1906, finalmente la competizione a Cinque Cerchi approda in Italia e lo fa quando la Penisola è in pieno boom economico. Per la prima volta la televisione fu in grado di coprire l’intero programma olimpico, con il Canale Unico della RAI che produsse oltre 100 ore di materiale video. Portabandiera dell’edizione Edoardo Mangiarotti, schermidore alla sua quinta partecipazione olimpica.
I Giochi di Roma 1960 sono rimasti nell’immaginario comune per alcune immagini indimenticabili e che si sono tramandate alle generazioni successive: una su tutte, l’etiope Abebe Bikila, che da carneade trionfò nella maratona tagliando il traguardo con le scarpe intorno al collo.
Ma indimenticabili sono anche le prestazioni degli atleti italiani, che permetteranno ai padroni di casa di arrivare terzi nel medagliere. Tra tutti, oltre all’impresa di Livio Berruti nei 200 m piani e alla seconda medaglia d’oro nella pallanuoto dopo quella dei Giochi di Londra 1948 (quelli del Settebello “originale”), ricordiamo Nino Benvenuti, medaglia d’oro nella boxe pesi welter. Ma non è tanto questa la particolarità, quanto il fatto che verrà premiato con la Coppa Val Berker, assegnata al pugile che durante l’Olimpiade ha mostrato la miglior tecnica e il miglior stile. Che c’è di eccezionale? Beh, il fatto che, proprio a Roma 1960, aveva partecipato e vinto l’oro nei massimi-leggeri un certo Cassius Clay…
Bene gli Azzurri anche nella scherma, uno degli sport in cui da sempre eccelliamo, grazie agli ori ottenuti da Giuseppe Delfino nella spada individuale e da quello nella spada a squadre maschile, mentre nell’equitazione i fratelli Raimondo e Piero D’Inzeo vinceranno rispettivamente la medaglia d’oro e d’argento nella corsa ad ostacoli. Praticamente incontrastato invece il dominio nel ciclismo, in cui vincemmo ben 5 ori, un argento e un bronzo nelle sei gare disputate.
LIVIO BERRUTI: GLI OCCHIALI PIÙ VELOCI DEL MONDO
Fino alle Olimpiadi di Roma 1960, i 200 m piani avevano un solo padrone: i nordamericani. Un dominio incontrastato a cui quasi nessun europeo poteva ribattere. Quasi.
Livio Berruti era uno studente di chimica di appena 21 anni quando fu iscritto ai Giochi di Roma 1960. Un europeo come tanti, che però alle Universiadi di Torino 1959 (le prime della storia) aveva vinto l’oro in tutte le categorie in cui aveva partecipato: 4×100, 100 m piani e appunto i 200 m piani.
L’attenzione degli esperti fu attirata però già dalle semifinali olimpiche, quando arrivò primo al traguardo, eguagliando l’allora record mondiale di 20’’5 (su terra battuta, non sui moderni terreni sintetici ed elastici): a poche ore dalla finale, Berruti passò da europeo qualsiasi a favorito per la medaglia.
Arriva la finale e accanto a Livio ci sono gli statunitensi Ray Norton e Stone Johnson, detentori, assieme a Berruti e al già eliminato britannico Peter Radford, del record del mondo. Ma Livio non corre una gara normale: indossando un paio di occhiali da sole, stacca tutti e conduce dall’inizio alla fine. Dei due co-detentori del record neanche l’ombra: arriveranno nelle ultime due posizioni. Solo l’americano Lester Carney proverà a stargli dietro, ma Livio vola e taglia il traguardo di nuovo per primo, di nuovo a 20’’5: è il primo europeo a vincere l’oro nei 200 m piani. Un’impresa ai tempi impensabile, ma che ancora oggi è a dir poco rara. Dopo di lui, soltanto altri tre europei saranno in grado di ripetere quell’impresa e uno di loro è un italiano: forse Pietro Mennea vi dice qualcosa…
IL MEDAGLIERE DELLE OLIMPIADI 1960
Sarà che giocare in casa dà sempre più entusiasmo agli atleti, ma quelle di Roma 1960 sono le Olimpiadi più vincenti della storia italiana. Ben 36 le medaglie vinte, ripartite in 13 ori, 10 argenti e 13 bronzi che ci permisero di classificarci al terzo posto del medagliere, dietro solo alle due superpotenze URSS e USA. Un risultato indimenticabile per l’Italia, che sogna di poter tornare a quegli splendori.