Un top player in un tempo in cui si parlava ancora di “campioni”. Un recordman quando ancora i primati non esistevano. Il capitano della prima vittoria della Nazionale italiana. Adolfo Baloncieri è stato tutto questo e molto di più. E detiene un record di gol in nazionale che ancora resiste, dal 1930…
Il record di gol della nazionale italiana appartiene a Gigi Riva. Punto. Non ci sono dubbi per nessuno. Da oltre quarant’anni, chiunque si appassioni di calcio in Italia conosce questo risultato: 35 gol in 42 presenze. In azzurro nessuno ha fatto meglio, né prima né tanto meno dopo. E se si considera che, tra i giocatori in attività, i più vicini sono Mario Balotelli (14 reti) e Ciro Immobile (10) è probabile che il primato rimanga ancora per un po’ di tempo nelle mani di Giggiriva.
A ben guardare la classifica del record di gol nella nazionale italiana, ci si rende conto che il calciatore contemporaneo più vicino a Rombo di tuono non era un attaccante, come si è normalmente portati a pensare, bensì un centrocampista, Daniele De Rossi. Quando DDR si è ritirato ha terminato, molto probabilmente inconsciamente, la sua corsa verso un primato molto particolare: quello di miglior marcatore azzurro a non giocare come attaccante. Questo titolo, da novant’anni, appartiene ad Adolfo Baloncieri. Il primo top player della nazionale.
Baloncieri in Nazionale: la maledizione delle Olimpiadi
All’epoca in cui Adolfo Baloncieri fa parte del giro della nazionale italiana, il torneo più importante è quello olimpico. Nei primi anni Venti, infatti, non esistono ancora i mondiali e la prima edizione della Coppa internazionale, una sorta di Nations League ante litteram, sarebbe partita solo al termine del decennio.
Risulta chiaro, quindi, che l’unico modo che ha una selezione nazionale di mettersi in mostra è attraverso i Giochi olimpici. E questo, Baloncieri, lo avrebbe imparato nel corso della sua carriera.
Nato a Castelceriolo, frazione di Alessandria, nel 1897 Baloncieri cresce in Argentina, a Rosario. È proprio qui che conosce il calcio, o meglio el fútbol, e ci si appassiona. Tanto che, una volta tornato in Italia, entra nelle giovanili dell’Alessandria durante la stagione 1914-15.
Nel 1920 arriva la prima chiamata in Azzurro. Ci sono da preparare le Olimpiadi di Anversa e Baloncieri fa il suo esordio in un’amichevole contro i Paesi Bassi pensata proprio per provare la squadra prima dell’importante torneo a cinque cerchi. L’avventura dell’Italia, però, finisce presto: gli azzurri si devono accontentare della partita di consolazione contro la Spagna. Nel corso del torneo, Baloncieri mette a segno la sua prima rete, in una sfida contro l’Egitto. In quel momento nessuno ha idea che quel centro è solo il primo di una lista di 25 che gli avrebbero fatto detenere il record di gol in nazionale assoluto e poi, per ben novant’anni, il primato per i calciatori che non giocano in attacco.
Il riscatto olimpico e il record di gol in nazionale
Dopo un’altra edizione delle Olimpiadi in sordina a Parigi nel 1924, Baloncieri è pronto a riscattarsi ad Amsterdam. Ormai maturo, ha trent’anni quando si presenta al via del torneo nei Paesi Bassi ed è il capitano della squadra. Si tratta del giocatore che tutti aspettano: dopotutto ha due Olimpiadi alle spalle, diverse partite con la Nazionale giocate nel quadro della Coppa Internazionale e gioca nel Torino, uno dei club più importanti del tempo. Le sue qualità poi sono indubbie: “mezzala goleador di limpidissimo stile”, così lo descrive Gianni Brera; è un giocatore duttile, un tuttocampista si potrebbe dire che imposta l’azione, sa farla iniziare ma anche concluderla con il gol. Dall’Argentina, poi, si è portato caratteristiche nuove come tocchi eleganti e virtuosismi che non esistono nel gioco italiano.
Insomma, l’Italia si aspetta molto dal suo top player e Baloncieri non si fa pregare. Il 29 maggio, ad Amsterdam, l’Italia affronta negli ottavi di finale la Francia e la batte in un pirotecnico quattro a tre con Baloncieri che firma anche il suo primo gol nel torneo. Ai quarti è la volta della Spagna, che aveva sconfitto proprio l’Italia nelle Olimpiadi del 1920, durante il torneo consolatorio. Dopo una prima partita terminata con un pareggio per 1 a 1 con gol di Baloncieri, non esistendo ancora la lotteria dei calci di rigore, è necessario rigiocare l’incontro. Il tecnico degli azzurri, Augusto Rangone, decide di mantenere più o meno la stessa squadra, mentre la Spagna si presenta con sei undicesimi cambiati. Il risultato dà ragione a Rangone: 7 a 1 per l’Italia. Ovviamente a referto va anche il capitano: terzo centro per Baloncieri in altrettanti incontri.
In semifinale è la volta dell’Uruguay, una vera potenza del calcio dell’epoca. E infatti il risultato premia proprio i sudamericani: 3 a 2, ma l’Italia dimostra per la prima volta nella sua breve storia di essere entrata definitivamente nel gruppo delle nazionali più importanti al mondo. Anche in questa partita va a segno Baloncieri: quarto centro e una possibilità mai concretizzatasi prima, quella di poter vincere una medaglia olimpica.
Ad Amsterdam arriva la medaglia
La finale per il terzo posto ha luogo il 9 giugno, davanti all’undici di Rangone si presenta l’Egitto che, dopo aver battuto Turchia e Portogallo, si è dovuto arrendere all’altra grande forza sudamericana del torneo, l’Argentina. La partita è un assolo azzurro: il risultato non sembra nemmeno futbolistico, 11 a 3 per l’Italia per il primo titolo della bacheca della Nazionale. Baloncieri sigla due reti, portando il suo bottino personale a sei gol in cinque partite. È l’apice della sua carriera. Di li a poco, sarà la volta anche della vittoria nella Coppa internazionale e, allo stesso tempo, del suo addio alla nazionale.
Molto probabilmente, un giorno il suo record di gol in nazionale da non attaccante di Baloncieri verrà battuto, ma una cosa è certa: nessuno potrà più inaugurare il palmares di Coverciano.
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