Quest’oggi compie 28 anni Federica Brignone, grande stella dello sci alpino azzurro insieme a Sofia Goggia: ecco il nostro omaggio all’atleta valdostana, amica della redazione di Azzurri di Gloria!
DAGLI ESORDI AI PRIMI SUCCESSI INTERNAZIONALI: I PRIMI ANNI DI FEDERICA BRIGNONE
Si può dire che Federica Brignone abbia avuto e abbia tuttora lo sci nel sangue: la madre è Maria Rosa Quario, ex sciatrice e ora giornalista sportiva, il padre Daniele invece è un maestro di sci e ha trasmesso questa attività al fratello della valdostana, passato senza fortuna nella nazionale azzurra. Nonostante tutto questo, lo sci non è stato un passaggio obbligato per la piccola Federica, perchè come ci aveva raccontato la stessa Brignone nella prima intervista rilasciata ad ”Azzurri di Gloria” (marzo 2017, ne sono seguite altre tre: dai FISI Awards, al pre-Olimpiadi, al termine della stagione 2017-18), ”I miei genitori non mi hanno mai forzato, ma sciando con loro mi è subito piaciuto andare sulla neve e il resto è venuto da sè”. E proprio da quelle sciate coi genitori, dall’iscrizione allo Sci Club Courmayeur quando era piccola, dalle prime gare e dalle prime vittorie è nata la campionessa attuale: già quando era una ragazza che si affacciava alla Coppa del Mondo, Federica Brignone si era distinta per il talento da enfant prodige e per la grinta che la contraddistingue tuttora. Certo, inizialmente c’erano la frenesia di chi vuole bruciare le tappe (e spesso butta via tutto) e tanta difficoltà nel gestire la pressione mediatica, ma Federica ha lavorato su sè stessa ed è diventata pian piano la campionessa che apprezziamo oggi: un’atleta che, quando entra in simbiosi con la pista, può vincere e ottenere risultati in ogni disciplina. Il debutto in CdM della Brignone, che quest’oggi compie 28 anni, è datato 28 dicembre 2007 e nel gigante di Lienz, una di quelle piste di cui si parlava poc’anzi: una gara non conclusa, che però aveva dato il via all’epopea della valdostana nata a Milano. Federica Brignone ha vissuto la sua prima età dell’oro, quella da golden girl, tra il 2009 e il 2011: oro nella combinata dei Mondiali juniores, primo podio in Coppa del Mondo ad Aspen (28 novembre 2009), argento in slalom gigante ai Mondiali juniores 2010 ed esordio alle Olimpiadi invernali di Vancouver 2010. Un’Olimpiade vissuta a 20 anni e senza pressione, che l’ha portata a chiudere 18a in gigante e forse le ha fatto scattare quel clic mentale che l’ha portata a conquistare la sua unica medaglia mondiale: è successo nel 2011, con l’argento di Garmisch Partenkirchen, in uno slalom gigante chiuso alle spalle dell’extraterrestre Tina Maze. La stagione seguente ha regalato a Federica qualche podio (4), ma al termine del 2012 ecco la prima difficoltà della sua carriera.
DALLE DIFFICOLTÀ ALLA CONSACRAZIONE: FEDERICA BRIGNONE E UN PRESENTE DA CAMPIONESSA
È successo tutto al termine del 2012, quando l’azzurra si è dovuta fermare per svariati mesi dopo un’operazione che le ha rimosso una pericolosa cisti al malleolo: si spiegano anche così la deludente apparizione a Sochi 2014, e un digiuno dal podio durato due anni e fino al nuovo terzo posto ad Aspen nel novembre 2014. Forse è in quel periodo che Federica Brignone ha messo a punto il suo motto, che riassume nel migliore dei modi il suo modo di vivere lo sci e la sua meravigliosa carriera: ”Risk more than others think is safe, dream more than others think is practical, expect more than others think it’s possible”. E in effetti, la Federica Brignone in pista è proprio così: rischia e prova linee ardite, ha sognato per anni una medaglia olimpica e lavorato duramente (e lavora tuttora duramente: a maggio erano già ripresi gli allenamenti per il 2018-19) per raggiungerla, e chiede sempre molto a sè stessa. Si può dire che sia quasi antitetica alla ragazza che vediamo e possiamo conoscere fuori dalla pista: solare, scherzosa, appassionata di tennis/MotoGP e capace di effettuare una gara post-season vestita da Pink Ranger per una scommessa con gli amici. Ma torniamo alla Federica Brignone atleta, e al modo in cui ha superato quel momento difficile: probabilmente è stato in quel momento che la Brignone si è resa conto che pensare troppo alle pressioni esterne e alle aspettative altrui (a maggior ragione dopo due anni senza podio) sarebbe stato deleterio, e a partire dal 2015-16 ha iniziato a raccogliere i frutti del duro lavoro che l’ha portata a diventare un’atleta polivalente e capace di andar bene quasi in ogni disciplina.
Federica infatti non si limita più allo slalom gigante, la disciplina che le ha regalato una medaglia mondiale (Garmisch 2011, argento) e il bronzo olimpico a PyeongChang 2018 (nonchè 17 podi su 24 ottenuti in CdM), ma ottiene risultati di livello anche in discesa libera, vittorie in Super-G e in super-combinata, con l’unica nota dolente di uno slalom che le piace e ha provato a fare in più occasioni, ma non le ha ancora portato risultati. Insomma, si può dire che Federica sia ormai un’atleta completa, che nel giro di 2-3 anni potrebbe anche sognare un podio nella Coppa del Mondo generale, e che in meno di tre anni ha ottenuto 8 vittorie in Coppa del Mondo. La prima è arrivata nel novembre 2015 e nel gigante di Soelden, e dopo quell’exploit ne sono arrivate altre sette: Super-G nell’andorrana Soldeu (febbraio 2016), gigante di Plan de Corones (gennaio 2017), combinata di Crans Montana (febbraio 2017 e marzo 2018), gigante di Aspen (marzo 2017), gigante di Lienz (novembre 2017), Super-G di Bad Kleinkirchheim (gennaio 2018). In tutto, per l’azzurra parliamo di otto vittorie, sette secondi posti e nove terzi posti in Coppa del Mondo, di 24 podi complessivi ottenuti in ognuna delle ”sue” discipline (17 in gigante, da cui arrivano quattro successi) e di una crescita esponenziale: nel 2016-17 Federica ha chiuso quinta nella classifica generale della CdM, nel 2017-18 è partita a rilento dopo un infortunio nella preparazione ed è arrivata a ridosso della top-10. Ma soprattutto, nel 2018 è arrivata la medaglia che aspettava da tanto tempo, dopo un’Olimpiade nella quale è riuscita a fronteggiare al meglio la pressione e le aspettative di una nazione intera: un meraviglioso bronzo nello slalom gigante alle spalle di Mikaela Shiffrin e Ragnhild Mowinckel. Chissà, forse senza un errore nella prima manche (che vedeva Moelgg prima, Brignone terza e Bassino quinta) Federica avrebbe potuto anche conquistare l’oro su una pista molto apprezzata dalle azzurre, ma è arrivata comunque una grandissima medaglia dai Giochi invernali di PyeongChang 2018, che ha coronato una stagione che è stata nuovamente da urlo: anche nel 2017-18, come nel 2016-17 quando Federica vinse lo slalom gigante di Aspen davanti a Goggia e Bassino, la Brignone ha infatti vissuto un triplo podio azzurro, chiudendo seconda nella discesa libera di Bad Kleinkirchheim alle spalle di Sofia Goggia e davanti a Nadia Fanchini. Un risultato inatteso, che l’ha resa la donna del triplo podio (unica a centrarne due in carriera). E ora, a 28 anni e dopo cinque podi nel 2017-18 e la medaglia olimpica (ma anche la delusione del Super-G, dov’è andata vicina al podio, e della combinata affrontata con l’influenza), Federica Brignone si sta preparando a quella che potrebbe essere la stagione della sua definitiva esplosione come atleta capace di andare forte ovunque e conquistare continuamente risultati di spessore.
Non vediamo l’ora di assistere alla prossima annata dello sci alpino, e intanto facciamo tanti auguri a Federica Brignone, che quest’oggi festeggia il suo 28° compleanno!
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