Le Paralimpiadi invernali regalano storie emozionanti, e vedono nello sci di fondo una delle discipline di maggior caratura: tutto sull’esperienza italiana in questa disciplina, e sulle storie dei big che hanno fatto la storia dello sci di fondo paralimpico.
L’ITALIA DELLO SCI DI FONDO ALLE PARALIMPIADI INVERNALI
Lo sci di fondo è presente alle Paralimpiadi invernali sin da Örnsköldsvik 1976, con una classificazione che è andata via via intensificandosi e vede ora la suddivisione tra gli atleti con disabilità visive (si va dalla classe B1 per i ciechi, fino alla B3 per gli ipovedenti lievi), quelli che gareggiano in piedi con amputazioni o disabilità agli arti superiori o inferiori (dalla classe LW2 alla LW9) e coloro che invece gareggiano da seduti in virtù di paraplegie o gravi disabilità (LW10-LW12). L’Italia ha iniziato ad ottenere grandi risultati nell’edizione di Innsbruck 1988, col primo oro di Paolo Lorenzini nella 30km classe B3 e tre medaglie complessive, per poi arrivare ad uno score che ci ha visto portare a casa 16 medaglie totali in questa disciplina, e trovare negli anni tanti protagonisti che analizzeremo in seguito. Da Innsbruck in poi, l’Italia ha mostrato una grande tradizione nello sci di fondo paralimpico, mancando il podio solo nell’edizione casalinga di Torino 2006 (un paradosso) e nella complicata spedizione di Sochi 2014.
I PROTAGONISTI AZZURRI DELLO SCI DI FONDO PARALIMPICO
Sono tanti i protagonisti dello sci di fondo paralimpico, e dunque abbiamo scelto di partire col primo medagliato nella storia di questa disciplina: abbiamo già citato Paolo Lorenzini, che ad Innsbruck è stato capace di centrare un fantastico tris. Oltre all’oro nella 30km classe B3, infatti, sono arrivati i bronzi nella 15km e nella staffetta 4×10 B1-3, in squadra con Tomasini, Tscholl e Walch.
Le prime tre medaglie portano il marchio indelebile di Lorenzini dunque, ma la storia dello sci di fondo paralimpico azzurro è stata fatta da due atleti altoatesini: si tratta di Dorothea Agetle e Roland Ruepp, autentici alfieri di un movimento che ha vissuto una crescita esponenziale negli anni ‘90: 5 le medaglie per la Agetle, sul podio dal 1992 al 1998 con due argenti e tre bronzi nella classe LW 10-11 del sitting ski (distanze dai 2,5 ai 10km), mentre Ruepp, dopo l’argento del 1998 nella 10km della classe LW11, ha portato a casa uno storico doppio oro a Salt Lake City nella 5 e nella 10km.
Ed infine non possiamo dimenticare la parentesi di Francesca Porcellato, capace di centrare l’oro nella sprint 1km a tecnica classica a Vancouver: una nuova medaglia per un’atleta fantastica, capace di fare la differenza in piscina, su pista, sulla neve e sull’handbike.
IL MEDAGLIERE DELLO SCI DI FONDO ITALIANO ALLE PARALIMPIADI
Come abbiamo detto in precedenza, sono state 16 le medaglie dello sci di fondo paralimpico azzurro, distribuite con criterio tra il 1988 ed il 2014, coi soli vuoti di Torino e Sochi: nella fattispecie, ci troviamo di fronte a 4 ori, 4 argenti e 8 bronzi, con la metà delle medaglie che arrivano dal duo Agetle-Ruepp, ed il significativo contributo di Enzo Masiello. Per lui un argento ed un bronzo a Vancouver, nell’edizione del già citato oro di Francesca Porcellato.