Oggi Giovanna Trillini compie 47 anni: nella sua carriera ha vinto otto medaglie olimpiche. La Trillini è la prima campionessa uscita dalla scuola di Ezio Triccoli. Ecco la sua storia: dalle Marche all’Olimpo dei campioni.
Ci sono dei luoghi e delle persone che segnano il destino. Nella scherma femminile il luogo è Jesi e la persona è il maestro Ezio Triccoli.
Il maestro e l’allieva
Luogo segnante è anche Zonderwater, Sudafrica, campo di concentramento dove vengono deportati i prigionieri italiani catturati dagli inglesi in Nordafrica. Qui arriva a 28 anni il sergente maggiore Ezio Triccoli che da un ufficiale inglese, e per ingannare la noia della prigionia, apprende i rudimenti della scherma duellando con un bastone di legno. Tornato a casa dopo la guerra, nel 1947 apre il Club Scherma Jesi e qui nel 1977 accoglierà la piccola Giovanna come una dei suoi tanti allievi e allieve. Triccoli è considerato un eretico perché, da autodidatta, ha sviluppato una teoria propria dei movimenti in pedana e della posizione del polso, brevettando lo zigzagare che diventerà celebre grazie ai suoi allievi più illustri come Stefano Cerioni, Valentina Vezzali e, appunto, Giovanna Trillini.
Predestinata
La giovane allieva è talentuosa e predestinata. Inizia subito a mietere successi e nel 1986, a soli 16 anni, è la più giovane campionessa italiana assoluta di fioretto e poco dopo è seconda ai Mondiali giovanili. Da lì inizia un inarrestabile crescendo di successi che nel 1991 la porta a vincere Coppa del Mondo e Mondiale individuale e a squadre insieme anche a Dorina Vaccaroni, considerata in quel momento la migliore delle italiane e ultima ad aver vinto otto anni prima questo titolo.
La prima a vincere due ori
Sembra tutto pronto per le Olimpiadi di Barcellona ’92, ma 5 mesi prima Giovanna si procura una lesione al crociato sinistro che mette tutto in forte dubbio. Con grande forza di volontà e con la gamba bloccata da un tutore, Giovanna stringe i denti e il 30 luglio 1992 dal Montjuic può urlare la sua gioia al mondo per essere la terza italiana a vincere l’individuale, dopo Irene Camber e Antonella Ragno. Quando poi bissa con l’oro a squadre, diventa la prima atleta azzurra di sempre a vincere 2 ori nella stessa olimpiade. Il trionfo le vale l’onore di essere portabandiera alle Olimpiadi di Atlanta 1996 dalle quali torna con un altro oro a squadre ed un bronzo individuale. Stesso identico bottino a Sydney, argento nell’individuale ad Atene (dove la gara a squadre non c’è per la rotazione degli eventi nella scherma) e bronzo a Pechino 2008 di nuovo a squadre il fantastico palmarès della campionessa che è stato superato solo dalla Vezzali.
Il ritiro ed il rientro
Nell’individuale a Pechino perde la semifinale contro la coreana Hyun-Hee lamentando un pessimo arbitraggio volto, a suo dire, ad impedire una finale tutta italiana (contro la Vezzali) e un potenziale podio interamente azzurro. Dopo aver perso la finale del bronzo contro la Granbassi annuncia il ritiro dalle gare.
Allenando i campioni del futuro
Ritorna in pedana nel 2010 arrivando terza in Coppa del Mondo ma, dopo aver mancato la convocazione alla sesta Olimpiade a Londra, decide il ritiro definitivo e si dedica alla famiglia (ha due figli), all’allenamento degli allievi ed è la guida tecnica di Elisa Di Francisca. Si chiudono 25 anni di successi e, si spera, che si apra un nuovo ciclo vincente nel quale la immaginiamo a bordo pedana ad esultare per gli atleti da lei allenati.
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