Durante l’ultima puntata di ”Minuti di Gloria” (la numero 30), il nostro programma radiofonico in onda ogni venerdì dalle 18 alle 19 su Radio Ticino Pavia (FM 91.8 e 100.5), abbiamo intervistato Nicolò Schira della Gazzetta dello Sport, grande esperto di calciomercato ed intenditore di calcio: ecco il suo commento sull’Europeo Under-21 degli azzurrini di Gigi Di Biagio, e sulle trattative riguardanti i giovani italiani!
NICOLÒ SCHIRA INTERVIENE AI MICROFONI DI ”MINUTI DI GLORIA”
Partire da Pavia e dai microfoni di ”Radio Ticino Pavia” (con gli Autogol) per arrivare alla Gazzetta dello Sport: Nicolò Schira è un esempio per tutti coloro che vogliono sfondare nel mondo del giornalismo, ed è approdato alla Rosea dopo una lunga gavetta, che l’ha portato a partire da RTP e dal Pavia Calcio (seguito anche recentemente, in Lega Pro, da accreditato e come ospite del programma ”Siamo tutti allenatori”, in onda su TelePavia), per poi trasferirsi su Odeon e iniziare a collaborare con Sportitalia, mettendosi in luce come esperto di calciomercato. Da lì, Nicolò è poi arrivato alla redazione della Gazzetta dello Sport, della quale fa parte tuttora seguendo le trattative riguardanti le big italiane e i movimenti di Serie B e Lega Pro: un autentico guru del calciomercato italiano (e non solo), dunque, che è intervenuto ai microfoni di ”Minuti di Gloria” per parlare delle trattative riguardanti i giovani talenti azzurri, ma anche e soprattutto della prestazioni dell’Italia Under-21 agli Europei in corso in Polonia, che quest’oggi vedranno gli azzurrini andare in cerca dell’impresa contro la Germania. Ecco dunque le parole di Nicolò Schira, amico della redazione di Azzurri di Gloria e grande intenditore di calcio, durante l’intervista realizzata nel corso del nostro programma radiofonico!
UN BRUTTO KO CONTRO LA REPUBBLICA CECA E GLI ERRORI DI GIGI DI BIAGIO: IL GIUDIZIO DI NICOLÒ SCHIRA
Ciao Nicolò, che idea ti sei fatto di questa Under-21? Eravamo partiti con una vittoria, e poi abbiamo subito un 3-1 contro la Repubblica Ceca che di fatto potrebbe pregiudicare la qualificazione alle semifinali…
”Io non sarei così catastrofico: c’è ancora una partita, seppur decisiva e delicata, da disputare contro la Germania (stasera alle 20.45, ndr). È ovvio che l’Italia ora non ha più il coltello dalla parte del manico, è obbligata a vincere coi tedeschi, che sono una delle formazioni più forti a livello continentale, ma anche noi abbiamo giocatori forti e ce la possiamo fare: dispiace che, come giustamente sottolineavi, l’Italia era partita molto bene col 2-0 alla Danimarca, e poi si è sciolta come neve al sole a causa delle scellerate scelte tecniche di Gigi di Biagio. Il tecnico dell’Under-21 ci ha messo molto del suo nella debacle contro i cechi, cambiando ben 4/11 rispetto alla formazione titolare, e fare così tanti cambi nella gara decisiva è stato un azzardo che non ha pagato, causando quella sconfitta”.
Hai parlato delle colpe di Gigi Di Biagio, che ha avuto anche una brutta gestione della partita: oltre ai quattro cambi nella formazione titolare, non ha convinto quel ritorno al 4-3-3 (con l’inserimento di Gagliardini per un buonissimo Bernardeschi) dopo un avvio di ripresa nel quale stavamo dominando col 4-2-3-1 e avevamo segnato con Berardi…
”Sono d’accordo sulla notazione tattica, ma secondo me è anche un problema a livello di giocatori: in una manifestazione così importante, non puoi fare un turnover ampio, devi avere una formazione tipo. Al limite avrei capito il turnover nel terzo match, con la qualificazione alle semifinali vicina o già ottenuta, cambiando qualche giocatore e correndo anche il rischio di perdere il primo posto: così è stato un suicidio, e il risultato è stato abbastanza impietoso per gli azzurri. Hai cambiato quattro giocatori nei ruoli cardine: difensore centrale, terzino sinistro e due centrocampisti, quindi l’ossatura della squadra”.
Anche perchè le riserve, citiamo ad esempio Grassi e Alex Ferrari, non hanno l’esperienza di Caldara&co: c’è un bel salto dal titolare al giocatore schierato per fare turnover…
”È sempre antipatico parlare dei singoli, anche perchè poi tutta l’Italia ha giocato male, il portiere Donnarumma (che rimane un grande portiere) ha gravi responsabilità su almeno uno dei tre gol e l’attacco, con Petagna, ha sprecato due occasioni ghiotte: è stata una serataccia per tutta l’Italia, quindi non ci sono grandi colpe nei singoli. Dico che è colpa di Gigi Di Biagio, condividendo quello che ha scritto il collega Vincenzo D’Angelo sulla Gazzetta, perchè è lui ad aver minato di fatto gli equilibri e tolto delle certezze ai giocatori: la nazionale, ormai lo sappiamo, non è come una squadra di club, i giocatori devono già trovare un amalgama, e se poi si cambiano quattro elementi quando si è vicini a trovare la quadratura del cerchio… Comunque è inutile continuare a rivangare gli errori del match contro la Repubblica Ceca: ora l’Italia deve concentrarsi su un dentro-fuori che non si può sbagliare, anche perchè uscire al primo turno sarebbe un disastro”.
Si tratta di un dentro-fuori con la Germania, ma per essere sicuri del passaggio del turno (come prima o come seconda, tutto dipenderà dalla Repubblica Ceca: con un pari/sconfitta dei cechi, basta la semplice vittoria) gli azzurri dovranno vincere con almeno due gol di scarto contro una squadra che non ne ha ancora subiti: da qui veniva la nostra perplessità sulle chance italiane…
”Assolutamente. Poi è chiaro che le partite vanno giocate, ma ci tengo a ribadire che se l’Italia esce al primo turno, le cose sono due: o tutti gli italiani, o almeno la maggior parte dei giornalisti e della critica/dei tifosi, non capiscono nulla di calcio e hanno sopravvalutato questa nazionale, oppure c’è un grande responsabile che è Gigi Di Biagio. E non dimentichiamo che aveva steccato già nell’Europeo 2015, quando l’Italia era uscita al primo turno con una nazionale ottima e ricca di qualità: quest’anno abbiamo una delle due squadre più forti (l’altra è la mostruosa Spagna di Celades), e dobbiamo arrivare almeno in semifinale, ma anche in finale per il nostro valore. Poi è ovvio che la finale è imprevedibile in quanto gara secca, ma uscire al primo turno con Berardi, Bernardeschi, Conti, Donnarumma, Rugani, Caldara, Pellegrini ecc, implicherebbe l’esonero di Gigi Di Biagio al termine del torneo”.
DA CONTI A DONNARUMMA, PASSANDO PER BERARDI-BERNARDESCHI: TUTTO SUL MERCATO DEGLI AZZURRINI
Nicolò, parliamo un attimo del mercato degli azzurrini: Donnarumma è al centro del caos col Milan (con tanto di dollari lanciati in campo nella prima partita, ndr) e forse le sue prestazioni ne hanno risentito, e poi Bernardeschi-Berardi sono sul taccuino di tante squadre. Il mercato può aver influenzato le prestazioni dei nostri, e quali sono i giocatori in odor di trasferimento?
”Di fatto, praticamente tutta questa Nazionale è sul mercato, a partire da Donnarumma: Gigio ha vari affaires in ballo, e non ricordo neanche in Lega Pro o Serie D una scena simile, coi soldi lanciati in campo, abbiamo toccato il fondo. Quella di Donnarumma è una situazione molto delicata, che regalerà ulteriori botta e risposta e colpi di scena nel mercato estivo: detto del nostro portiere, veniamo a Conti, che è davvero vicino al Milan. Settimana prossima si dovrebbe chiudere, l’Atalanta vuole 25mln più un paio di giovani (Vido e Pessina, talenti dell’U20), il Milan è salito a 23 e dunque siamo lì: si troverà la quadratura. Rugani resta alla Juve, Caldara è già bianconero ma verosimilmente resterà all’Atalanta anche nel 2018, a centrocampo invece Pellegrini tornerà alla Roma che si avvarrà del diritto di recompra, Grassi ha diversi estimatori (Sassuolo/Udinese ecc) e lascerà il Napoli. Davanti, invece, Di Francesco vorrebbe Berardi e sogna di averlo alla Roma come dopo-Salah, ma Monchi sta lavorando anche su altre piste, da Ounas su cui c’è anche il Napoli, a Ghezzal che si libera a zero dal Lione: Bernardeschi invece è al centro di un duello di mercato tra Juventus e Inter, coi bianconeri in netto vantaggio anche sugli inserimenti dei club inglesi. Lì, però, dovremo capire come verrà ”impacchettato” l’affare, perchè sappiamo che tra Fiorentina e Juventus i rapporti (soprattutto tra le tifoserie) sono aspri, e dunque non sarà facile far digerire ai viola l’addio del loro numero 10 per andare alla Juve”.
Tornando al caso-Donnarumma: chi ha sbagliato? Raiola, la famiglia, o il club?
”Le colpe sono di tanti: il vecchio Milan ha temporeggiato nel blindare il giocatore, anche se Donnarumma stesso voleva capire chi sarebbe andato al timone con la nuova società. Poi ci sono stati quegli incontri tra Mirabelli e Raiola, dove evidentemente qualcosa è andato storto: probabilmente pensava di poter ”mettere nel sacco” Raiola e concludere il rinnovo a condizioni vantaggiose per il Milan, Mino si è irrigidito e poi potrebbe esserci stata qualche telefonata di troppo alla famiglia per forzare la mano scavalcando l’agente, cosa che non è piaciuta a Raiola. I toni si sono inaspriti, poi ci sono stati gli abboccamenti di altri club (Juventus e Real, ndr), ma è tutto ancora in gioco: Donnarumma vorrebbe restare, è ovvio che la situazione si è inasprita ed è diventata particolare anche per le offerte, ma su Donnarumma possiamo attenderci colpi di scena giorno dopo giorno. Molto dipenderà anche dall’Italia, perchè con gli azzurri avanti la trattativa potrebbe spostarsi nel tempo e dunque il clima potrebbe rasserenarsi: vedremo cos’accadrà da qui in poi”.
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