La 18a tappa della Vuelta 2017 regala nuovamente emozioni. Continua la lotta per la Maglia Rossa con continui colpi di scena. Andiamo a scoprire cosa è accaduto oggi.
IL FILM DELLA 18a TAPPA
In molti avevano battezzato la 18a frazione come una tappa adatta alle fughe. Detto fatto. La Suances a Santo Toribio de Liébana Coín è una trappola capace di mietere vittime illustri. Si tratta di 169 km difficili da interpretare. La prima parte della tappa è prevalentemente pianeggiante, ma negli ultimi 60 km ci sono quattro Gran Premi della Montagna. E l’arrivo è posto in cima ad una rampa di 3,2 km con pendenze che vanno in doppia cifra. Dopo una prima fase con tanti attacchi e scatti, riesce a fuoriuscire dal gruppo Maglia Rossa un drappello consistente composto da Julian Alaphilippe, Matteo Trentin (Quick Step), Alessandro De Marchi (BMC), Magnus Cort Nielsen (Orica-Scott), Nelson Oliveira, Marc Soler (Movistar), Patrick Konrad (Bora-Hansgrohe), Clément Chevrier, Alexis Gougeard (AG2R-La Mondiale), Toms Skujins (Cannondale-Drapac), Antwan Tolhoek (LottoNL-Jumbo), Matej Mohoric (UAE Team Emirates), Alexey Lutsenko (Astana), Sander Armée (Lotto-Soudal), Giovanni Visconti (Bahrain-Merida), Jérémy Maison, Anthony Roux (FDJ), Stéphane Rossetto (Cofidis), Sergio Pardilla (Caja Rural-Seguros RGA) e Aldemar Reyes (Manzana-Postobón). I fuggitivi riescono a guadagnare oltre 12 minuti. Il gruppo Maglia Rossa si disinteressa inizialmente della lotta per la vittoria di tappa, ma, ai meno 50, esplode la corsa. Attacca la Katusha di Zakarin e costringe la Bahrain di Nibali a muoversi per chiudere il buco. Poi, dieci chilometri più tardi, attacca Fabio Aru (Astana), supportato inizialmente dall’ottimo lavoro del compagno Sanchez. Il sardo riesce a guadagnare un minuto accelerando prima sul secondo GPM e poi in discesa. Anche Nibali lancia qualche stoccata, stuzzicando continuamente gli uomini del team Sky. Ai meno 30, sul terzo Gran Premio della Montagna, tocca ad Alberto Contador infiammare la corsa. Si procede a scatti, con continui cambi di ritmo ed assalti più o meno diretti alla Maglia Rossa Chris Froome. Tra i fuggitivi, i più attivi sono Matteo Trentin e Julian Alaphilippe, determinati a regalare un’altra soddisfazione al team Quick Step. Anche qui, gli scatti fanno selezione. Il trentino è costretto ad alzare bandiera bianca negli ultimi 30 km, ma non demordono gli altri azzurri Visconti e De Marchi. Ai meno 10 riescono ad andarsene in solitaria Alaphilippe, Armée e Lutsenko. Il corridore della Lotto Soudal ed il collega dell’Astana sorprendono il francese e si involano verso l’ultima rampa. Restano loro due a giocarsi la vittoria di tappa, un belga ed un kazako. L’allungo decisivo è di Armée che si toglie di ruota il compagno di fuga e conquista il primo successo in carriera in un Grande Giro. Una grande soddisfazione, specialmente dopo i tanti tentativi andati a vuoto nel corso di questa Vuelta che lo ha visto spesso in fuga, alla ricerca di una giornata come questa. Lutsenko chiude al secondo posto, davanti ad uno straordinario Giovanni Visconti. Tra i big Aru riesce a guadagnare una manciata di secondi, mentre Vincenzo Nibali paga una ventina di secondi da Chris Froome e rimbalza indietro in classifica.
IL BORSINO DEI MIGLIORI
Dopo la crisi di ieri, Froome risponde a modo suo e lo fa guadagnando su tutti i rivali ad eccezione di Contador. È un segnale netto e molto probabilmente questa potrebbe essere la tappa che gli consegna virtualmente la Vuelta. Difficilissimo per il secondo in classifica Vincenzo Nibali riuscire a recuperare oltre un minuto e mezzo in due tappe, specialmente ora che l’anglo-keniota pare aver superato il momento di appannamento. A tenere in vita le speranze di rimonta c’è l’Angliru che con le sue pendenze può sorprendere tutti, Froome incluso. Tuttavia, resta molto complicato riuscire ad isolare il britannico, sempre supportato da una squadra praticamente perfetta in ogni situazione e su tutti i terreni. La lotta per il podio rimane apertissima. Zakarin, Kerldermann e Contador continuano la loro battaglia. Lo spagnolo guadagna sui rivali, anche se lascia perplessa la sua condotta di gara odierna, a metà strada tra la sfida aperta alla Maglia Rossa e l’attacco agli avversari determinati a salire sull’ultimo gradino. Probabilmente, si poteva tentare qualcosa in più al termine dell’ultimo GPM, quando la Sky era sembrata in leggero affanno. In quell’occasione, ciascun big è sembrato pensare più a salvaguardare la propria posizione che ad attaccare il leader. Da applausi comunque i continui tentativi da lontano, segno che nessuno teme di saltare ed il livello è molto alto. In evidenza Fabio Aru. Il sardo ha guadagnato poco in classifica, ma ha mostrato l’orgoglio dopo l’ultima tappa disastrosa non per colpa sua (un meccanico non ha inserito il rapporto richiesto dal Cavaliere dei quattro mori per eseguire la difficile salita di Alto de los Machucos) e dopo una Vuelta molto complicata. Si ha l’impressione che il corridore del team Astana sia comunque motivato a non mollare e voglia ritagliarsi un momento di gloria da qui alla fine. Un buon segnale in vista dell’Angliru.