L’Italia alle Paralimpiadi: una crescita costante, certificata dai numeri. Se il movimento estivo è decollato già da qualche anno, PyeongChang 2018 ha dimostrato che anche sulla neve e sul ghiaccio gli azzurri sono tornati ai massimi livelli.
LA CRESCITA DELL’ITALIA PARALIMPICA
Se è vero che l’interesse per uno sport cresce con il miglioramento dei risultati, è altrettanto vero che per dare continuità al tutto servano personaggi e storie che mantengano alta l’attenzione dell’opinione pubblica.
Negli ultimi anni, il movimento paralimpico italiano ha avuto il merito di centrare entrambi gli obiettivi.
Partiamo dalle Paralimpiadi invernali 2018 appena concluse. Dopo le negative edizioni di Vancouver 2010 e Sochi 2014, seguendo più o meno di pari passo le deludenti prestazioni dei colleghi normodotati, a PyeongChang 2018 è arrivato il tanto atteso riscatto.
Cinque medaglie e 12° posto nel medagliere. Un ottimo risultato che ha consegnato alle luci della ribalta Giacomo Bertagnolli e Fabrizio Casal, quattro volte sul podio di cui due sul gradino più alto.
Dovranno essere loro i trascinatori di tutto il movimento paralimpico invernale, per aiutare tutti i giovani diversamente abili che vogliono approcciarsi alle discipline della neve.
Il passaggio dal triste “zero” di Sochi al “cinque” di PyeongChang è anche la diretta conseguenza dell’ottimo lavoro svolto da Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico dal 2005, e dalla singole federazioni. L’affermazione di due campioni come Jack e Fabri, ormai veri e propri personaggi spendibili anche al di fuori dell’ambito di gara, non possono che dare un ulteriore contributo alla causa.
VERSO TOKYO 2020: PER UNA NUOVA ESTATE DA RECORD
Prima delle Paralimpiadi di Rio 2016, l’ultima volta in cui l’Italia riuscì a entrare nella top 10 del medagliere in un’edizione estiva risale addirittura ad Heidelberg 1972.
Un’epoca diversa, quando ancora c’era poca competizione a livello paralimpico e molto meno equilibrio.
Luca Pancalli, ex formidabile nuotatore, è diventato presidente del CIP l’anno successivo al 31° posto di Atene 2004 e da allora i miglioramenti sono stati costanti. Il 28° posto di Pechino 2008, il 13° di Londra 2012 e, infine, il 9° di Rio 2016.
Una crescita indice, anche qui, di un grande lavoro che ha finalmente riportato l’Italia tra le principali potenze mondiali nell’universo paralimpico.
Ed è proprio nel 2012 che il pubblico si avvicina finalmente a questo mondo. Grandi vittorie, grandi risultati ma, soprattutto, grandi personaggi. Anzi, il personaggio.
Alex Zanardi, reduce da un gravissimo incidente motoristico che lo ha costretto all’amputazione delle gambe, decide di iniziare una seconda vita a bordo della handbike. A Londra, già 46enne, vince due ori e un argento. Risultato che avrebbe replicato poi in Brasile a cinquant’anni.
L’ex pilota di Formula 1 è stato il vero pioniere dello sport per diversamente abili in Italia nell’era moderna. Un volto sereno, sempre sorridente e mai scalfito da fatica o rassegnazione che è servito da esempio per tantissimi giovani che si sono approcciati alle discipline paralimpiche.
Tra tutti, spicca il nome di Bebe Vio, campionessa indiscussa di scherma e volto ormai noto in tutta la penisola e ricercatissimo per eventi che vanno ben al di fuori della pedana.
Due grandi atleti ai quali si è aggiunto anche Federico Morlacchi, un oro e tre argenti nel nuoto a Rio 2016.
Alex, Bebe, Fede, Jack e Fabri. Cinque campioni per un movimento in piena salute e che deve giustamente guardare con ottimismo al prossimo grande appuntamento a cinque cerchi: le Paralimpiadi di Tokyo 2020.
PARALIMPIADI INVERNALI 2018: NEWS, RISULTATI E MEDAGLIERE AGGIORNATO
News sulle Paralimpiadi invernali di PyeongChang 2018 tutti i giorni sul nostro sito.
Scopri tutte le ultime notizie sportive anche sui nostri social: Facebook, Twitter, Instagram, YouTube e Google +.