Biathlon, Coppa del Mondo 2020. Johannes Boe e Dorothea Wierer si confermano vincitori della Sfera di cristallo. Ma le sorprese non sono mancate. Nella tappa di Kontiolahti hanno dato l’ultimo saluto al circuito IBU Martin Fourcade e Kaisa Makarainen, campioni della disciplina.
Biathlon, Coppa del Mondo 2020: Dorothea Wierer e Johannes Boe si confermano campioni, ma le emozioni e sorprese non sono mancate
Si è conclusa, ieri, l’edizione 2019/2020 della Coppa del Mondo di biathlon.
Le due ultime due gare della stagione, l’inseguimento maschile e femminile di Kontiolahti, tappa conclusiva dopo l’annullamento della kermesse di Oslo Holmenkollen, hanno confermato il verdetto dello scorso anno: sul tetto del mondo ci sono ancora loro due, Dorothea Wierer e Johannes Boe.
L’azzurra e il norvegese, campioni lo scorso anno, sono ancora i detentori della Sfera di cristallo. Ma le emozioni, e le sorprese, non sono mancate.
“Meravigliosamente” Dorothea Wierer: la regina della Coppa del Mondo di biathlon è ancora lei. Decisivo l’ultimo poligono di una stagione molto emozionante
Ancora lei. Ancora Dorothea Wierer. L’azzurra si è confermata campionessa dopo una gara, la 10km inseguimento di Kontiolahti, al cardiopalma.
Il verdetto stagionale, infatti, è arrivato solo all’ultimo poligono. Dove l’atleta FISI del 2019, commettendo un errore, è riuscita a recuperare il minuto che la separava dalla norvegese Tiril Eckhoff. La nordica, fino all’ultima serie, era non solo, e non tanto, leader della gara, ma anche virtualmente campionessa della Coppa del Mondo. Fatale, tuttavia, le è stata l’ultima sessione in piedi della pursuit finlandese: la Norge, caduta tre volte in errore, è sprofondata dalla prima posizione oltre la top-ten, venendo addirittura superata dall’azzurra. Eckhoff è quindi riuscita a sopravanzare Wierer, chiudendo decima, davanti all’altoatesina, undicesima. Il sorpasso, però, è avvenuto solo in pista, e non in classifica generale. Di conseguenza la Sfera di cristallo, quella femminile, invece che in Norvegia, è rimasta in Italia.
Tanto emozionante quanto l’ultima gara, e il decisivo poligono finale, però, è stata la stagione stessa. Fatta di sorpassi e contro-sorpassi.
La Coppa del Mondo femminile, tant’è, è iniziata con una vittoria di Dorothea Wierer nella sprint di Östersund. Là, dove l’Italia fu protagonista assoluta ai Mondiali del 2019. L’azzurra ha dunque proseguito il proprio rollino di marcia conquistando il successo anche nella sprint successiva, quella di Hochfilzen. Località dove Tiril Eckhoff ha trovato il primo acuto stagionale, ottenendo la vittoria nell’inseguimento. Preludio all’exploit della norvegese nella tappa di Annecy Le Grand-Bornand: tre gare, sprint, pursuit e mass start, e tre vittorie. La nordica ha quindi conquistato la leadership in classifica generale nella seconda delle due tappe tedesche che hanno inaugurato il 2020, Ruhpolding, dove Eckhoff, alla prima gara della carriera col pettorale giallo, l’inseguimento, ha conquistato il sesto successo stagionale.
Dorothea Wierer è quindi tornata al comando della classifica generale sulle nevi di casa, ai Mondiali di Anterselva 2020. Dove, insieme ad un’altra norvegese, Marte Olsbu Roiseland, è stata assoluta protagonista. L’azzurra, infatti, ha conquistato la medaglia d’oro sia nella pursuit che nella 15km individuale, dovendosi accontentare dell’argento nella mass start. Ivi battuta all’ultimo giro dalla norvegese Roiseland, sul podio in ogni gara disputata nella kermesse iridata in Italia.
Opaca ai Campionati del mondo, Tiril Eckhoff si è prepotentemente ripresa la scena, e la vittoria, a Nové Město na Moravě, firmando il settimo successo stagionale nella mass start della Repubblica Ceca.
Decisiva per l’assegnazione della Coppa del Mondo, dunque, è stata la tappa di Kontiolahti. Qui, inizialmente, la vittoria dell’azzurra è sembrata allontanarsi. Wierer, infatti, dopo il peggior risultato stagionale nella sprint di Nové Město, ha chiuso la prima gara in Finlandia oltre la top-ten, mentre Eckhoff è salita sul podio, ricucendo lo strappo nella generale, limitato a soli otto punti. Ad una gara dalla conclusione, l’inseguimento finlandese, la Sfera di cristallo sembrava nella mani della biatleta Norge: terza partente, con l’azzurra, diciannovesima, a cinquanta secondi di distanza. Ma così non è stato.
«Sono partita con un distacco di un minuto e venti [dalla testa, ndr.]» ha detto Wierer. «Psicologicamente era difficile. C’era tanto vento. E sapevo che poteva succedere di tutto», pur «con la mia avversaria diretta che partiva a cinquanta secondi davanti a me. Ho cercato di dare il massimo, fortunatamente è andata bene».
Dorothea Wierer ha dunque messo in bacheca la seconda Sfera di cristallo della carriera. Che si aggiunge alle quattro medaglie conquistate in questa stagione ai Mondiali di Anterselva 2020, tre in gare individuali e una, d’argento, nella staffetta mista, e alla Coppa di specialità della partenza in linea. Le altre sono andate a Tiril Eckhoff, la migliore nel format pursuit; alla svedese Hanna Oeberg, campionessa del format individuale; e alla tedesca Denise Herrmann, vincitrice della Coppa del format sprint.
Una stagione, dunque, molto combattuta. Conclusasi, nuovamente, con Dorothea Wierer sul tetto del mondo.
Johannes Boe: il back to back del norvegese, fermato solo dai francesi… E dal figlioletto Gustav
Johannes Thingnes Boe, dopo la vittoria della Sfera di cristallo e di tutte le Coppe di specialità lo scorso anno, si conferma nuovamente, alzando il massimo trofeo del circuito IBU.
Nonostante le dieci affermazioni stagionali, tredici podi in diciassette gare disputate, la vittoria finale del norvegese non era affatto scontata, in quanto il minore dei fratelli Boe era stato assente per ben due tappe, Oberhof e Ruhpolding, per assistere la compagna in dolce attesa del primogenito Gustav. Tuttavia, pur raccogliendo quattro “zero” alla voce punti nelle gare in singolar tenzone delle due tappe tedesche, il nordico è riuscito a battere, nella volata finale, il transalpino Martin Fourcade, costretto alla seconda posizione nella generale.
Monsieur le Biathlon, tuttavia, è riuscito a “strappare” al nordico, campione del format mass start, le Coppe di specialità della sprint e dell’individuale, chiudendo al meglio una gloriosa carriera vincendo l’inseguimento di Kontiolahti, salendo sul podio per la centocinquantesima volta tra eventi di Coppa del Mondo, Olimpiadi e Campionati mondiali.
Undici titoli mondiali, cinque medaglie d’oro olimpiche, sette Sfere di cristallo e ventisei Coppe di specialità, primo ogni epoca per numero di gare senza errori al poligono, sessanta (che salgono a ottantatré contando anche le prove a squadre), Martin Fourcade lascia un vuoto indelebile nel biathlon e nello sport.
A raccogliere il testimone, tuttavia, v’è una corazzata francese più che temibile, destinata, già dal prossimo anno, a mettere in difficoltà Johannes Boe. O quanto meno a provarci. Sicuramente, ad esserci riuscito è stato il campione del format inseguimento, il transalpino Emilie Jacquelin, autentica rivelazione dell’edizione 2019/2020 della Coppa del Mondo di biathlon. Ma anche dei Mondiali di Anterselva 2020, dove beffò proprio J. T. Boe all’ultimo giro, in una volata valevole la medaglia d’oro nel format in cui il francese s’è poi affermato.
Tra i grandi protagonisti bleu della stagione maschile figurano anche Simon Desthieux, sesto nella generale, e, soprattutto, Quentin Fillon Maillet, terzo nella classifica generale e in quella della 20km individuale, secondo nella corsa alle Coppe dei format sprint e mass start. Al francese, perennemente tra i migliori per passo sugli sci, è mancato solo l’acuto definitivo, ma dopo una stagione da dieci podi (unico in doppia cifra insieme a Boe e Fourcade), conditi da una vittoria, le prospettive sono più che rosee. Tanto quanto quelle di tutta la squadra francese.
Oltre Fourcade, si ritira anche Kaisa Makarainen
Oltre Martin Fourcade, ieri a Kontiolahti, pista di casa, ha disputato l’ultima gara della propria carriera anche Kaisa Makareinen.
Tre Sfere di cristallo, cinque Coppe di specialità, cinque medaglie ai Mondiali, di cui una d’oro, e ben settantanove podi, tutti individuali, con ventisette vittorie in Coppa del Mondo. Di cui l’ultima quest’anno, nell’improba mass start di Oberhof, a trentasette anni e un giorno.
«Non mi aspettavo che avrei conclusi qui la mia carriera, nello stadio di casa», ha dichiarato ieri, al termine della gara a inseguimento, in lacrime, la finlandese. «Sono felice di aver preso tutti i bersagli nell’ultima serie» ha anche scherzato l’ex fondista. Che ha poi concluso dicendo che quello che le mancherà di più «sono le mie amiche: tutte le ragazze del circuito, la famiglia del biathlon. É difficile trovare un momento più speciale di un altro: forse le vittorie delle Coppe. Le apprezzo, le rispetto forse di più oggi di quanto non ho fatto quando le ho vinte».
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