Proprio nel giorno in cui i medagliati azzurri di Rio si sono fatti avanti inviando una lettera alla sindaca di Roma, Virginia Raggi, nel tentativo di convincerla ad accettare la candidatura della Capitale ai Giochi che si svolgeranno tra otto anni, dalla giunta capitolina è arrivato un no secco. Secondo una fonte vicina al Campidoglio, la prossima settimana la sindaca di Roma farà un annuncio ufficiale in una conferenza stampa. A sostegno di questa tesi ci sono le parole del deputato del Movimento 5 Stelle, Alessandro Di Battista: “Faremo tremare il potere. Sarà un no secco”.
“Impossibile, tutto questo è paradossale”, è stata la risposta del Coni, sorpreso per una decisione che, a detta loro, è stata presa senza averli consultati. “La Sindaca ha sempre detto che avrebbe incontrato Malagò e Pancalli, ma fino adesso, a parte una richiesta formale scritta, ciò non è avvenuto – hanno detto fonti vicine al Coni – inoltre aveva garantito a Pancalli che se ne sarebbe discusso una volta terminate le Paralimpiadi”.
Un no che ha fatto infuriare il premier Matteo Renzi, che dal palco della festa de l’Unità di Firenze ha dichiarato: “I Cinque Stelle dicono di no per questioni interne e per rifarsi la verginità nel dibattito di Roma. Mi pare triste sia per Roma che per il Paese. Saranno loro a decidere, hanno vinto, ma non si può rifiutare perché si ha paura del futuro”.
Tra i sostenitori del “no” c’è un personaggio illustre, Dario Fo, premio Nobel per la letteratura nel 1997: “Le Olimpiadi a Roma? Bisogna dire no. Il rischio è che portano affari sporchi e sarebbero una perdita gigantesca per Roma che ha altre necessità – ha spiegato in un’intervista che uscirà sull’Avvenire – prima bisogna intervenire sui servizi pubblici, poi si può pensare al resto”.
La prossima settimana Virginia Raggi sarà ascoltata sul tema Olimpiadi in Commissione Cultura al Senato. Tempo addietro si era parlato della possibilità di indire un referendum cittadino, ma ben presto questa eventualità è sfumata. In Italia il rifiuto alle Olimpiadi non è una novità: già durante il governo presieduto da Mario Monti era stata ritirata la candidatura per il 2020. Questa volta, però, il processo era in fase avanzata: il prossimo 7 ottobre, infatti, la candidatura dovrebbe essere confermata al Cio. Ciononostante, però, c’è tempo fino a febbraio per modificare il progetto.