All’indomani della tappa di Coppa del Mondo di Altenberg abbiamo intervistato Dominik Fischnaller, bronzo nello slittino singolo a Pechino 2022 ed attualmente in testa alla generale di Coppa del Mondo.

Ad Altenberg hai centrato il sesto podio in otto appuntamenti di Coppa del Mondo, qual è il segreto di questa continuità nelle prestazioni?

Molto ha fatto l’allenamento in estate che ha sortito gli effetti sperati, poi tanto fa anche l’esperienza accumulata in questi anni di competizione, d’altronde il prossimo 20 febbraio compirò trent’anni. Penso di avere la mentalità giusta, la corretta consapevolezza, maturate ulteriormente anche grazie a Pechino 2022 e alla medaglia.

Ai Mondiali di Oberhof eri più dispiaciuto per la scivolata nel singolo o per il quarto posto nella gara a squadre?

Ero più dispiaciuto per il quarto posto a squadre poiché eravamo più vicini al podio. Nel singolo, invece, ero decimo dopo la prima manche, per questo nella seconda ho tentato il tutto per tutto per recuperare ma sono scivolato. Ad Oberhof, comunque, è difficile fare ottime prestazioni, le possibilità per fare bene dopo la prima manche erano minime.

Quanto è importante il supporto del Gruppo Sportivo dei Carabinieri?

Il loro supporto è molto importante per me, così anche per la squadra. Senza di loro non potremmo praticare a questi livelli lo sport che amiamo. Loro ci danno una grande mano, a tutto tondo, non solo economicamente.

Perché hai deciso di praticare questo sport, che cosa è scattato in te? 

Da piccolo ho praticato gli sport più diversi: sci, calcio, nuoto, snowboard, oltre allo slittino. Dove abito io, però, c’è il punto di partenza dello slittino, che mi è sempre piaciuto. Sono andato lì da piccolo con mio fratello e ho provato. Subito mi sono reso che mi piaceva e che la sensazione con la velocità era bellissima. Mi piaceva ed è andata subito bene.

Quali sono i tuoi atleti di riferimento?

Nello slittino, ovviamente, Armin Zöggeler. Negli altri sport Ronaldo, Messi, Tom Brady.

Dominik Fischnaller con Armin Zöggeler al termine della gara di Coppa del Mondo di Innsbruck, valevole per la prima tappa della stagione 2022/2023 (foto: profilo Facebook ufficiale Dominik Fischnaller)

Come si fa a coniugare la tecnica con il dosaggio della forza durante una manche di gara?

Si prova fin da bambini il gesto atletico. In linea di massima, comunque, bisogna usare tanta forza alla partenza e poi essere sciolto nel passaggio successivo sentendo la slitta come va sul ghiaccio.

Come giudichi finora la tua stagione sportiva?

La giudico bene. L’anno scorso dopo Pechino mi sono operato ad una spalla per mettere a posto il tendine del bicipite. Ho quindi iniziato la stagione ponendomi come primo obiettivo di ben figurare nella Coppa del Mondo, in ottica classifica generale. Per i Mondiali, invece, sapevo sarebbe stata dura, poiché Oberhof è una pista difficile sulla quale non vado bene.

Quali sensazioni avevi durante la gara di Pechino che ti ha dato il bronzo?

In quella gara avevo tante sensazioni, tante emozioni. Quattro anni prima, all’Olimpiade di Pyeongchang, avevo sfiorato la medaglia, ci ero andato vicinissimo. Per questo ho lavorato nell’ultimo quadriennio, dal 2018 al 2022, pensando solo ed esclusivamente a questa medaglia. Avevo tanta pressione addosso a Pechino. Quando sono giunto al traguardo e ho visto che ero sicuramente a medaglia avevo i brividi su tutto il corpo. In una parola: fantastico.

Cosa hai pensato il giorno successivo al bronzo quando hai scoperto di essere positivo al Covid-19?

Quando mi hanno comunicato che mio cugino Kevin era positivo ho pensato che sarebbe toccato anche a me. Mi è dispiaciuto molto non poter fare la gara a squadre, mentre a livello individuale meglio che sia capitato dopo la gara quando avevo già conquistato la medaglia olimpica.

Dominik Fischnaller con al collo la medaglia di bronzo conquistata nello slittino a Pechino 2022 (foto: sito ufficiale FISI, www.fisi.org)

A quale medaglia europea e a quale medaglia mondiale sei più legato?

A livello europeo sono legato all’oro conquistato nel singolo a Lillehammer, la mia pista preferita. Mentre a livello mondiale al bronzo conquistato ad Innsbruck nel 2017.

E’ più complicato gestire la frustrazione quando si manca una medaglia olimpica o quando si arriva secondi nella generale di Coppa del Mondo all’ultima gara stagionale, come è successo a te?

Senza dubbio è più difficile arrivare quarto all’Olimpiade. I Giochi ci sono una sola volta ogni quattro anni, mentre la Coppa del Mondo c’è ogni anno e quindi ci si può immediatamente riscattare.

 

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