Fabio Aru ha annunciato che prenderà parte al Giro d’Italia 2018. Una decisione importante ed una sfida intrigante per il ciclista sardo, vincitore della Vuelta di Spagna 2015.

Fabio Aru

Fabio Aru esulta sul traguardo di La Planche des Belles Filles (Foto Quotidiano.net)

FABIO ARU: “GIRO 2018, ECCOMI!”

<<Sarò alla partenza del Giro d’Italia 2018>>. Fabio Aru scioglie ogni riserva ed annuncia la sua partecipazione alla Corsa Rosa. Sui propri canali social ha spiegato a tifosi ed addetti ai lavori le ragioni della sua scelta: <<Ho voluto ponderare bene questa importante decisione, confrontandomi costruttivamente con la squadra. La scelta di partecipare al Giro d’Italia è stata fatta con convinzione, valutando tutte le variabili. Sono contento di tornare sulle strade del Giro, per un atleta italiano è sempre una corsa che offre sensazioni speciali. In più, quest’anno vi parteciperò con la maglia di campione d’Italia, motivo in più per onorare al massimo la Corsa Rosa>>. È una decisione importante, che dà ulteriore lustro ad un’edizione dal percorso intrigante, comprendente tra le tante asperità il celeberrimo Zoncolan ed il Colle delle Finestre. E poi è una scelta che tanto inciderà sulla carriera del sardo classe 1990.

UNA SFIDA PER MATURARE

Il rapporto di Fabio con il Giro è decisamente positivo ed amichevole. In Italia, questo ragazzo si è fatto notare disputando tre settimane eccezionali nel 2014, coronate dal successo di Montecampione. Un anno più tardi, si è distinto per la sana sfrontatezza con cui ha tentato di far vacillare le certezze di Alberto Contador, non uno qualsiasi. Aggiungiamoci pure l’impresa alla Vuelta di Spagna di qualche mese dopo. Un crescendo notevole, in linea con quanto mostrato tempo addietro da Vincenzo Nibali. Sembrava l’inizio di un’ascesa irresistibile. Poi, ecco i guai. Tra errori di gioventù come la crisi alla penultima tappa del Tour de France 2016 ed un 2017 funestato dalla tragedia dell’amico Michele Scarponi e sconquassato ulteriormente dall’aperta rottura con la propria squadra, l’Astana, Aru non è mai riuscito ad ottenere i risultati sperati. Ha solamente mostrato sprazzi del suo talento senza spiccare veramente il volo. Lo scalatore sardo, accostato addirittura a Marco Pantani, è rimasto una sorta di bella speranza ancora inespressa. Il Giro 2018 diventa dunque l’occasione del riscatto, il modo per dimostrare che, se messo nelle giuste condizioni, il cavaliere dei quattro mori può realmente lasciare il segno. È poi c’è lo stimolo di dimostrare a chi ha creduto in lui, come il suo nuovo team, la UAE Emirates, di non essersi sbagliato. Se la Corsa Rosa lo ha lanciato tra i big, ora può consacrarlo come vero campione, ribadendo una volta di più che quella Vuelta 2015 non è un ricordo sbiadito o un caso isolato.

IL DUELLO CON FROOME E DUMOULIN: QUANTE RIVINCITE!

Probabilmente, la gara spagnola di tre anni fa ancora se la sogna di notte Tom Dumoulin. L’olandese si fece notare al grande pubblico con una tenacia ed una resistenza notevoli, ma venne travolto alla penultima tappa dagli assalti di Aru, cedendo la Maglia Rossa ad un passo dal trionfo madrileno. Quella beffa ha segnato il passista di Maastricht. Gli ha insegnato a curare al meglio i dettagli, a gestire il lavoro dei compagni, a sfruttare le occasioni. Anche grazie a questi aspetti, nella scorsa stagione, si è tolto la soddisfazione di trionfare nel finale più thriller della storia della Corsa Rosa, beffando il favorito della vigilia Nairo Quintana. Stavolta, Dumoulin vuole prendersi la rivincita battendo colui che gli ha regalato un grande dispiacere. Superare Aru in casa chiuderebbe idealmente un cerchio, dando il la definitivo alla sua consacrazione come uomo da Grandi Giri. Tuttavia, anche Fabio ha una forte voglia di rivalsa e non solo con sé stesso. Bisogna spodestare il Re delle corse a tappe, Christopher Froome. Il britannico, verosimilmente, prenderà parte al Giro, nonostante il discusso caso del salbutamolo che pende come una spada di Damocle sui suoi risultati post Vuelta. Il cavaliere dei quattro mori ha già fatto vacillare il regno del campione anglo-keniota al Tour de France dell’anno scorso, staccandolo a La Planche des Belles Filles con uno scatto dei suoi e mettendo a nudo i suoi limiti sul traguardo del Peyragudes. Imprese poi vanificate da una bronchite e da un’Astana improvvisamente ammutinatasi contro il proprio capitano. Con una nuova squadra ed il sostegno di gran parte del pubblico italiano, Aru cova la grande rivincita. Una rivalsa che avrebbe anche il sapore dell’impresa e della definitiva consacrazione. Le carte per farcela ci sono. Il cavaliere dei quattro mori è pronto a scatenare la battaglia.

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Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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