La 17a tappa del Giro d’Italia 2018, con partenza da Riva del Garda ed arrivo ad Iseo, è stata conquistata da Elia Viviani (Quick-Step Floors), davanti a Sam Bennett (Bora Hansgrohe) e Niccolò Bonifazio (Bahrain Merida). La Maglia Rosa resta sulle spalle di Simon Yates (Mitchelton-Scott).

Giro d'Italia 2018

IL FILM DELLA 17a TAPPA: ANCORA VIVIANI!

Ultima chiamata per i velocisti? Sulla carta, il percorso della 17a tappa del Giro d’Italia 2018 si presterebbe ad un arrivo in volata. Sprint tutt’altro che scontato, però. A complicare i piani delle ruote veloci ci pensa la prima parte della frazione odierna, decisamente complessa per via di tanti saliscendi, alcuni dei quali molto impegnativi. Solamente nell’ultimo terzo dei 155 chilometri previsti la corsa diventa leggermente più semplice e controllabile, con un primo passaggio sul traguardo ai meno 23 dalla conclusione. È una tappa disegnata anche per le azioni da lontano. Quentin Jauregui (Ag2r La Mondiale), Francesco Gavazzi, Mattia Cattaneo (Androni-Sidermec), Luis Leon Sanchez, Davide Villella (Astana), Giovanni Visconti (Bahrain-Merida), Giulio Ciccone (Bardiani-CSF), Ben Hermans, Krists Neilands (Israel Cycling Academy), Ruben Fernandez (Movistar), Alessandro De Marchi (BMC), Sebastien Reichenbach (Groupama-FDJ), Nathan Brown (EF-Drapac) Salvatore Puccio, Wouter Poels e David De La Cruz (Sky) tentano la sortita e scattano dopo pochissimi chilometri. A causa delle salite della prima metà di tappa, il gruppo si assottiglia e cala lentamente il margine, peraltro rimasto sempre esiguo. Brividi per Miguel Angel Lopez (Astana) e Chris Froome (Sky), che perdono le ruote degli altri big sulla prima ascesa, rientrando in breve tempo. La gara sembra cristallizzarsi, con il gruppo della Maglia Rosa Simon Yates all’inseguimento degli attaccanti. Il ritmo resta elevato. La selezione avviene anche tra i fuggitivi: chilometro dopo chilometro, diversi elementi perdono contatto ed in testa restano solamente Sanchez, Poels, De Marchi e Hermans. Ai meno 20, ulteriore sgroppata tra i leader della corsa: si staccano il corridore del team Israel Cycling Academy ed il compagno di Froome, lasciando via libera al “Rosso di Buja” e al passista dell’Astana. Gli inseguitori, capitanati di Quick – Step Floors e Lotto NL Jumbo, tengono sempre il mirino sulla coppia in avanscoperta, restando ad una ventina di secondi di ritardo. Ai meno 15, inizia a piovere sulla carovana rosa, anche se, fortunatamente, le precipitazioni non sono continue ed intense. Le condizioni meteo piuttosto incerte non fermano il forcing del gruppo con gli uomini di classifica: l’azione del tandem De Marchi-Sanchez si esaurisce ai meno 11. La gara non si ferma mai: a 6 chilometri dalla fine è Zdenek Stybar (Quick-Step Floors) ad animare la corsa con diversi scatti, imitato 1000 metri dopo da Maurits Lammertink (Katusha-Alpecin). Nessuna delle due iniziative ha successo, anche per effetto del ritmo forsennato della Mitchelton-Scott di Simon Yates. Gruppo compatto fino alla fine. Parola agli sprinter: Danny Van Poppel (Lotto NL Jumbo) tenta di beffare gli avversari partendo ai meno 200, ma viene acciuffato e bruciato da uno straordinario Elia Viviani (Quick-Step Floors), guidato in precedenza dall’impeccabile Fabio Sabatini. Secondo posto per Sam Bennett (Bora Hansgrohe), davanti a Niccolò Bonifazio (Bahrain Merida).

LA LOTTA PER LA CICLAMINO: VIVIANI IPOTECA LA CLASSIFICA A PUNTI

Poker di successi. Come Fernando Gaviria un anno fa. La Quick-Step cambia il velocista, non il risultato. Elia Viviani non concede una giornata di gloria ai rivali, ma vince, anzi, rivince. Trionfa per la quarta volta nel Giro d’Italia 2018. Ed il successo odierno gli permette di ipotecare seriamente la classifica a punti, il grande obiettivo del campione olimpico su pista a Rio 2016. Il vantaggio sul rivale della corsa rosa, Sam Bennett, inizia a farsi consistente e la Maglia Ciclamino assume sempre più le misure del fisico minuto del veronese. Salvo clamorosi colpi di scena, Viviani scriverà a Roma un altro meraviglioso capitolo della sua straordinaria carriera. Una bella rivincita nei confronti di chi ultimamente aveva perso fiducia in lui. Una magnifica consolazione dopo le lacrime amare alla Gand-Wevelgem 2018. Stavolta, il pianto può essere solamente lo sfogo naturale per tanta felicità. Le buone notizie per l’Italia non si esauriscono con le gesta di Re Elia: la crescita di Niccolò Bonifazio. Il cuneese sta imparando a stare stabilmente con i migliori velocisti, a guardarli negli occhi, a non temerli, sognando di batterli prima o poi. Per ora, Viviani e Bennett restano superiori, ma lui è lì, ad un palmo di mano dall’acciuffarli. Sì, il futuro è anche suo. Non resta che attenderlo.

Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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