La 19a tappa del Giro d’Italia 2018 da Venaria Reale a Bardonecchia è stata conquistata da un epico Chris Froome davanti a Richard Carapaz e Thibaut Pinot. Il britannico del team Sky conquista anche la Maglia Rosa.

Chris Froome in azione (fonte foto Eurosport)

IL FILM DELLA 19a TAPPA: FROOME EPICO

È il giorno dei giorni. È la tappa regina, quella che cambia ogni scenario ed improvvisamente stravolge le convinzioni maturate in oltre due settimane di gara. Normale sia così, data l’altimetria della 19a frazione:  Colle del Lys in apertura, seguito dal terribile Colle delle Finestre, dal Sestriere e dallo Jafferau, prima dell’arrivo a Bardonecchia. In totale 184 chilometri di pura sofferenza, ricchi di colpi di scena. Le prime avvisaglie si manifestano sulla prima asperità, fatale per Fabio Aru (UAE Emirates), costretto al ritiro dopo un Giro altamente deludente. Poi, all’inizio del Colle delle Finestre, inizia il calvario della Maglia Rosa, Simon Yates. Il leader della classifica generale non regge il ritmo degli altri big e, lentamente, si stacca. È una via crucis lunga e dolorosa per colui che aveva sognato di vincere trionfalmente la corsa a tappa più importante in Italia. Arriverà con oltre mezz’ora di ritardo. Nel momento in cui arriva la notizia della crisi del britannico della Mitchelton-Scott, aumenta il forcing del team Sky.  Ai meno 80 la svolta della gara: cede Domenico Pozzovivo (Bahrain Merida) e, contemporaneamente, attacca Chris Froome. Pare una follia, soprattutto per lui, considerato sempre come un campione “senz’anima” e poco spettacolare. Una frullata in faccia agli avversari e via all’avventura. Il quattro volte vincitore del Tour de France vola lungo i tornanti sterrati. Sembra sempre barcollare con quell’andatura apparentemente goffa, ma è tremendamente efficace. Quando scollina dalla salita del Colle delle Finestre, Chris ha 38” sul gruppo di Tom Dumoulin (Sun Web), comprendente anche Thibaut Pinot (FDJ), Richard Carapaz (Movistar) e Miguel Angel Lopez (Astana), oltre 2 minuti su Pozzovivo ed addirittura 11 su Yates- La marcia di Froome non si arresta nella terribile discesa successiva ed incrementa il margine. I minuti sui diretti avversari diventano due sul Sestriere, mentre il capitano della Bahrain Merida scivola sempre più lontano. Terminata la salita, arriva la comunicazione: “Froomey” è in Maglia Rosa virtuale, con un distacco di oltre 3 minuti sugli inseguitori. Si arriva allo Jafferau e Dumoulin mostra un iniziale segno di cedimento, ma alla fine limita i danni per quanto possibile. Trionfa Froome ed ipoteca il Giro d’Italia 2018. Secondo Carapaz in volata a 3’05”, davanti a Pinot. Il vincitore dello scorso anno chiude a 3’22”.

IL BORSINO DEI BIG

Oltre ogni logica, oltre ogni limite. Chris Froome aveva promesso che, se avesse sentito la giusta sensazione, avrebbe provato a rovesciare la classifica generale. Effettivamente, è stato di parola, ma nessuno si sarebbe aspettato un simile ribaltone. Accade tutto in un giorno solo. È una lucida follia quella che sospinge “Froomey” in un’impresa di matrice coppiana, giusto per rendere l’idea della sua cavalcata. Il britannico del team Sky attacca sul Colle delle Finestre ed arriva da solo sul traguardo di Bardonecchia. Un numero da ciclismo eroico, dei tempi pioneristici. Un’impresa che gli consente di conquistare anche la Maglia Rosa nel modo più imprevedibile. Ora si trova in testa in classifica generale con 37 secondi di vantaggio su uno stoico Tom Dumoulin. L’olandese non è riuscito a tenere il ritmo di Froome sulla salita iniziale ed ha perso terreno per tutto il resto della tappa. Tuttavia, non è naufragato. Ha tentato in tutti i modi di restare a galla. Il distacco non è eccessivo, lecito sognare ancora il bis rosa. Le sensazioni odierne lasciano intendere una rimonta assai complicata. Insomma, la difesa del successo di un anno fa dipende più dal tracollo del rivale del team Sky che dalle sue forze. Resta l’amarezza per Domenico Pozzovivo, naufragato ad oltre 8 minuti e lontano dal podio, vanificando così un Giro straordinario. L’ingresso nella top 3 riguarda esclusivamente Pinot, Carapaz e Lopez. Almeno fino al prossimo arrivo in salita. Il vero dramma di giornata è di Simon Yates: dal paradiso alle stelle nell’arco di 24 ore. Drammatico il suo calvario che ha ricordato tristemente la crisi di Alex Zulle 20 anni. Anche quel Giro venne risolto da un’azione da lontano: allora toccò a Marco Pantani. Stavolta, è Froome a riscrivere la storia, da cannibale e fuoriclasse vero.

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Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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