Saranno Jai Hindley e Tao Geoghegan Hart a giocarsi la maglia rosa nella cronometro conclusiva al termine di un Giro d’Italia folle.
“L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare”. La celebre frase di Gino Bartali potrebbe riassumere bene l’andamento di un Giro d’Italia incredibile e folle oltre ogni immaginazione. Le prime tappe avevano già fatto intendere che non sarebbe stata una gara normale: in pochi giorni fuori i due grandi favoriti, Geraint Thomas per infortunio e Simon Yates per la positività al Coronavirus. Poi una corsa a eliminazione tra gli uomini di classifica che ha visto uscire dalla lotta per la vittoria nomi blasonati come Vincenzo Nibali e Jakob Fuglsang. Salvo colpi di scena da intendersi come una rimonta clamorosa di Wilco Kelderman, sono rimasti in due a contendersi lo scettro: Jai Hindley e Tao Geoghegan Hart. E il bello di questa sfida sta in un dettaglio non trascurabile: il distacco tra i due in classifica generale è di soli 80 centesimi! Non era mai accaduto nella storia del Giro di arrivare all’ultima tappa con un gap così ridotto.
PARALLELISMI
Australiano Jai, inglese Tao, hanno un percorso molto simile in questo Giro. Entrambi sono molto più di semplici outsiders dato che nessuno li avrebbe mai inseriti nella lotta per la vittoria della maglia rosa. Tutti e due avrebbero dovuto scortare i rispettivi capitani alla conquista del primato. La strada ha deciso diversamente per Hindley, troppo più forte del capitano annunciato Kelderman. Il ragazzo classe 1984 ha aiutato il proprio numero uno fino a quando le rampe dello Stelvio non gli hanno insinuato malizia e dubbi sulla legittimità di assistere in tutto e per tutto il numero uno in casa Sunweb. Magrissimo, quasi scheletrico, Hindley nasconde dietro il viso quasi bambinesco una tempra durissima e una fame da vero campione come testimoniato dalla vittoria ai Laghi di Cancano. Caratteristiche comuni al rivale che lo insegue in classifica, si fa per dire, con 80 centesimi di secondo di ritardo. Geoghegan Hart si è ritrovato i galloni del capitano in casa Ineos quasi per caso. L’addio forzato di Thomas ha compattato la squadra, costringendola a dare la caccia alle tappe. I successi dei compagni hanno permesso all’inglese di rimontare a fari spenti in classifica fino a mostrare apertamente a Piancavallo di essere in lizza per il trono. A dispetto dell’aria stralunata, con i capelli rossicci spesso arruffati, Tao è sembrato avere le idee ben chiare dall’inizio alla fine, giocando in contropiede o adattandosi alle strategie imposte dagli avversari. Con il suo rapporto lunghissimo ha sfidato e tenuto testa alle accelerazioni a tutto gas con frequenze di pedalate elevatissime di Hindley, scontrandosi anche verbalmente con lui.
TIC TOC
Tutto sbagliato e tutto da rifare, dicevamo. Per motivi diversi è accaduto a Sunweb e Ineos, costrette a rivedere i propri piani strada facendo. Tutto da ricominciare da capo perché la classifica non prevede un distacco significativo. Così, per la prima volta, il Giro si assegnerà in un’unica tappa, come se gli episodi precedenti ancora non avessero dato sufficienti indizi per capire quali sono i ruoli del copione. Chi è il re e chi il vinto? La parola al giudice più severo e ineluttabile, lo stesso che in questo momento sta facendo pendere impercettibilmente la bilancia a favore di Hindley: il cronometro. Sarà una gara contro il tempo da Cernusco a Milano ad assegnare la maglia rosa. I favori del pronostico pendono dalla parte di Geoghegan Hart, ma le due crono del Giro raccontano un sostanziale pareggio tra gli sfidanti. Un motivo in più per vivere l’ultimo atto con il cuore in gola.