Dopo il giorno di riposo, il Giro d’Italia 2019 affronta una delle tappe decisive di questa corsa rosa: non c’è più il Gavia nella Lovere-Ponte di Legno, ma il Mortirolo può mandare in crisi tanti big. Andiamo a ripercorrere ciò che è successo quest’oggi.
GIRO D’ITALIA 2019, 16A TAPPA: VITTORIA A CICCONE, ROGLIC SI STACCA
Dopo il giorno di riposo, il Giro d’Italia riparte da una delle tappe decisive della corsa rosa, nonostante abbia perso il Gavia per la tantissima neve su quella che doveva essere la Cima Coppi, che dunque non verrà affrontata dai corridori. La Lovere-Ponte di Legno è stata dunque ridisegnata così: 194km, con le salite di Presolana, Cevo (10.6km al 5.9%), Aprica (punte al 9%, ma agevole nel complesso) e il Mortirolo (11.9km al 10.9% e punte al 18%) prima della difficile discesa e della leggera ascesa verso Ponte di Legno, con punte al 5% e l’arrivo a 1200m. Sulla carta è la giornata di Vincenzo Nibali, mentre Primoz Roglic affronterà per la prima volta la durissima ascesa del Mortirolo e potrebbe perdere tanti secondi. La tappa viene scandita da una fuga di 21 uomini: Amador (Movistar), Bidard (Ag2r), Cattaneo e Masnada (Androni), Pello Bilbao, Hirt e Villella (Astana), Caruso e A. Nibali (Bahrain), Schwarzmann (Bora), Owsian e Ventoso (CCC), Honoré (Quickstep), Brown e Dombrowski (Education First), Juul-Jensen e Nieve (Mitchelton-Scott), Bouwman (Jumbo), Hindley (Sunweb), Ciccone (Trek) e Ulissi (UAE). Il gruppo li tiene intorno a 5-6 minuti, e di fatto non succede niente fino all’attacco del Mortirolo, perchè sulle prime salite la Movistar tiene un ritmo blando. Non appena viene approcciata la storica salita, però, tutto cambia: Astana e Bahrain-Merida si portano in testa, e Domenico Pozzovivo fa un ritmo infernale per scremare il gruppo.
Restano davanti in 10-15 corridori, e dopo qualche km si muove Vincenzo Nibali: lo scatto dello Squalo è secco e potenzialmente letale, ma Vincenzo viene raggiunto subito dal sempre più sorprendente Hugh Carthy, che riesce a tenere il suo ritmo. La Bahrain richiama dalla fuga Antonio, che aiuta il fratello, ma la Movistar tiene Carapaz/Landa a 20” da Nibali: il ritmo di Landa, nella fattispecie, fa ulteriore selezione, e Roglic si stacca in quello che è un primo abbozzo di crisi. Lo sloveno va in apnea, si stacca e perde 1′ nel tratto più duro della salita, finendo nel gruppetto con Simon Yates: i big della generale di fatto mantengono lo stesso ritmo, perchè Roglic mantiene circa 1’05” di ritardo, mentre Nibali e Carthy vengono ripresi da Carapaz e Landa grazie agli scattini di Miguel Angel Lopez, che parte e si ferma in continuazione, mostrando scarsa convinzione nei propri mezzi. Davanti intanto esplode la fuga. Restano inizialmente in testa Ciccone, Hirt, Masnada, Nieve, Caruso e Dombrowski, poi solo Ciccone e Hirt, con l’italiano che completa il suo compito e passa in testa su tutti i GPM di giornata, blindando la maglia di miglior scalatore sotto il diluvio che ha colpito il Mortirolo. Ciccone e Hirt scollinano con 3’50” su Lopez, che ha attaccato a 1km dalla vetta trovando Pello Bilbao, fermato dalla fuga: a 4′ il gruppo maglia rosa con Carapaz, Nibali, Carthy e Landa, a 5’40” il gruppo-Roglic (che è con Hamilton, Zakarin, Mollema, Yates e Pozzovivo). In discesa Giulio Ciccone litiga con Jan Hirt, che non tira perchè ha dietro il capitano Lopez, e c’è grande tensione tra i due: gli inseguitori però non guadagnano, perchè decidono di respirare in discesa, visto il grande freddo. Questa situazione, oltre a favorire il rientro di Caruso che era stato fermato dalla fuga, porta Roglic a guadagnare tanto in discesa: lo sloveno, ai -9, è a 46” dai rivali, ma davanti tirano tutti per guadagnare il più possibile su di lui. Tutti tranne Lopez, che prima non lavora e poi va in crisi negli ultimi km mentre Damiano Caruso fa il passo per Nibali. Davanti intanto Ciccone e Hirt ritrovano l’accordo e si giocano la tappa: scatto bruciante dell’italiano, che vince meritatamente dopo una grande frazione. Tappa a Giulio Ciccone dunque, con Hirt secondo e Masnada terzo a 1’20”: il gruppo maglia rosa, con Nibali, Carthy, Carapaz, Dombrowski e Landa, arriva a 1’41”. 2’03” per Lopez, mentre Roglic chiude a 3’03”: con lui Yates e Mollema. Perde 3’43” Sivakov, arrivano a 4’46” Majka, Formolo e Zakarin.
GIRO D’ITALIA 2019, 16A TAPPA: LA CLASSIFICA AGGIORNATA
La tappa odierna modifica la classifica generale e favorisce sicuramente Richard Carapaz. L’ecuadoriano resta maglia rosa con 1’47” su Nibali e 2’09” su Primoz Roglic, che dunque ha perso il fattore-cronometro (dove potrebbe prendere 1’30”) e dovrà provare qualcosa nei prossimi due arrivi in salita: Carapaz e la Movistar potranno dunque correre di rimessa e gestire la corsa nelle prossime tappe, contando anche sul fatto di avere Landa come super-gregario. Scala la classifica Mikel Landa, che è quarto a 3’15”, quinto invece Mollema a 5′, precedendo Majka (5’40”), Lopez (6’17”, maglia bianca) e Yates (6’46”): nono Sivakov a 7’51” e decimo Polanc a 8’06. Domani si riparte con una nuova tappa di montagna: partenza da Commezzadura e arrivo ad Anterselva nello stadio del biathlon, dopo 181km e a un’altitudine di 1.635m. I corridori affronteranno il Passo Mendola (8.4km al 4.5%) e le salite di Elvas (3.4km al 7.6%) e Terento (6.6km al 7.6%) prima dell’ascesa finale verso Anterselva/Antholz: 5.5km al 6.9% con punte al 12% e l’ultimo km in falsopiano. Vedremo se qualcuno si muoverà, e se quel qualcuno sarà Roglic, anche se il ds della Jumbo-Visma ha sostanzialmente alzato bandiera bianca nel post-tappa, dichiarando che sarà difficilissimo recuperare sugli scalatori.
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