Si è da poco conclusa la Reggio Calabria-Terme Luigiane, 6a tappa del Giro d’Italia del Centenario: andiamo a ripercorrere il film di questa frazione, che ha visto andare in porto la fuga!

Giro d'Italia

Fonte foto: sportfair.it

GIRO D’ITALIA: FUGA IN PORTO, DILLIER TRIONFA SUL TRAGUARDO DELLE TERME LUIGIANE

È una tappa sorprendente, quella che partiva da Reggio Calabria e si concludeva alle Terme Luigiane, stazione termale in provincia di Cosenza dedicata a Luigi Carlo di Borbone: 217km con due strappetti, su tutti quello di Fuscaldo (a 20km dall’arrivo), che poteva tagliare fuori qualche ruota veloce dalla vittoria finale. Esatto, perchè la frazione sembrava disegnata apposta per portare ad un’altra volata (anche se con qualche insidioso saliscendi nel finale, ma il ciclismo è bello proprio perchè è imprevedibile, e può veder arrivare la fuga quando meno te l’aspetti: succede che il gruppo piazzi una colossale dormita collettiva, e faccia raggiungere ai cinque battistrada il vantaggio di 9 minuti. Battistrada che sono tutto tranne che gli ultimi arrivati: sorprendentemente, infatti, la fuga vede tra i suoi protagonisti quel Jasper Stuyven che poteva tranquillamente essere uno dei protagonisti dello sprint odierno, e invece decide di attaccare da lontano. Il velocista della Trek porta con sè il compagno di squadra Pedersen e Lukas Pöstlberger della Bora-Hansgrohe, la prima maglia rosa del Giro 100: a loro si aggiungono ben presto Simone Andreetta (Bardiani-CSF) e il passista svizzero Silvan Dillier (BMC), e questi cinque corridori vengono totalmente lasciati liberi di agire dal gruppo, che consente alla fuga di guadagnare oltre 9 minuti. Verso la metà della tappa il gruppo si sveglia, ma i battistrada tengono bene e non facilitano l’inseguimento al plotone, venendo favoriti anche dal vento: davanti a tirare ci sono la Cannondale-Drapac, la Quickstep (che arriva intorno ai -50) e la Wilier Triestina-Selle Italia, ”punita” da Scinto, il suo direttore sportivo. La squadra italiana aveva messo gli occhi su questa frazione, e puntava alla fuga con Busato e Pozzato, che si sono fatti però sorprendere totalmente dall’attacco di Stuyven&co.: da qui la punizione di Scinto, un serafico e brutale ”non siete entrati in fuga? Allora tirerete tutto il giorno per riprenderla!”. Ma l’inseguimento del gruppo, come si capisce ben presto, è tutto tranne che feroce: ai -35 il vantaggio è ancora di 4’30”, dopo la salita di Fuscaldo siamo a 3’22” con 23km da percorrere. Insomma, praticamente impossibile riprendere i cinque davanti, tenuti in vita dal gran lavoro di Pedersen per il suo capitano di giornata (Stuyven) e dall’immobilismo generale: il gruppo si sveglia solo ai -10, quando però il vantaggio è di 2’40’ ed è troppo tardi.

L’inseguimento del plotone ha il solo effetto di spezzare il gruppo in più tronconi e far staccare alcuni velocisti, su tutti Gaviria: davanti, intanto, Stuyven piazza l’attacco a 5.5 dal traguardo, tagliando fuori dalla vittoria finale il nostro Andreetta. Restano in testa Stuyven stesso, Pöstlberger e Dillier che, visto il vantaggio rassicurante (1’40” a 4km dal traguardo), decidono di studiarsi nell’ultimo km e lanciare lo sprint solo a 100m dall’arrivo: parte lungo Dillier, Stuyven si lancia alle sue spalle a perdifiato, ma perde di qualche metro e viene beffato. Era stato lui stesso a studiare e lanciare la fuga, e alla fine risulta il grande sconfitto di giornata: Pöstlberger resta indietro nello sprint e chiude terzo a 12”, mentre il gruppo arriva a 39”, ed è regolato da Michael Woods della Cannondale. Era stato lui, con Yates (Orica-Scott), a tentare l’allungo nel finale, un allungo che ha spezzato il gruppo in qualche troncone: il gruppo dei big, 25 unità, arriva a 39”, e il solo Pierre Rolland crolla definitivamente in questa tappa. Il francese chiude infatti a 2’42” dal vincitore odierno (a secco di successi dal 2015), ed esce di classifica. Punterà alla maglia azzurra di miglior scalatore? Presto lo scopriremo.

GIRO D’ITALIA: IL GRUPPO FA MELINA, IL SOLO ANDREETTA SI DISTINGUE TRA GLI AZZURRI

Se Stuyven è il grande deluso di giornata, il gruppo maglia rosa risulta essere invece l’assoluto sconfitto di questa 6a tappa: troppo supponente il plotone, che decide di risparmiare le energie (contando sul fatto che il migliore in classifica, Dillier, era a quasi 17′ da Jungels) e lasciare troppa strada alla fuga. L’inseguimento delle squadre dei velocisti non è mai serio e concreto, e viene concretamente azionato solo negli ultimi 10km: un assoluta follia, dato che il gruppo in quel breve spazio nel quale ha tirato a tutta (4-5km circa) ha recuperato qualcosa come due minuti ai battistrada. Con un atteggiamento più serio, la fuga non sarebbe andata in porto, e forse qualche azzurro sarebbe riuscito a mettersi in mostra in uno sprint privo di Gaviria, che si era staccato nel finale: gli azzurri invece restano al palo, col solo Andreetta (reduce dalla fuga e 4° a 26” da Dillier) che si distingue nella Reggio Calabria-Terme Luigiana. Per il resto, tante delusioni, con Battaglin (Lotto NL-Jumbo) che veniva segnalato tra i favoriti, e invece arriva a 1’53” dal vincitore: nel complesso, il miglior azzurro dopo Andreetta è Pozzovivo, che chiude 19° e nel gruppo dei big, con Cataldo 24°. Male le ruote veloci, con Sbaragli 50° a 1”16: le ruote veloci, sulla carta, potrebbero rifarsi domani nei 224km con arrivo ad Alberobello (si parte da Castrovillari), ma occhio ai 40km finali, che potrebbero favorire un attacco a sorpresa di qualche outsider.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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