Il Mondiale di ciclismo di Bergen 2017 prosegue, e l’Italia centra altre due medaglie negli juniores maschili, confermando la forza del nostro movimento giovanile: in gara anche le donne elite, il resoconto della giornata odierna, la penultima della rassegna iridata.
CICLISMO, MONDIALI BERGEN 2017: ORO DANESE NEGLI JUNIORES, RASTELLI E GAZZOLI SUL PODIO! ITALIA A QUOTA 7
Un percorso ”componibile”, 135.5km che sono differenti da ogni altro tracciato visto in questi Mondiali di Bergen: gli juniores maschili affrontano un tracciato con 39.5km di trasferimento, 17.1km di avvicinamento al circuito ”ufficiale” e quattro giri del percorso stabilito e affrontato da tutte le altre classi, che misura 19.1km e presenta la salita di Salmon Hill. Non è una gara facile per i giovani talenti del ciclismo mondiale, in una gara scandita da una fuga a otto che viene ripresa sul penultimo passaggio sull’ascesa di giornata (1.5km al 6.4% di pendenza media): è proprio a Salmon Hill che si accende la corsa, con dei continui attacchi che portano all’azione decisiva per l’oro. La effettua il danese Julius Johansen, che accelera improvvisamente e prende subito un grande vantaggio, difendendolo e vincendo in solitaria con tanto di festeggiamento con la dab-dance: dal gruppo intanto parte l’azzurro Luca Rastelli, che completa la sua buonissima stagione conquistando un favoloso argento dopo essere partito con un poderoso contrattacco e aver resistito al rientro del gruppo. Ma le gioie per l’Italia non sono finite: Michele Gazzoli vince la volata del gruppone (a 51”) ed è terzo, conquistando un bronzo che fa il paio col suo oro europeo. In una volata a ranghi compatti sarebbe stato il favorito, ma l’Italia torna a casa con due medaglie che ci portano a quota 7 nel medagliere.
MONDIALI BERGEN 2017: CHANTAL BLAAK IRIDATA A SORPRESA, ITALIA A SECCO
Un percorso suggestivo, con 8 giri del tracciato da 19.1km che sta caratterizzando questi Mondiali di Bergen e l’immancabile Salmon Hill a fare da punto decisivo di questa rassegna iridata: la salita che spezza a metà il tracciato, 1.5km al 6.4% di pendenza media e punte al 7.9%, è studiata apposta per fare selezione, e non a caso si arriva al penultimo giro con meno di un’ottantina di atlete in gruppo. Come sempre accade nelle prove femminili e com’era accaduto anche ad Herning, gli scatti sono tanti e numerosi, e si susseguono azioni su azioni. Ci prova dopo pochi km la Penton insieme alla Lowther, poi la norvegese Andersen, e poi si muove anche Rossella Ratto per marcare l’olandese Pieters, ma l’azione più convincente è quella della britannica Barnes: tutti questi attacchi vengono neutralizzati dal gruppo, che viene parzialmente spezzato da una caduta che coinvolge anche due azzurre. Elisa Balsamo ed Elena Cecchini restano coinvolte, e solo la seconda, aiutata da un’Elisa Longo Borghini in calo di condizione (è normale, dopo una fantastica stagione in cui andava forte a maggio ed ha tenuto per tantissimi mesi una condizione strepitosa), che si stacca dal gruppo, riesce a rientrare: davanti intanto proseguono gli attacchi, e nel penultimo giro ecco la prima azione davvero interessante, con la britannica King, l’olandese Ensing, l’australiana Spratt e la francese Delzenne che prendono circa 25” di vantaggio sul gruppo.
Il bello, però, deve ancora venire, e arriva durante la penultima ascesa verso Salmon Hill: attacca l’Olanda con Annemiek van Vleuten e Anna van der Breggen, e quest’azione fa rientrare le fuggitive in un amen sulla testa della corsa. Alle olandesi si accodano varie atlete interessanti, tra le quali figura la nostra Tatiana Guderzo, brava a reagire all’attacco, mentre Elena Cecchini prova a rientrare, ma ”rimbalza” all’indietro. Il vantaggio delle attaccanti intanto arriva a 25” circa, che però diminuiscono visto il mancato accordo tra le olandesi (in tre, dopo aver ripreso Ensing) e le altre e portano all’annullamento di questa azione. Subito dopo, ecco un altro attacco, con l’olandese Blaak, la britannica Barnes e la francese Cordon Ragot che prendono parecchio vantaggio (44”), ma vengono riprese sull’ultimo passaggio sulla salita di Salmon Hill: è ancora una volta Annemiek van Vleuten a far esplodere la corsa, ma l’azione mostruosa è quella della polacca Katarzyna Niewiadoma, che sfalda il gruppetto e riporta tutte sulle fuggitive. Si forma così un gruppetto a 7 con Blaak, van Vleuten e van der Breggen (Olanda), Barnes (Gran Bretagna), Niewiadoma (Polonia), Garfoot (Australia) e Cordon Ragot (Francia), che non vede nessuna azzurra davanti, dato che Tatiana Guderzo ha sofferto il cambio di ritmo, si è staccata e stava guidando l’inseguimento del secondo gruppetto. E così, è un attacco dal gruppetto delle fuggitive a decidere questo Mondiale: Chantal Blaak parte ai -7km, prende subito un grande vantaggio e trionfa in solitaria, mentre dietro succede di tutto. Le altre 6 atlete che componevano il gruppo delle fuggitive non hanno il minimo accordo, iniziano a pensare alla volata e si fanno riprendere dal gruppone: volata di gruppo per le medaglie, che porta l’australiana Garfoot all’argento e la danese Dideriksen (campionessa uscente) al bronzo davanti a van Vleuten. Per l’Italia la migliore è Elena Cecchini, 10a al traguardo: le azzurre potevano gestirsi meglio, e restano a secco in questa prova, osservando le olandesi fare en-plein nelle prove elite (tre ori su tre nelle cronometro M/F e nella prova elite femminile).
Domani dalle 10 la gara maschile, con Elia Viviani e Matteo Trentin tra i favoriti: anche per gli uomini un percorso ”componibile”, con 57km di trasferimento prima degli 11 giri sul tracciato da 19.1km, per un totale di 267.5km che metteranno a dura prova i big e i velocisti presenti in gruppo.